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Con le sette vittime uccise dal freddo sull’ultimo barcone diretto a Lampedusa, sono già 35 le persone che hanno perso la vita nel 2022. E più della metà di chi parte dalla Libia viene riportato indietro. Tutti i numeri delle rotte verso l’Italia

di Alessandra Ziniti

Trentacinque morti accertati solo in questi primi giorni dell’anno (al netto dei dispersi di almeno due naufragi fantasma). E 1581 nel 2021, ben 600 in più dell’anno precedente. Le partenze dalla Libia sono riprese in modo massiccio. E il Mediterraneo centrale si conferma la rotta più pericolosa per chi dall’Africa prova a raggiungere l’Europa. Gli ultimi sette morti, nella notte tra lunedi e martedì, su un barcone a due piani diretto a Lampedusa: morti assiderati, uccisi dal freddo e dall’indifferenza degli Stati che continuano ad ignorare le richieste di soccorso. Alarm Phone aveva lanciato l’Sos per quel barcone a Italia e Malta sei ore prima. Da qui il pesante atto di accusa dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni.

“Ritardi e silenzio sulle vittime in mare”

“Anche 10 minuti di ritardo possono fare la differenza tra la vita e la morte – dice Flavio Di Giacomo, portavoce Oim per il Mediterraneo – siamo sicura sicuramente preoccupati per il fatto che, dopo aver registrato 1581 morti nel 2021 lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, altre persone stanno continuando a morire in queste prime settimane del 2022. Se ne parla troppo poco e pare che su queste tragedie sia calata un’indifferenza generale che sicuramente è allarmante. Con i 7 cadaveri di oggi (ieri, ndr) sono già 35 le vittime registrate quest’anno. Il dramma di oggi dimostra come la situazione in Libia resti drammatica e di come i migranti continuino a fuggire, anche durante questa stagione invernale e in condizioni meteo difficili, dalle violenze e dagli abusi subiti in quel paese”.

Il soccorso della flotta umanitaria: “Niente parole, solo rabbia”

Nel Mediterraneo, a provare a dare soccorso alle imbarcazioni che partono dalla Libia e dalla Tunisia sottraendole alla cattura da parte della guardia costiera libica, è tornata la flotta civile delle navi umanitarie che, negli ultimi giorni, hanno salvato più di 700 migranti. Quelli presi a bordo della Mare Jonio sono stati sbarcati nei giorni scorsi, ma i quasi 500 sulla Geo Barents di Medici senza frontiere sono da giorni in alto mare e sia Italia che Malta continuano a negare il porto di sbarco. “7 persone morte di freddo alle porte dell’#Europa .. non ci sono parole, solo rabbia. Quando dolore, quante vite calpestate … tutto evitabile. Quando diventeremo l’Europa dell’accoglienza e paladina dei diritti promessa alla sua fondazione”, accusa Claudia Lodesani, presidente di Msf Italia.

Quei 25 barconi degli ultimi giorni

Negli ultimi giorni sono stati 25 i barconi che hanno preso il mare dalla Libia verso l’Italia, almeno la metà sono stati intercettati e riportati indietro dalla guardia costiera libica. Anche i numeri degli arrivi dello scorso anno confermano che sono più i migranti che vengono ripresi che quelli che riescono ad arrivare. Secondo le stime dell’Oim, nel 2021 a fronte di 31.556 migranti sbarcati in Italia dalla Libia sono stati 32.425 quelli intercettati dalla Guardia costiera libica. Poco più di 20.000 invece quelli approdati dalla Tunisia mentre si conferma in forte incremento dopo l’occupazione dell’Afghanistan da parte dei talebani, con quasi 16.000 arrivi, la rotta orientale da Grecia e Turchia.

 

 

“Il fatto che la causa del decesso dei 7 migranti trovati oggi pare sia stata l’ipotermia dimostra come si rischi di morire non solo a causa di naufragi, ma anche per colpa del freddo – dice ancora Di Giacomo-.  E’ necessario quindi che ci siano più navi di soccorso, in grado di intervenire in modo tempestivo e veloce per salvare vite e portare i migranti in un porto sicuro (quindi non la Libia”.

Sorgente: Migranti, la denuncia dell’Oim: “Più di 1.600 morti in mare nell’ultimo anno per la mancanza di soccorsi” – la Repubblica

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