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di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

Le notizie di martedì 26 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: il ministro degli esteri russo parla di «rischi considerevoli» di scivolare in una guerra mondiale. Vertice a Ramstein di 40 Paesi per fornire armi all’Ucraina. Il segretario generale della Nato è a Mosca, quello dell’Aiea a Chernobyl. Chiamata Erdogan-Putin

• La guerra in Ucraina è arrivata al 62esimo giorno, e i toni utilizzati da Stati Uniti e Russia sono sempre più aspri.
• Dopo che il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha esplicitato l’intenzione che Mosca esca da questo conflitto «indebolita» al punto da non voler più avviare operazioni simili all’invasione dell’Ucraina, il ministro degli Esteri di Putin, Serghei Lavrov, ha detto che il rischio di una terza guerra mondiale è «considerevole», e che la consegna di armi da parte della Nato all’Ucraina significa, «in sostanza», che la Nato è in guerra con la Russia.
• Il rischio di allargamento di conflitto ad altri Paesi si è fatto concreto ieri anche per un’esplosione in un edificio amministrativo della capitale della Transnistria, repubblica separatista filorussa della Moldova.
• La Russia ha bombardato cinque stazioni della ferrovia provocando la morte di almeno 5 persone. I raid sono stati rivendicati dal Cremlino che ha affermato di aver distrutto le direttrici usate per il trasporto di «veicoli stranieri» — cioè armi occidentali dirette al fronte del Donbass.
• Nella giornata di ieri è stata trovata una terza fossa comune vicino a Mariupol, nel villaggio di Stary Krym.

Ore 15:30 – L’Onu è pronto per una «mobilitazione piena»a Mariupol

Le Nazioni Unite hanno chiesto oggi alla Russia un cessate il fuoco, «il prima possibile», in Ucraina, e si sono dette pronte a una «mobilitazione piena» a Mariupol.

A dirlo è stato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, dopo aver incontrato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Guterres sarà poi ricevuto al Cremlino da Putin, che in mattinata ha sentito al telefono il presidente turco Recep Tayyp Erdogan.

Guterres ha detto che «una violenta battaglia» è in corso nel Donbass, il cui risultato sono «morte e distruzione».

«C’è una crisi, a Mariupol. Migliaia di civili hanno bisogno di assistenza umanitaria e di evacuazione. Le Nazioni Unite sono pronte a mobilitare pienamente le loro risorse umane e logistiche per salvare vite a Mariupol».

La proposta di Guterres è quella di un coordinamento tra le Nazioni Unite, la Croce Rossa e le forze di Ucraina e Russia per «garantire l’evacuazione in sicurezza» di tutti coloro che vogliono uscire dall’acciaieria Azovstal e permettere loro di muoversi poi «ovunque vogliano andare».

Ore 15:12 – Putin è «in guerra con il mondo intero»

Max Seddon, capo dell’ufficio di corrispondenza del Financial Times a Mosca, produce da settimane articoli e analisi di grandissimo spessore sulla guerra in Ucraina, e sulla situazione in Russia.

Il suo ultimo pezzo, pubblicato poche ore fa, ci porta nella mente di Vladimir Putin — e spiega come il leader del Cremlino si stia preparando per una guerra di lungo termine, per condurre la quale potrebbe presto essere costretto a cambiare la terminologia di quanto avviene in Ucraina, passando dalla «operazione militare speciale» alla «guerra» vera e propria.

Putin «non è ragionevole, ha un’immagine distorta della realtà. In più, gli scenari sono cambiati: e l’appetito viene mangiando», dicono a Seddon alcune fonti.

Seddon riprende poi le parole di Rustam Minnikayev, uno dei massimi generali russi, che la scorsa settimana aveva esplicitato i nuovi obiettivi di Mosca: non solo la conquista del Donbass, ma anche quella dei territori della fascia costiera dell’Ucraina, per creare un corridoio terrestre che vada dalla Crimea alla Transnistria.

Ebbene, proprio Minnikayev aveva anche parlato della guerra come di uno scontro geopolitico globale: «Tutto considerato, siamo in guerra con il mondo intero, come avvenne durante la Seconda guerra mondiale, quando tutto il mondo, tutta Europa era contro di noi. Ed è lo stesso oggi: la Russia non gli è mai piaciuta».

Il parallelo, scrive Seddon citando Tatiana Stanovaya, analista politica di R.Politik, «non regge», ma indica come l’attuale conflitto venga visto «come un episodio di un più generale scontro con l’Occidente. Questo non significa che tenteranno di conquistare la Moldova o i Paesi Baltici — significa che possono procedere con una escalation in qualunque modo, ad esempio testando armi o utilizzandole».

