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Nella nuova società profilatasi a seguito dell’emergenza da pandemia covid-19, oltre alla netta e voluta divisione tra vaccinati, spesso esaltati come esempio di un corretto adeguamento alle regole e alla responsabilità sociale, e non vaccinati, considerati egoisti e irresponsabili, quindi spesso denigrati e rifiutati, emerge una nuova classe di emarginati, gli inoculati che hanno subito danni da vaccino. Aumenta sempre più questa schiera di cittadini, che per convinzione personale, ma più spesso per fiducia nella proclamata “Scienza” e “senso di responsabilità civica”, se non addirittura per non subire ripercussioni per aver osato effettuare una scelta diversa,  si sono sottoposti ad una o più dosi di vaccino per il contrasto alla Covid-19, riscontrando purtroppo nel breve e nel medio termine persistenti eventi avversi, anche gravi, che ne hanno compromesso funzionalità e qualità della vita. Il più delle volte si tratta di soggetti che hanno sviluppato patologie cardiocircolatorie, come miocarditi e pericarditi, infarti, emorragie trombosi, o patologie neurologiche come le nevriti, le paralisi facciali, le mieliti trasverse, le polineuropatie o le patologie muscolo-scheletriche con significativi dolori muscolari e articolari che possono portare anche alla paralisi.Patologie di questo tipo sono annoverate fra gli eventi avversi riconosciuti dalla stessa Pfizer[1]; ma anche dal, pur datato e non aggiornato, rapporto Aifa, in cui vengono registrati pure gli esiti fatali. Una panoramica dettagliata sui decessi e i danni permanenti riportati a seguito dei vaccini anti covid, tratta dai dati ufficiali forniti da Eudravigilance dell’EMA, è stata presentata in Corte Costituzionale da un’ordinanza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della regione Sicilia[2] che contesta la legittimità dell’introduzione dell’obbligatorietà vaccinale imposta ad alcune categorie di lavoratori, eppure i media e i quotidiani mainstream omettono di affrontare questi significativi dati, limitandosi a trattare in modo generico dei frequenti malori che colpiscono spesso persone giovani, e sempre più spesso sportivi e atleti, comportandone anche l’ “inspiegabile” decesso. Il tutto viene però riferito a livello di superficiale cronaca, come se fosse normale questo esponenziale aumento di decessi che non trovano (ma neppure si cerca) una causa, almeno apparente. Vietato è poi affrontare la problematica delle frequenti reazioni avverse a quello che continua invece ad essere comunque proclamato, anche in sentenze pubblicizzate come esemplari, un “vaccino sicuro ed efficace”. Al di là dei dati ufficiali, che già di per sé dovrebbero far rabbrividire e perlomeno imporre una riflessione, ricordiamo che dietro a questi numeri ci sono persone che soffrono terribilmente per la perdita di un loro caro oppure sono afflitte dalle pene provocate da un vaccino che per loro non è stato così “sicuro” come gli era stato prospettato. Per avere una chiara portata della loro sofferenza è sufficiente visitare alcune chat Telegram nate proprio con lo scopo di rendere evidente questa realtà, che si vuole ufficialmente mantenere nascosta e che anche quando è statisticamente dichiarata, risulta sottostimata. Infatti, pur trovandoci di fronte all’inoculazione di un vaccino immesso in commercio in via condizionata, e quindi ancora in fase sperimentale, non è controllato come sarebbe dovuto da una farmacovigilanza attiva. I dati segnalati sono conseguenti alla farmacovigilanza passiva, affidata all’iniziativa del singolo soggetto colpito dalla reazione avversa, che, non potendo molte volte neppure contare sulla segnalazione da parte del medico curante o specialista, deve provvedere da solo alla registrazione delle problematiche personali riscontrate dopo l’inoculazione. Ma il fatto più sconcertante è che molti di questi pazienti non vengono neppure considerati come tali dai medici a cui si rivolgono, i quali spesso minimizzano la portata dei loro sintomi, anche se invalidanti, liquidandoli come somatizzazioni di uno stato ansioso curabile con qualche psicofarmaco, che ovviamente poi risulta inefficace.Dei 2430 membri della chat Telegram Il filo di Arianna, molti raccontano di aver chiesto accorato aiuto al proprio medico curante nella speranza di sentirsi accolti e compresi, invece si sono visti negare perfino l’evidente correlazione con il vaccino e quindi la conseguente segnalazione. Il servizio alla collettività e alla scienza, che dovrebbe essere un dovere del medico, viene così assolto più facilmente da una chat di Telegram, che fornisce l’aiuto utile alla compilazione del modulo online per segnalare gli effetti avversi dei vaccini sul portale https://www.vigifarmaco.it/ . Ma la chat di fatto è molto di più per questi nuovi ammalati: è quel punto di riferimento, quell’ancora a cui si aggrappano per ritrovarsi tra simili con cui condividono l’incerta sorte a cui sono stati prima costretti e poi abbandonati.Scorrendo la chat Telegram Comitato Ascoltami, con i s

Sorgente: I DANNEGGIATI da vaccino: i nuovi DISCRIMINATI – eVenti Avversi

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