«Dagli elementi raccolti nel corso delle investigazioni, e in particolare dalle consulenze tecniche compiute nel contraddittorio tra tutte le parti – si legge in una nota della Procura -, è emerso che Roggero, dopo la conclusione della rapina, inseguiva all’esterno dell’esercizio i tre rapinatori che, già usciti dalla gioielleria con la refurtiva, stavano dandosi alla fuga. E da distanza ravvicinata sparava contro gli stessi, disarmati, scaricando l’intero caricatore, con la volontà di cagionarne la morte, eccedendo in tal modo volontariamente i limiti della legittima difesa patrimoniale». E ancora: «E’ emerso altresì che il gioielliere è privo di porto d’armi e quindi il fatto di aver portato l’arma, legittimamente detenuta nella gioielleria, all’esterno della stessa, comporta anche l’accusa di porto abusivo d’armi».
Per Giuseppe Modica, infine, padre del rapinatore sopravvissuto, è stata chiesta l’archiviazione dell’accusa di favoreggiamento personale: non è stata raggiunta la prova che abbia favorito la fuga del figlio dopo il colpo.