Ore 14:59 – Mosca replica alla Gran Bretagna: «Se vale quella logica, noi possiamo colpire i Paesi della Nato»

Il governo russo ha replicato duramente alle affermazioni del ministro delle Forze armate britanniche, James Heappey.

Heappey aveva spiegato che gli alleati forniscono all’Ucraina armi con gittate che permettono a Kiev di colpire obiettivi nel territorio russo, e che la Gran Bretagna considera eventuali azioni ucraine in Russia — per «colpire in profondità le linee di rifornimento» — perfettamente legittime.

Maria Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha scritto sul suo profilo Facebook che la Russia potrebbe — seguendo la stessa logica — ritenere altrettanto legittimo prendere di mira «in profondità le linee di rifornimento» ucraino fin «dentro quei Paesi i quali trasferiscono all’Ucraina armi» che pure producono «morte e distruzione».

Finora, Mosca ha colpito i convogli che trasportavano armi dell’Occidente in Ucraina solo dopo che queste erano entrate nel territorio di Kiev.

Un eventuale attacco contro il territorio di un Paese Nato, secondo l’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica, comporterebbe la reazione automatica di difesa dell’intera Alleanza.

Ore 14:23 – A Chernobyl livelli di radiazioni «anormali»

I livelli delle radiazioni all’ex centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, sono «anormali». Lo ha affermato il direttore generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, in missione sul campo alla guida di una delegazione di esperti.

Ore 13:59 – Lavrov: «La situazione è colpa dell’espansione della Nato. Se continua l’invio di armi è difficile negoziare»

«La situazione in Ucraina è il risultato dell’espansione incontrollata della Nato» a est. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa con il segretario generale della Nato. Lavrov spiega che la Russia è comunque disponibile a una trovare una soluzione negoziata, ma «Kiev non è interessata».

E ancora: «Zelensky si è rimangiato quello che aveva chiesto la settimana prima e questo ci rattrista. Se (gli occidentali, ndr) continueranno a consegnare armi difficilmente i negoziati avranno buoni esiti. Noi siamo pronti a riprenderli se qualcuno presenterà idee interessanti», dice, precisando che in questa fase «è prematuro: vogliamo risposte all’ultima variazione del documento inviata 12 giorni fa ma che forse non è stata consegnata a Zelensky, che ha detto di non esserne a conoscenza».

Ore 13:55 – Guterres: gruppo di contatto Onu-Ucraina-Russia per i corridoi umanitari

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in conferenza stampa da Mosca con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov ha affermato di essere «preoccupato per i rapporti su violazioni e potenziali crimini di guerra» in Ucraina «che richiedono indagini indipendenti» per essere appurati. Lo ha affermato. Aggiungendo: «C’è bisogno di corridoi umanitari davvero sicuri ed efficaci: ho proposto un gruppo di contatto umanitario con Russia e Ucraina perché questi corridoi siano rispettati. A Mariupol la situazione è preoccupante, serve un lavoro coordinato per consentire le evacuazioni sicure nelle direzioni che sceglieranno».

Per quanto riguarda il conflitto «è chiaro che ci sono due posizioni diverse — ha sottolineato Guterres —: secondo la Federazione russa, quello che sta avvenendo è un’operazione militare speciale con un obiettivo non ancora annunciato. Per le Nazioni Unite, l’invasione russa dell’Ucraina è una violazione dell’integrità territoriale. Tuttavia sono fortemente convinto che prima si mette fine alla guerra meglio sarà per tutti».

Ore 13:52 – Onu: indagini su 300 «omicidi illegali»

L’Onu indaga attualmente su 300 «omicidi illegali» commessi in Ucraina e ritiene che il numero effettivo di vittime civili sarà più alto di «migliaia» di unità rispetto alle 5 mila documentate finora: lo ha detto alla Cnn il capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel Paese, Matilda Bogner.

Ore 13:47 – Kiev «decapita» la statua dell’amicizia Ucraina-Russia

La città di Kiev ha avviato la demolizione della statua all’Arco dell’amicizia dei popoli costruita dai sovietici nel 1982 nel centro della capitale ucraina. «Questo posto non rappresenta più l’amicizia tra la Russia e l’Ucraina, la Russia ci sta attaccando. Qui sorgerà il monumento dedicato alla libertà dell’Ucraina», ha detto il sindaco Vitaly Klichko sul posto. La statua di bronzo simboleggia due operai, uno ucraino e uno russo che sorreggono la stella dell’Ordine sovietico dell’amicizia dei popoli. Il russo è già stato «decapitato».

