Alla Camera i gruppi studiano le possibili soluzioni in vista del voto del 24. La dem Serracchiani: “Non possiamo essere accusati di fare come Djokovic”. Leu: “Il discrimine è il possesso del Green Pass”. Il sottosegretario alla salute Sileri: “Trovare una soluzione per gli asintomatici”
Giovanna Casadio
“L’idea è semplice: prenotare uno degli hotel davanti Montecitorio per i positivi. Poi facilmente con un percorso protetto, passando dall’ingresso principale della Camera, far raggiungere ai parlamentari contagiati il cortile, dove sarebbe sistemata una cabina ad hoc per votare per il Quirinale”. Marco Di Maio è il renziano che ha messo sul tavolo la proposta di un Covid hotel Montecitorio. L’ha fatto durante la capigruppo di ieri sera, che è durata tre ore, e dove non si è trovata una soluzione sul voto dei Grandi elettori che saranno assenti forzati perché contagiati o quarantenati.
Sostanzialmente impossibile, o quasi, farli votare: è l’opinione del presidente della Camera, Roberto Fico, il quale comunque approfondirà. Ma il centrodestra continua insistere e il fronte di chi vuole una soluzione per il voto dei positivi si è allargato dalla destra a Italia Viva ai 5Stelle possibilisti. Dal sottosegrario alla Salute Pierpaolo Sileri arriva un’apertura: “Sicuramente i positivi dovrebbero avere il diritto di poter votare. È chiaro che esiste la malattia, ma qui ci troviamo davanti a una positività senza malattia, dove non c’è malattia ma semplice positività una soluzione può essere trovata”.
L’ipotesi del voto a distanza, ovvero di un seggio volante a casa, ha perso quota. Molti dubbi sulla segretezza della scheda. Mentre il Covid hotel Montecitorio riscuote successo. Marco Marin, capogruppo di Coraggio Italia, medico, l’ha definita una “proposta seria”, ma ha ribadito: “Non spetta a noi capigruppo studiare le soluzioni concrete, bensì al collegio dei questori e all’ufficio di presidenza. Però se dobbiamo essere noi a illustrare idee, allora io chiamo il Cts e ne metto giù alcune”.
Il Covid hotel Montecitorio è piaciuto a Fratelli d’Italia. Francesco Lollobrigida anzi, ha previsto una soluzione alternativa di voto per evitare che i positivi entrino in uno spazio – il cortile – contiguo all’aula. Potrebbero votare in un luogo distaccato, ma sempre della Camera, come ad esempio nello spazio dell’ex convento di vicolo Valdina. Anche qui, percorso riservato. “Se l’obiezione è che non si può votare fuori dalla sede parlamentare, allora si faccia votare dentro, appunto nei locali di vicolo Valdina o di Palazzo San Macuto, avendo un Covid hotel a disposizione in zona”, sempre Lollobrigida, che conteggia una crescita dei parlamentari positivi con ripercussioni sul quorum alla quarta votazione, quando la maggioranza da raggiungere sarà di 505.
Paolo Barelli, capogruppo forzista, ha concordato e richiamato la circolare del 13 gennaio del ministero della Salute in cui appunto si parla, in generale, della possibilità degli spostamenti dei positivi da un domicilio a un altro. No dal Pd e da Leu. Debora Serracchiani, la capogruppo dem, ha avvertito del rischio di essere “accusati di fare i Djokovic della politica”. Tam tam che già circola sui social, e su cui il renziano Di Maio ha contrattaccato: attenzione a non scambiare le prerogative dei parlamentari per privilegi, allora dovresti anche pagare il biglietto del treno per arrivare alla Camera. Inoltre, sempre Marco Di Maio ha osservato che “i cittadini anche positivi possono esercitare il loro diritto di voto, ad esempio così è stato per le suppletive di Roma”. Lollobrigida a Serracchiani: “Privilegio è tenere aperto un ristorante quando è stabilito che siano chiusi. Che i Grandi elettori votino il capo dello Stato è un dovere”.
Per il capogruppo di Leu, Federico Fornaro c’è un semplice confine: avere o meno il Green Pass. Se ce l’hai voti, se non ce l’hai, non puoi votare. Si sta parlando di Green Pass semplice, quindi o sei vaccinato o hai un tampone negativo. “Bisogna fare come in qualsiasi luogo di lavoro. I positivi o quelli in isolamento hanno automaticamente il Green Pass sospeso e quindi non possono entrare”, ha ribadito Fornaro.
Ma su una cosa le maglie del Parlamento si allargano: la temperatura. Chi avrà all’ingresso della Camera più di 37,5 di temperatura, che finora è la misura insuperabile per accedere anche a Montecitorio, potrebbe invece passare lo stesso, dopo avere fatto un tampone rapido risultato negativo. In pratica se hai una influenza voti.
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