2 5 minuti 2 anni

di Luigi Ippolito, corrispondente da Londra

La decisione mentre emergono nuove rivelazioni sul comportamento «disinvolto» di Johnson durante il lockdown: avrebbe partecipato a una festa di compleanno in suo onore nel giugno del 2020, quando questo tipo di eventi era vietato

Adesso c’è anche un’inchiesta di Scotland Yard ad abbattersi sul capo di Boris Johnson. La massima responsabile della Polizia Metropolitana di Londra, Cressida Dick, ha annunciato martedì mattina che è stata aperta un’indagine criminale sulle feste tenute a Downing Street durante i lockdown: «Posso confermare – ha detto – che Scotland Yard sta investigando una serie di eventi che si sono svolti a Downing Street negli ultimi due anni in relazione a potenziali violazioni dei regolamenti sul Covid».

I party oggetto di indagine sono almeno otto, su una ventina che si sono svolti negli uffici governativi quando le restrizioni per la pandemia lo vietavano. Cressida Dick ha ammesso che è inusuale che la polizia si occupi di faccende simili a tale distanza di tempo, ma ha spiegato di comprendere la «profonda preoccupazione pubblica» per il comportamento del governo a fronte degli «enormi sacrifici» sopportati dalla popolazione durante l’emergenza sanitaria.

Perché di questo si tratta: dell’indignazione popolare di fronte a una classe dirigente che ignorava le regole che invece valevano per tutti gli altri. I «crimini» imputati a Johnson e al suo staff sono in realtà lievi e comportano al massimo una multa da 100 sterline: ma è l’impatto politico che è devastante. Ed è per questo che Scotland Yard annuncia che indagherà «senza timori né favoritismi». La conseguenza immediata dell’inchiesta della polizia è stata tuttavia il rinvio della pubblicazione del rapporto di Sue Gray, l’alta funzionaria governativa che era stata incaricata di condurre una indagine indipendente sulle feste a Downing Street.

Le conclusioni di questa inchiesta erano attese a giorni: e tanti deputati conservatori attendevano questo momento per far partire le lettere di sfiducia contro Boris Johnson. Adesso però tutto è rimandato alla fine del procedimento avviato da Scotland Yard: che potrebbe richiedere settimane, se non mesi. Resta dunque da vedere se i deputati ribelli decideranno che è comunque arrivato il momento di agire o se al contrario l’ingresso in campo di Scotland Yard non abbia dato al premier più tempo per preparare une controffensiva: e in ogni caso anche i conservatori più furiosi con Boris non hanno le idee chiare su chi dovrebbe essere il successore. Certo è che la pressione su Johnson cresce di ora in ora: stamattina lui si è ritrovato sulle prime pagine di tutti i giornali con la nuova accusa di aver partecipato a una festa di compleanno in suo onore nel giugno del 2020, quando questo tipo di eventi era vietato. Il party si era svolto a Downing Street alla presenza di una trentina di persone, che gli hanno cantato “Happy Birthday” e tagliato una torta decorata con la bandiera britannica. Boris non ha negato la circostanza, ma ha detto di essersi affacciato alla festicciola solo per pochi minuti. Ma questo non ha smorzato l’indignazione, perché in tanti hanno ricordato la lettera scrittagli proprio in quei giorni da una bambina delle elementari, che per senso del dovere aveva cancellato la propria festa di compleanno: Boris le aveva risposto di suo pugno lodandola per il suo sacrificio. Ma chiaramente è una regola che per lui non valeva.

Sorgente: Boris Johnson e i party a Downing Street: ora indaga anche Scotland Yard- Corriere.it

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20

2 commenti su “Boris Johnson e i party a Downing Street: ora indaga anche Scotland Yard

  1. Quello che mi preoccupa è che tutta “L’indignazione” è concentrata sul personaggio Boris Johnson, e non sulla politica fallimentare che è ancora in atto, e tuttora condivisa dagli stessi conservatori, che puntando il dito verso l’albero, sperano di distrarre l’attenzione sullo stato pietoso della foresta.