Ore 13:43 – Viminale: 70mila ucraini hanno chiesto protezione in Italia

Secondo i dati del Viminale, dei 101mila profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra circa 70mila hanno chiesto protezione nel nostro Paese: 65mila hanno fatto domanda per la protezione temporanea prevista dalle normativa europea, il resto sono richieste di asilo, protezione speciale o altro. Al momento, la maggior parte dei profughi alloggia presso famiglie e conoscenti, poi c’è una quota ospitata dagli enti del Terzo settore e 10mila sono inseriti nella rete Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e Sai (Sistema di accoglienza e integrazione). I minori non accompagnati sono poco più di tremila: 2.600 vivono con familiari, circa 500 nelle strutture apposite.

Ore 13:40 – Bombardato un ponte ferroviario che collega Odessa alla Romania

(Marta Serafini, inviata a Odessa) Colpito da un bombardamento russo e distrutto il ponte ferroviario e stradale nella regione di Bilhorod-Dnistrovs’kyj, che collega Odessa alla Romania. Situato sul delta del Nistro, che scorre tra Moldavia e Ucraina, il ponte era particolarmente strategico per i rifornimenti dalla Romania e dunque per il transito di armi. La notizia del bombardamento è confermata ufficialmente dalle autorità ucraine che hanno comunicato come i collegamenti stradali e ferroviari siano interrotti. Non è ancora chiaro se ci siano vittime o feriti.

Ore 13:37 – Lavrov: la situazione è un catalizzatore per un gran numero di problemi

La situazione in Ucraina è «diventata un catalizzatore» per «un gran numero di problemi» e per questo la Russia ha risposto «con rapidità» alla richiesta di colloqui da parte delle Nazioni Unite. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, secondo quanto riferisce la Cnn. «Apprezziamo decisamente il vostro desiderio di avere un altro round di colloqui in questo momento difficile», ha detto Lavrov, rivolgendosi sempre a Guterres, all’inizio di un incontro a Mosca. Secondo il ministro russo, il faccia a faccia «sottolinea il significato che attribuiamo ai nostri contatti con le Nazioni Unite».

Ore 13:05 – Kiev: russi costringono civili a scavare fosse a Mariupol

Le truppe russe stanno costringendo la popolazione maschile di Mariupol a partecipare alla rimozione delle macerie nella città e a scavare fosse comuni in cambio di cibo: lo ha reso noto il consigliere del sindaco, Petro Andryushchenko, secondo quanto riporta il Kyiv Independent.

Ore 12:53 – Svezia, Mosca espelle tre diplomatici

La Russia ha deciso di espellere tre diplomatici svedesi, in risposta alla scelta di Stoccolma di espellere tre del suo staff diplomatico. Lo ha comunicato il ministero degli Esteri russo.

Ore 12:27 – Reggimento Azov: «Azovstal ieri bombardata 35 volte, ci sono feriti»

«Lo stabilimento Azovstal viene continuamente bombardato. Solo ieri ci sono stati 35 bombardamenti aerei, a causa dei quali uno dei settori dello stabilimento ha preso fuoco. Ci sono feriti tra i civili, sotto le macerie. I militari del reggimento Azov cercano di prestare aiuto fornendo il primo soccorso e sgomberando le macerie». Lo ha comunicato su Telegram il reggimento Azov.

Ore 11:59 – Putin ha sentito Erdogan al telefono

Colloquio telefonico, stamattina, fra il presidente russo Putin e quello turco Erdogan. Al centro della conversazione la situazione in Ucraina. Lo rende noto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo quanto riferisce Interfax. Erdogan, riporta l’agenzia turca Anadolu, ha sottolineato la necessità di proseguire con il processo negoziale di Istanbul per arrivare alla pace: Ankara continuerà a fare tutti gli sforzi necessari per contribuire a garantire una pace duratura tra Russia e Ucraina, ha detto.

Ore 11:55 – Guterres a Lavrov: cessate il fuoco il prima possibile

«Siamo interessati a trovare i modi per creare le condizioni di un cessate il fuoco in Ucraina il prima possibile, dobbiamo fare tutto ciò che è possibile» per questo obiettivo. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres incontrando il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a Mosca. Guteress più tardi sarà ricevuto al Cremlino da Vladimir Putin.

Ore 11:50 – Evacuazioni civili, 55 treni in partenza

Saranno almeno 55 i treni gratuiti in partenza oggi da tre città ucraine per l’evacuazione dei civili sia per destinazioni all’interno dell’Ucraina, sia all’estero: lo riporta l’agenzia di stampa Unian. Dalla capitale Kiev partiranno almeno 35 i treni, mentre da Odessa ne sono previsti almeno 12 e da Kharkiv almeno otto: la Unian pubblica anche gli orari delle partenze e sottolinea che non si escludono treni aggiuntivi. Un ulteriore treno concordato tra le Ferrovie ucraine e quelle ceche è previsto per sabato prossimo (30 aprile) dalla regione di Leopoli a Bohumin, una cittadina della Repubblica Ceca vicino al confine con la Polonia.

