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Nella giornata di ieri Piazza del Campidoglio è stata ricoperta dalle divise Alitalia di un gruppo di lavoratrici che si sono spogliate degli abiti di lavoro. Sono rimaste in sottoveste durante una silenziosa protesta contro il disprezzo della legge e l’arroganza con le quali ITA ha messo alla porta 8.000 dipendenti dell’ex compagnia di bandiera. Alla fine, sulla piazza sono rimaste soltanto le scarpe delle lavoratrici.

Come al solito, anche la crisi Alitalia ha colpito soprattutto le donne, le più esposte, le vittime sacrificali di un sistema economico che riavvolge il nastro riproponendo ancora oggi, del tutto intatti e irrisolti, i problemi della parità sul lavoro.

Al flashmob hanno preso parte diverse iscritte all’Unione Sindacale di Base, sempre in prima fila per rivendicare diritti e dignità durante le lotte del trasporto aereo. Alla fine della protesta la sindaca uscente Virginia Raggi – che ha concesso l’uso della piazza – ha assicurato il proprio impegno affinché il progetto industriale di ITA venga modificato, anche e soprattutto dal punto di vista della tutela dei posti di lavoro. L’auspicio di USB è che il sindaco entrante, Roberto Gualtieri, l’iniziatore della stagione della discontinuità, sappia rimediare a un disastro che colpisce soprattutto il territorio romano.

Ma le emergenze per lavoratrici e lavoratori del trasporto aereo in Italia non sono solo quelli dell’Alitalia.

In occasione della prima convocazione del tavolo sul trasporto aereo da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, un nutrito gruppo di lavoratori e lavoratrici Air Italy provenienti da molte parti d’Italia, insieme a quelli di altre compagnie in crisi come Norwegian, hanno dato vita a una vivace manifestazione a Roma che ha portato anche un piccolo corteo verso porta Pia.

Dopo il riavvio della terza procedura di licenziamento collettivo, oggi questi lavoratori, che hanno la sola colpa di essere vittime di una delle più colossali bufale industriali con la vendita a Qatar Airways, hanno battuto un colpo e dimostrato che non sono affatto disposti a farsi licenziare in silenzio.

Per quanto riguarda il tavolo, USB ha chiesto che nella fase emergenziale di uscita dal Covid-19 con i cocci di ripetuti fallimenti industriali, l’intero trasporto aereo sia gestito dichiarando tutto il settore area di crisi, per permettere la rinascita di reali progetti industriali con i necessari ammortizzatori sociali.

Dobbiamo evitare che si gestisca la crisi come fatto in occasione della nascita di ITA, o dell’assegnazione della continuità territoriale in Sardegna.

Vogliamo lavoro, diritti, contratto nazionali. Non vogliamo più un settore Far Wwest dove il più furbo vince ai danni dell’intero Paese.

Il Ministero alle Infrastrutture ha aggiornato il tavolo entro i prossimi 15 giorni e ci auguriamo che alla disponibilità verbale si accompagnino i fatti.

Sorgente: Protesta delle lavoratrici ex Alitalia al Campidoglio. Lavoratori Air Italy in corteo al Ministero Infrastrutture – Contropiano

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