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Uno dei temi fondamentali sul Green Pass che viene accuratamente taciuto è quello relativo alla raccolta di informazioni. E’ chiaro ed evidente che lo stato verrà in possesso di una quantità di dati sulle persone che consentirà di ricostruire reti sociali, abitudini e volendo anche “vizi” e “segreti”. Non è neanche uno sforzo logistico di enorme portata per ottenere questi dati di secondo ordine sulle persone. A quel punto basterà selezionare le persone di interesse su cui focalizzarsi e utilizzare strumenti informatici di IA peraltro facilmente reperibili anche da privati cittadini.

La roccolta di informazioni sulle persone target è il passo propedeutico e fondamentale per creare una rete di delatori, di spie per conto del potere. La lezione in teoria dovremmo averla imparata, perchè è il sistema che utilizzarono la PolPol (Polizia Politica) e l’Ovra al tempo del fascismo. Una volta individuato il target (ovvero la persona da zittire o da far diventare delatore) basterà studiarne le abitudini: amanti, uso di droga, alcol, gioco d’azzardo e chi più ne ha ne metta. E qualora non si trovi nulla sulla persona basterà allargare la ricerca ai familiari: coniuge e figli. E il gioco è fatto per far partire il ricatto con cui farlo diventare delatore della Questura (o ente equipollente, servizi, militari ecc.).

Nel ventesimo secolo per ottenere questi dati era necessario uno sforzo logistico enorme, ma ora con gli strumenti informatici a disposizione non è manco necessario mobilitare chissà che cosa. I dati per fare il primo screening del target li hanno tramite green pass e poi si agisce con gli strumenti ordinari.

Sorgente: Green Pass e raccolta dati sensibili: perché tanto silenzio? – Economia e dintorni – L’Antidiplomatico

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