Ore 11:43 – L’Onu si aspetta oltre 8 milioni di rifugiati

L’Onu si aspetta che 8,3 milioni di ucraini lascino il Paese per l’invasione russa, un forte incremento rispetto ai 5,2 milioni di rifugiati già registrati. Il Palazzo di Vetro, che inizialmente aveva previsto fino a 4 milioni di rifugiati per colpa della guerra, ha sottolineato di aver bisogno di 1,85 miliardi di dollari per sostenere l’afflusso di ucraini nei Paesi vicini.

Ore 11:36 – Transnistria, il Consiglio di sicurezza parla di «attacchi terroristici»

Il Consiglio di sicurezza della regione separatista della Transnistria in Moldova ha denunciato un «attacco terroristico» contro un’unità militare vicino alla città di Tiraspol, riferisce il Guardian. Secondo Reuters, il ministero ha affermato che si tratta di uno dei tre attacchi di questo tipo nella regione, dopo che le esplosioni hanno colpito il quartier generale della sicurezza dello stato e danneggiato le vecchie antenne radio dell’era sovietica. Le autorità dell’autoproclamato governo hanno quindi deciso di alzare le misure di sicurezza alzando l’allerta terrorismo al livello rosso e di cancellare la parata del 9 maggio. Il Cremlino «segue da vicino» la situazione nella Transnistria, i cui ultimi sviluppi destano «preoccupazione». Anche il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha detto di seguire con preoccupazione le azioni belliche in Moldavia.

Ore 11:27 – Mosca, tensione con il Giappone sulle esercitazioni navali

La Russia ha avvertito il Giappone che reagirà se le esercitazioni navali congiunte con gli Stati Uniti si espanderanno. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Ri aNovosti, citando il ministero degli Esteri

Ore 11:14 – Ministro Gb: legittimo per l’Ucraina usare armi per colpire linee russe

Londra ha dato il suo via libera agli attacchi ucraini contro obiettivi militari dietro le linee russe anche se le armi utilizzate sono state fornite dal Regno Unito. Lo ha dichiarato ai media il viceministro britannico della Difesa, James Heappey, mentre continua l’escalation con Mosca nella guerra in Ucraina. Happey ha aggiunto che è «del tutto legittimo che l’Ucraina prenda di mira la Russia per interrompere la logistica che potrebbe contribuire direttamente alla morte e alla carneficina sul suolo ucraino».

Ore 10:51 – Mariupol, le truppe in acciaieria chiedono evacuazione in Turchia

I soldati ucraini rimasti bloccati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol chiedono di essere evacuati in Turchia invece che nelle zone dell’Ucraina sotto il controllo di Kiev: lo ha reso noto il leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (DPR), Denis Pushilin, secondo quanto riporta la Tass. «Stanno contattando le nostre forze e l’esercito russo, stanno cercando di negoziare le migliori condizioni per la loro resa. Non si fidano molto di Kiev. Hanno detto che vogliono andare in Turchia piuttosto che essere evacuati nelle aree controllate dall’Ucraina. È una delle opzioni. Hanno intenzione di deporre le armi là», ha detto Pushilin.

Ore 10:39 – Mosca: uccisi 560 combattenti ucraini nella notte

Il ministero della Difesa russo ha rivendicato la distruzione nella notte di due sistemi antiaerei a lungo raggio e un sistema missilistico tattico Tochka-U nella regione di Kharkiv. Mosca ha anche riferito di aver colpito nella notte 87 obiettivi militari in Ucraina, incluse «79 aree dove le truppe erano concentrare».Inoltre il portavoce del ministero ha annunciato che sono stati distrutti «59 veicoli blindati, armi di artiglieria e veicoli militari» e uccisi 500 combattenti ucraini, più 60 militanti del gruppo nazionalista «Donbas» nella Repubblica popolare di Donetsk.

Ore 10:35 – La deputata Vasylenko alla Nato: «Dateci armi, armi, armi!»

La deputata ucraina Lesia Vasylenko ha inviato un messaggio agli alleati della Nato riuniti oggi presso la base aerea di Ramstein, in Germania, – dov’è in corso una riunione dei ministri della Difesa -, per discutere della situazione in Ucraina. «I ministri della Difesa di 40 paesi si incontreranno oggi a Ramstein per discutere di armare l’Ucraina. E diciamo ancora e ancora: armi, armi, armi! Abbiamo bisogno di armi per restare in piedi e difendere i valori dell’umanità», ha scritto Vasylenko su Twitter.

