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La Nato sta fornendo armamenti e addestramento all’esercito ucraino, nelle cui fila c’è anche il Battaglione Azov, esplicitamente ispirato alla Germania nazista e accusato di crimini di guerra.

A cura di Davide Falcioni

La NATO sta formando militari del battaglione ucraino Azov, l’unità della Guardia nazionale ucraina guidata da neonazisti e accusata di crimini di guerra? A sollevare il sospetto non è un giornale vicino a Vladimir Putin, dunque teoricamente interessato ad alimentare la narrazione di Mosca di dover “denazificare” l’Ucraina; al contrario, a rilevare che l’Alleanza Atlantica starebbe addestrando uomini esplicitamente ispirati alle SS è stato ieri Nexta Tv, media bielorusso distribuito principalmente attraverso i canali Telegram e YouTube diventato popolare come fonte primaria di notizie sulle proteste del 2020-2021 contro il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, oggi principale alleato del Cremlino. Secondo Nexta Tv a Kharkiv sarebbe stato inviato un carico di lanciagranate e armi anticarro leggere Nlaw (Next Generation Light Anti-tank Weapon); l’addestramento sarebbe stato affidato a militari provenienti da Paesi Nato e i primi a beneficiare della formazione sarebbero stati proprio esponenti del battaglione Azov.
Cos’è il battaglione Azov: neonazisti accusati di crimini di guerra

La presenza del battaglione Azov tra le forze regolari ucraine è stato uno dei pretesti utilizzati da Vladimir Putin due settimane fa per giustificare l’invasione del Paese e la sua “denazificazione”. Ma di cosa parliamo? Azov nasce nel maggio del 2014 dalla fusione di due compagini paramilitari provenienti dalla galassia dell’estrema destra ucraina. Fondato da Andriy Biletsky, un militante neonazista, il battaglione viene impiegato nella riconquista di Mariupol, che diventerà successivamente il suo quartier generale, e conterebbe oggi circa 2milia militari arruolati, anche se come ricorda Domani “aggiungendo le altre organizzazioni legate al gruppo, il partito Corpo nazionale e le organizzazioni paramilitari non affiliate all’esercito, si arriva probabilmente a circa 10mila persone”. Una forza di tutto rispetto, quindi, esplicitamente ispirata a ideali neonazisti e xenofobi e protagonista – prima della guerra – di aggressioni a migranti, omosessuali e antifascisti.

Non solo: è Micromega a ricordare che Azov venne schierato in funzione antirussa e che alcuni dei suoi membri sono accusati di crimini di guerra: secondo rapporti dell’OSCE e dell’Alto Commissariato per i diritti umani dell’ONU avrebbero massacrato, stuprato e assassinato civili nelle regioni del Donbass a partire dalla crisi del 2014 e negli anni seguenti, beneficiando della più totale impunità da parte di Governo e forze armate ucraine. Non solo: il battaglione avrebbe ottenuto la “benedizione” del Ministro degli Interni ucraino dopo le rivolte di Maidan di otto anni fa dal momento che il governo riconobbe che il proprio esercito era troppo debole per fronteggiare i separatisti filo-russi. Al Jazeera e Open Democracy riferiscono che a finanziare Azov sono stati a lungo due oligarchi: Igor Kolomoisky, magnate dell’energia, miliardario e allora governatore della regione di Dnipropetrovska; e Serhiy Taruta, ricchissimo governatore della regione di Donetsk. Non solo due oligarchi, dunque, ma anche due uomini delle istituzioni ucraine.

da: fanpage.it

Sorgente: Il battaglione Azov e il sospetto che la Nato stia addestrando anche un gruppo di neonazisti

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