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di Maurizio Tognaccini e Enrico Zanieri

Esattamente 47 anni le truppe dell’Esercito Popolare Nordvietnamita e le Forze Armate Popolari di Liberazione del Vietnam del Sud entravano a Saigon. Il 30 aprile 1975, con la liberazione di Saigon, si sanciva non solo la fine della guerra del Vietnam, ma si realizzava la riunificazione del paese sotto il governo di Hanoi e la fine della dominazione delle potenze imperialiste in Vietnam.

Era il culmine della lunga lotta iniziata nel 1930, quando il Comintern aveva incaricato Ho Chi Minh di porre rimedio alla frammentazione politica con l’unificazione dei molti partiti comunisti sotto un’unica organizzazione, il Partito Comunista Indocinese.

Il Partito Comunista Indocinese diventava quindi il cardine della Resistenza all’oppressione imperialista e il principale strumento di lotta del proletariato vietnamita. Non a caso, nel 1941, alla fondazione del Viet Minh, l’organizzazione che riuniva tutte forze politiche indipendentiste, furono i comunisti a poterla guidare, in virtù di una strategia politica ben delineata, di una chiara organizzazione leninista e una efficiente tattica militare.

I successi militari del Viet Minh, guidati da Vo Nguyen Giap, la contemporanea ritirata dell’imperialismo giapponese e del governo borghese dell’epoca su vastissime aree del paese, spinsero Ho Chi Minh a proclamare l’indipendenza del Vietnam ad Hanoi il 2 settembre 1945. Ma dopo la proclamazione d’indipedenza i comunisti vietnamiti dovettero affrontare una nuova minaccia, poiché la Francia imperialista, che aveva il controllo delle colonie dei paesi dell’Indocina e per mantenere il controllo economico e militare sul territorio, per competere con gli altri paesi imperialisti, Stati Uniti e Gran Bretagna, dichiararono guerra al nascente stato del Vietnam il 26 novembre del 1946. Vano tentativo, perché a Dien Bien Phu, nel 1954, l’esercito Viet Minh guidato da Vo Nguyen Giap sconfisse l’esercito francese. Anche stavolta, però, il Vietnam non poté festeggiare una piena indipendenza, né l’unità tanto agognata. Gli Accordi di Ginevra del 1954 stabilivano la creazione di un Vietnam del Nord, con capitale Hanoi, governato dal Partito dei Lavoratori del Vietnam e con Ho chi Minh come Presidente, e di un Vietnam del Sud, con presidente Ngo Dinh Diem appoggiato dalla potenza politica, militare e finanziaria degli Stati Uniti. Il diciassettesimo parallelo era posto a divisione tra i due mondi, capitalismo e comunismo.

Sebbene gli accordi stravolgessero la realtà dei fatti, ovvero della vittoria dell’indipendenza vietnamita, non fu il Vietnam del Nord ad iniziare le ostilità. Il governo del Vietnam del Sud, eterodiretto da Washington, iniziò una politica di stampo persecutorio nei confronti dei comunisti presenti nel Sud. L’appoggio logistico, finanziario e militare degli Stati Uniti era già decisivo nel 1955, e salirà vertiginosamente negli anni seguenti e a poco serviranno i cambiamenti presidenziali. Anzi, sarà proprio il democratico Kennedy ad approvare la “rimozione” di Ngo Dinh Diem proposta dalla CIA e sarà sempre lui il principale artefice dell’escalation militare che porterà in territorio vietnamita 15.500 militari statunitensi solo nel 1963. Alla fine, le Presidenze Jhonson e Nixon porteranno il numero dei militari statunitensi fino alla cifra iperbolica di 541.000.

 

“Se gli Stati Uniti manderanno un milione di soldati nel Sud Vietnam e migliaia di aeroplani contro il Nord non riusciranno mai a infrangere la ferrea volontà dell’eroico popolo vietnamita, deciso a combattere fino alla vittoria completa, alla liberazione del Vietnam del Sud ed alla riunificazione nazionale. Noi amiamo la pace più di ogni altro popolo, ma vogliamo una pace genuina, non una pace vergognosa, una pace americana.” (Ho Chi Minh)

 

È giusto ricordare che la Guerra del Vietnam è più correttamente chiamata dai vietnamiti, “la Guerra di Resistenza contro gli Stati Uniti”. Una guerra voluta dagli Stati Uniti e che aveva devastato il paese e lasciato sul campo oltre 5 milioni di morti, in gran parte civili massacrati dalle bombe al fosforo e dal napalm statunitense.

La vittoria dei Comunisti vietnamiti guidati dal generale Võ Nguyên Giáp e dal pensiero del presidente Ho Chi Minh, morto sei anni prima, si realizzano proprio il 30 aprile 1975 con la creazione di Vietnam unito e indipendente, libero dal giogo dell’imperialismo.

Un Vietnam Socialista.

Sorgente: 30 aprile 1975 – La caduta di Saigon pone fine alla guerra del Vietnam | La Riscossa

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