Ore 10:17 – Ramstein, Austin: è urgente, possiamo fare di più

«L’urgenza della situazione è nota a tutti. E noi possiamo fare di più». Lo ha detto il segretario della Difesa americano Lloyd Austin a Ramstein, in Germania, aprendo un vertice straordinario a sostegno dell’Ucraina, dove oggi su invito degli Usa si incontrano i ministri della difesa di 40 Paesi. Anche il ministro della Difesa ucraino partecipa. «L’Ucraina ha bisogno oggi del nostro aiuto per vincere, ne avrà ancora bisogno quando il conflitto sarà finito», ha aggiunto Austin, gli Stati Uniti e gli alleati «continueranno a spostare mari e monti» per sostenere le esigenze di sicurezza di Kiev.

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Il Capo di Stato maggiore Usa Mark Milley, da sinistra, il capo del Pentagono Lloyd Austin e a destra il ministro della Difesa ucraina Oleksii Reznikov

Ore 10:16 – Kiev: 22.100 soldati russi uccisi da inizio guerra

Sono almeno 22.100 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione: lo rende noto l’Esercito di Kiev. Nel suo ultimo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l’Esercito indica inoltre che dopo 62 giorni di conflitto si registrano anche 184 aerei da caccia abbattuti, oltre a 154 elicotteri e 205 droni. Inoltre, le forze di Kiev affermano di aver distrutto 918 carri armati russi, 416 pezzi di artiglieria, 2.308 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 4 sistemi di missili balistici, 149 lanciamissili, 8 navi, 1.643 veicoli, 76 autocisterne e 69 unità di difesa antiaerea e e 31 unità di equipaggiamenti speciali.

Ore 10:02 – Missili a bassa quota sopra centrale nucleare a Zaporizhzhia

Due missili da crociera lanciati dall’esercito russo hanno volato a bassa quota questa mattina sopra la centrale nucleare di Zaporizhzhia a Energodar, nell’Ucraina sud-orientale. Lo riferisce il servizio stampa di Energoatom, l’operatore nucleare statale dell’Ucraina, citato da Ukrinform. «Il sorvolo di missili a bassa quota proprio sopra il sito della centrale, dove si trovano sette impianti nucleari, comporta rischi enormi. I missili possono colpire uno o più impianti nucleari, è una minaccia di catastrofe nucleare e radioattiva per tutto il mondo», ha detto il Ceo di Energoatom Petro Kotin.

Ore 09:52 – Procura Milano apre indagine su fighter italiano

Il pool antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili, ha aperto un’inchiesta conoscitiva, quindi senza titolo di reato né indagati, sulla vicenda di Ivan Luca Vavassori, l’ex calciatore di 29 anni andato a combattere in Ucraina nelle brigate internazionali, a fianco dell’esercito di Kiev. Dopo che per un giorno non si sono avute notizie del giovane, e si era temuto per la sua morte, ieri sera è arrivato sui social un aggiornamento con sui si rassicurava che è sopravvissuto con tutta il suo gruppo all’attacco russo a Mariupol.

Ore 09:50 – Pechino: non vogliamo terza guerra mondiale

La Cina non sta cercando la terza guerra mondiale e lancia un appello per un accordo di pace in Ucraina: lo ha reso noto il ministero degli Esteri. Lo riporta la Tass.

Ore 09:40 – Mariupol, nube di fumo nero dalla Azovstal

Una densa nube di fumo nero sta uscendo dall’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo scrive su Twitter NextaTv, il media di opposizione bielorusso, che pubblica due immagini della nube nera che si alza dalla fabbrica.

 

Ore 09:05 – «Colpito un centro di trasmissione radio russa in Transnistria

Secondo quanto riferito dall’agenzia russa Tass, il centro di trasmissione della radio russa in Transnistria è stato colpito ed è saltato in aria.

Come nel caso dell’esplosione al ministero della Repubblica separatista filorussa, avvenuta ieri, le cause di quanto avvenuto oggi non sono chiare.

L’Ucraina e la Moldova temono che Mosca stia conducendo operazioni per spingere la Russia a dichiarare la necessità di andare a sostenere la popolazione russofona della Transnistria dai «soprusi» del governo moldavo — una formula identica a quella usata per lanciare l’«operazione militare speciale» in Ucraina.

Le autorità moldave hanno indetto una riunione sulla sicurezza dopo le esplosioni.

 

Ore 08:55 – La Gran Bretagna «sostiene il diritto di Kiev di attaccare in territorio russo»

«Mosca ha iniziato la guerra. È perfettamente legittimo che l’Ucraina colpisca obiettivi nel territorio russo, che prenda di mira infrastrutture logistiche russe». E ancora: «Le armi che l’Occidente sta consegnando all’Ucraina hanno una gittata che consente di colpire al di là del confine».

Le parole del ministro delle Forze armate di Londra, James Heappey, sono destinate a fare rumore, a Mosca. Perché per la prima volta aprono un «fronte» nuovo: la possibilità che l’Ucraina, per fermare la Russia, colpisca obiettivi militari e logistici all’interno dei confini di Mosca. Possibilità concreta, se è vero che Mosca ha già accusato Kiev di aver attaccato obiettivi nelle regioni di Belgorod e Bryansk.

