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19 April 2024
0 6 minuti 2 anni
Il governo avrà accesso a tutti i dati personali dei cittadini e potrà perseguitarli. Varsavia si prepara anche a bandire del tutto l’interruzione di gravidanza criminalizzando le donne: potranno essere punite con 25 anni di carcere per aborto e 5 anni per aborto spontaneo

BERLINO – “Potranno sorvegliare le donne per capire se vogliono abortire o prendere la pillola del giorno dopo, perseguitare le famiglie arcobaleno, strappare i figli alle persone Lgbtq+, impedire divorzi. Stanno chiudendo il cerchio”. Marta Lempart, madre delle piazze polacche che protestano da anni per i diritti delle donne, delle minoranze e della comunità Lgbtq+, cofondatrice dello “Sciopero delle donne”, è di nuovo in strada. La raggiungiamo al telefono: da giorni sta manifestando davanti al quartier generale di “Diritto e giustizia” (Pis), il partito al governo, contro due leggi abominevoli che stanno per essere approvate dal Parlamento. Le proteste sono intitolate “non chiedermi il sangue”, i manifestanti si sono sdraiati davanti alla sede del Pis e si sono coperti con lenzuola tinte di rosso.

 

La Polonia sta compiendo un altro deciso passo verso un Grande fratello medievale, verso un regime autoritario e pervasivo che spazzerà via ogni legge sulla privacy e rintraccerà donne in procinto di abortire o coppie in crisi o famiglie arcobaleno con la dichiarata intenzione di ristabilire un ordine sociale feudale, da “Racconto dell’Ancella”. Il Parlamento sta approvando la creazione dell’”Istituto per la famiglia e la demografia” che avrà lo scopo ufficiale di scoraggiare divorzi, impedire aborti e disgregare le famiglie arcobaleno. 

Una legge che, quando sarà approvata definitivamente dal Senato (probabilmente a metà dicembre), introdurrà da gennaio una sorta di “superprocuratore” che avrà accesso a tutti i dati personali dei cittadini e potrà perseguitarli. Un abominio, in un continente che ha sconfitto due volte regimi totalitari che aspiravano al controllo totale dei cittadini e alla repressione delle minoranze e degli oppositori. E che vanta oggi le norme più all’avanguardia nel mondo per la protezione dei dati personali.

Una seconda legge sarà esaminata domani sempre dal Sejm, la Camera Bassa del Parlamento polacco, ed è altrettanto sconvolgente. Dopo le norme iper restrittive anti-aborto approvate tra miriadi di proteste negli anni scorsi, Varsavia si prepara a bandire del tutto l’interruzione di gravidanza criminalizzando le donne. “Nonostante la morte di Izabel”, la donna deceduta di recente tra atroci sofferenze dopo che era stata costretta a portare in grembo un feto malformato, “la legge punta a punire le donne con 25 anni di carcere per aborto e 5 anni per aborto spontaneo”, ci spiega da Bruxelles Irene Donadio, membro dell’associazione umanitaria International Planned Parenthood Federation European Network ((Ippf).

 

Le nuove norme spazzerebbero via le rarissime eccezioni ancora valide in Polonia per l’interruzione di gravidanza. In futuro le donne non potrebbero neanche abortire in caso di stupro, incesto o se la vita della donna fosse a rischio. “Il modello è il Salvador”, commenta Donadio, uno dei Paesi più retrogradi al mondo nei diritti delle donne. 

Quella del governo di Mateusz Morawiecki è una nuova, palese sfida a Bruxelles. Soprattutto la legge sull’Istituto per la Famiglia e la Demografia: il presidente sarà il cattolico fondamentalista Bartlomiej Wroblewski, vicino alla fondazione ultrareligiosa Ordo Iuris, autore in passato della famosa mozione anti-abortista alla Corte costituzionale che ha prodotto, di fatto, il bando delle interruzioni di gravidanza che vige oggi in Polonia. L’aspetto più incredibile è che a Wroblewski saranno affidati poteri da magistrato, potrà partecipare ai processi per aborto, divorzio o nelle udienze sulle famiglie Lgbtq+ nella veste di procuratore.

Una nuova, palese violazione dell’indipendenza della giustizia. Violazioni simili stanno già costando multe salate alla Polonia, che da mesi rimanda l’abolizione della Camera disciplinare dei giudici, l’”Inquisizione” dei togati che le istituzioni europee hanno chiesto ripetutamente, anche attraverso sentenze della Corte di Giustizia Ue, di sciogliere.

 

L’Istituto della Famiglia e Demografia è una sorta di Superprocura che avrà il potere di dare la caccia a donne e minoranze. In più, ci spiega Marta Lempart, “l’Istituto avrà accesso a tutti i dati personali dei cittadini mai raccolti dallo Stato polacco: dati medici, anagrafici, civili e penali, i dati scolastici, tutto”. Per Lempart, vittima a sua volta di una kafkiana persecuzione legale – sta subendo 83 processi, uno dei quali potrebbe mandarla in carcere per otto anni – “è un nuovo, micidiale attacco alle donne, alle minoranze, agli oppositori, alle persone Lgbtq+. L’Europa non può più stare con le mani in mano, deve agire. Queste leggi sono una provocazione, uno schiaffo in faccia anche all’Unione europea”.

Sorgente: Polonia, nuovo strappo sui diritti: una legge per istituire il superprocuratore antiaborto, divorzio e Lgbtq+ – la Repubblica

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