Quanto però alle parole di Lavrov — secondo cui la fornitura di armi da parte della Nato all’Ucraina «significa, nei fatti, che la Nato è in guerra con la Russia» – Heappey ha offerto un punto di vista radicalmente diverso: «Molti Paesi utilizzano materiali bellici importati. Di solito si tende ad accusare chi li usa, non il Paese che li ha prodotti».

Non solo: «Ogni volta che abbiamo aumentato la quantità e la tipologia di armi fornite all’Ucraina, si è trattato di una conseguenza delle azioni russe sul campo. La Nato non è un’alleanza militare espansionistica, ma difensiva. È stata la Russia a invadere il territorio ucraino».

Ore 08:36 – Le armi dall’Italia, e la posizione di Letta

(Maria Teresa Meli) Enrico Letta non sembra colpito dalle contestazioni di alcuni gruppetti di estremisti alla manifestazione di Milano per il 25 Aprile. «Erano limitate, e senza dubbio non ci fermano», spiega. E d’altra parte, quella piazza, secondo il leader dem, raccontava un’altra storia: «C’era un fiume di persone che la pensano come noi . Hanno sfilato con la bandiera dell’Ucraina».

Per Letta «lottare per la pace vuol dire aiutare un popolo che si deve difendere». «Questa linea che il nostro Parlamento ha scelto — sottolinea il leader dem — è una linea legittima che noi sosteniamo. Cosa dovremmo dire agli ucraini? Sono fatti vostri? Noi siamo fortemente convinti delle scelte che abbiamo fatto. E facciamo nostre le parole del presidente Sergio Mattarella che ha detto che c’è un popolo, quello ucraino, che una mattina si è svegliato e ha trovato l’invasore, e ha deciso di resistere».

Perché, è il ragionamento di Letta, non è solo Zelensky ad avere optato per la scelta della resistenza all’esercito russo, ma tutto un popolo, che «va rispettato» e che «ha dimostrato che i nostri ragionamenti da bar o da salotto non hanno alcun senso»: gli ucraini «non vogliono Putin e vogliono l’Ucraina libera. Bisogna partire da qui. Poi sarà l’Ucraina a negoziare e decidere. Non noi». Ciò detto, per Letta «è legittimo» che sull’invio delle armi «non ci siano reazioni uguali da parte di tutti».

L’articolo completo è qui.

Ore 08:10 – Vector, il drone che imbarazza Berlino

(Massimo Arcidiacono) C’è un drone che imbarazza la Germania di Olaf Scholz, il più reticente dei Paesi europei a fornire armamenti all’Ucraina. Non è un caso, d’altra parte, che gli Usa abbiano scelto la base di Ramstein nel land della Renania-Palatinato per il vertice di oggi con gli alleati, raduno che somiglia molto a una conta dei disponibili allo sforzo militare comune.

È bastato, così, che tre uomini delle forze di Difesa territoriale di Dnipro postassero la loro foto con un Vector, drone prodotto dalla bavarese Quantum System, per attirare l’attenzione del Times e far deflagrare le contraddizioni che agitano il Palazzo di Berlino.

Gli ucraini avevano messo gli occhi da un po’ sul nuovo modello della start-up di Monaco utile a guidare dal cielo i colpi della loro artiglieria, ma si erano scontrati con l’indisponibilità del governo tedesco a fornire nient’altro che elmetti e armi leggere anticarro. Invece, è bastato che il console ucraino a Monaco, Dmytro Shevchenko avvicinasse il ceo di Quantum System, Florian Seibel e che Hennadiy Korban – l’oligarca conosciuto prima della guerra soprattutto per i Klimt e i de Lempicka della sua collezione di arte moderna – versasse il dovuto, per recapitare il gioiellino hi-tech a destinazione.

Sono trascorsi solo cinque giorni tra il contatto iniziale e la firma del contratto, ha detto Seibel alla stampa tedesca, confermando che «i nostri primi droni sono già in Ucraina», mentre il «tweet fissato» sull’account di Quantum System adesso recita: «Siamo orgogliosi di aiutare dove possiamo #StandWithUkraine».

Il problema è che, nelle stesse ore, a precisa domanda il portavoce della ministra della Difesa, la socialdemocratica Christine Lambrecht, rispondeva: «Non avevamo mai sentito parlare di droni di questo tipo».

L’articolo completo è nella Rassegna stampa del Corriere, un servizio quotidiano dedicato agli abbonati: lo si trova qui

Ore 07:54 – «Le prossime settimane saranno molto, molto critiche»

Mark Milley è il capo dello Stato maggiore congiunto degli Stati Uniti: una delle massime autorità della Difesa americana. Per questo le parole che utilizza per descrivere lo scopo del vertice di oggi nella base di Ramstein, in Germania, vanno ascoltate con attenzione.

Il punto principale del vertice — spiega Milley — è quello di garantire a Kiev il supporto che occorre per poter resistere alla Russia e, per usare l’espressione usata ieri dal capo del Pentagono, Lloyd Austin, «vincere la guerra».

«Le prossime settimane saranno molto, molto critiche», ha detto Milley. Gli ucraini «hanno bisogno un supporto continuativo per poter avere successo sul campo di battaglia. E questo è, principalmente, lo scopo di questa conferenza».

In altre parole: i 40 Paesi convocati dagli Stati Uniti nella base aerea tedesca dovranno trovare il modo di coordinare la tipologia di armi da inviare a Kiev, il loro numero, i tempi di consegna e l’eventuale addestramento necessario.

La Russia — secondo gli analisti del Pentagono — farà ampiamente ricorso all’artiglieria pesante, cercando di distruggere la resistenza ucraina prima di muovere fisicamente le truppe. Ma gli stessi analisti ritengono che molte unità dell’esercito russo siano ora alle prese con una grave carenza di truppe: alcune avrebbero perso fino al 30 per cento dei militari. Insomma: le possibilità che Kiev vinca sul campo non sono remote.

Nella giornata di ieri, la Gran Bretagna ha sostenuto che Mosca abbia perso almeno 15 mila soldati in Ucraina, oltre a 2000 mezzi corazzati, 60 elicotteri e aerei. La Russia, finora, ha ammesso di avere perso 1.351 militari.

Ore 07:31 – Dove attaccherà l’esercito russo, ora

Come si muove l’esercito russo, sul campo, in queste ore? E quale sarà il prossimo passo dell’attacco delle truppe di Mosca?

La risposta arriva dall’aggiornamento militare pubblicato – come ogni mattina – dal ministero della Difesa della Gran Bretagna, secondo cui l’assalto arriverà, in primis, da sud, contro la città di Zaporizhzhia.

«È probabile anche che le forze russe stiano tentando di circondare posizioni ucraine fortificate nell’est dell’Ucraina», scrive la Difesa di Londra, che conferma la caduta della città di Kreminna e i pesanti combattimenti a sud di Izyum, «mentre le forze russe tentano di avanzare verso le città di Sloviansk e Kramatorsk da nord e da est».

 

Ore 07:24 – La corsa al riarmo nucleare

Le parole di Lavrov sui rischi di una «Terza guerra mondiale», e di un confronto nucleare, sono arrivate poche ore prima che — a migliaia di chilometri dall’Ucraina, ma non così lontano, in uno scenario diplomatico mai così complicato come ora — il leader nordcoreano organizzasse una parata il cui pezzo forte è stato un nuovo missile balistico intercontinentale, in grado di portare testate nucleari e pronto a essere utilizzato sui sottomarini di Pyongyang.

E proprio alla corsa al riarmo nucleare — e ai suoi rischi — è dedicato il Dataroom firmato da Milena Gabanelli e Massimo Sideri, che si concentra sulle due potenze principali in questo ambito — Stati Uniti (che hanno meno atomiche, ma spendono molto di più) e Russia.

Lo trovate qui.

Ore 07:21 – L’incontro sulla guerra a Ramstein e gli sforzi della diplomazia

(Luca Angelini) Oggi, nella base militare di Ramstein, in Germania, si terrà il vertice dei «sostenitori dell’Ucraina» voluto dagli Usa per concordare le prossime mosse (per l’Italia ci sarà il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini).

Nonostante tutto, però, la diplomazia non alza bandiera bianca. Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, racconta Monica Guerzoni, sta lavorando su un doppio binario.

Il primo passa dagli ambasciatori a Mosca e a Kiev, per provare a far ripartire i negoziati e arrivare a un cessate il fuoco.

Il secondo è più internazionale: «un negoziato tra Russia, Ucraina e i Paesi garanti», Italia compresa. «Un ruolo centrale in questo schema lo interpreta Ankara, il cui contributo il ministro degli Esteri ritiene “fondamentale” perché la Turchia è il Paese Nato che più dialoga con la Russia di Putin».

Ore 07:14 – Lo spettro di un allargamento della guerra

(Luca Angelini) «Vogliamo vedere una Russia indebolita al punto che non potrà più fare il genere di cose che ha fatto, invadendo l’Ucraina. Crediamo che l’Ucraina possa vincere, se avrà l’equipaggiamento giusto» ha detto ieri il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, dopo aver incontrato a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

«L’Occidente sta cercando di distruggerci dall’interno — gli ha replicato il presidente russo, Vladimir Putin —. Occorre stroncare nel modo più risoluto qualsiasi delitto nel territorio della Federazione russa. I nostri avversari sono passati alla fase del terrore, alla preparazione di attentati mirati. Ma noi conosciamo nome per nome gli agenti occidentali che lavorano con gli organi di sicurezza ucraini. E sappiamo che dietro tutto questo c’è la Cia».

E il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, aggiunge: «Una guerra nucleare è inaccettabile. I rischi sono molto significativi, questo pericolo non deve essere sottovalutato, anche se ci sono molti pronti a gonfiare artificialmente questa minaccia».

Se serviva ancora una conferma che la pace in Ucraina è lontana, lo scambio di accuse e minacce di ieri basta e avanza. Ma la cosa ancora peggiore è che il conflitto potrebbe allargarsi ad altri Paesi.

La conferma dal terreno la dà l’inviato Lorenzo Cremonesi: «Si allarga e aggrava la guerra in Ucraina. Lo scontro diventa regionale e investe anche la Transnistria, la zona filorussa separatista della Moldavia dove ieri sera alcuni colpi di lanciagranate hanno centrato gli uffici del ministero della Sicurezza». A Chisinau temono possa essere soltanto l’inizio: «Il governo moldavo chiede la protezione della Nato contro l’eventualità dell’intromissione di Mosca, che potrebbe utilizzare la Transnistria per aggredire l’Ucraina da sud e occupare l’intera zona costiera del Mar Nero, come del resto hanno fatto capire di recente alti ufficiali dell’esercito russo». Quanto al territorio ucraino, nel mirino di missili e bombe russe sembrano ora esserci le stazioni ferroviarie.

Ore 06:27 – Kuleba: «Lavrov? Mosca non vuole negoziare, e parla così perché sta perdendo»

«Non penso che Serghei Lavrov sia pronto per una conversazione seria». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un’intervista all’Associated Press, sottolineando di non ritenere che la «Russia sia pronta a trovare soluzioni al tavolo dei negoziati». Se tuttavia, ha aggiunto Kuleba, «vedrò che il loro atteggiamento cambierà supererò il mio disgusto e mi siederò al tavolo» con Lavrov. Prima il presidente russo Vladimir Putin accetterà di incontrare Volodymyr Zelensky, più sarà probabile che si avvicini la fine della guerra, ha detto ancora il ministro di Kiev. «Non do una garanzia al 100%, ma ho fiducia nel mio presidente. È preparato e sa come negoziare», ha sottolineato ancora ribadendo la posizione di Zelensky che continuare l’escalation a Mariupol rischia di mandare all’aria i negoziati con la Russia. «Quella sarà la linea rossa», ha detto.

«La Russia perde l’ultima speranza di spaventare il mondo per il sostegno all’Ucraina. Da qui il discorso di un «reale» pericolo della Terza Guerra Mondiale. Questo significa solo che Mosca avverte la sconfitta in Ucraina». Lo scrive su Twitter il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «Per questo il mondo deve raddoppiare il sostegno all’Ucraina in modo da prevalere e salvaguardare la sicurezza europea e globale», aggiunge.

 

Ore 06:26 – Ucraina: Kiev, Guterres chieda a Putin evacuazione Mariupol

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, di premere con Vladimir Putin per l’evacuazione della città di Mariupol nella sua visita al Cremlino di oggi. Si stima che circa 100.000 persone siano intrappolate nella città mentre un contingente di combattenti ucraini resiste alle forze russe in un’acciaieria dove si stanno rifugiando anche centinaia di civili. «È un cosa che l’Onu è in grado di fare», ha detto il ministro di Kiev in un’intervista all’Associated Press esprimendo tuttavia la preoccupazione che Guterres possa «cadere nella trappola» di Mosca. Kuleba ha anche espresso apprezzamento per la visita a Kiev dei segretari di Stato e alla Difesa americani Antony Blinken e Lloyd Austin, definendoli «due rappresentanti del Paese che ha fatto di più per l’Ucraina».

 

Ore 06:23 – Lavrov e il «reale pericolo di una Terza guerra mondiale»

La Russia ha messo in guardia nella serata di ieri, 25 aprile, contro il pericolo «reale» di una Terza guerra mondiale. La ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

«Una guerra nucleare è inaccettabile. I rischi sono molto significativi, questo pericolo non deve essere sottovalutato, anche se ci sono molti pronti a gonfiare artificialmente questa minaccia».

La Russia, continua Lavrov, «vuole continuare i negoziati di pace».

«La buona volontà ha i suoi limiti. E se non è reciproca questo non contribuirà al processo negoziale» ma «noi continueremo a portare avanti negoziati con la delegazione del (presidente ucraino) Volodymir Zelensky, e i contatti proseguiranno», ha detto Lavrov.

Sorgente: La Russia: «Si rischia la terza guerra mondiale, la Nato è in guerra con noi». Kiev: stanno perdendo | Le ultime notizie in diretta


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