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Intervista all’ex deputato Gianni Fava, sfidante all’ultimo congresso leghista. Giancarlo non è un leader: non si candiderà al congresso. E non farà un nuovo partito del Nord. Semmai punta a fare il premier se Draghi andasse al Quirinale

Andrea Carugati

«Giorgetti? Sui candidati sindaci di Roma e Milano ha dato semplicemente una valutazione oggettiva. L’unico vivo è Paolo Damilano a Torino, gli altri sono politicamente già morti. E una persona intelligente come lui mica mette il cappello su dei soggetti inutili». Gianni Fava è stato l’ultimio sfidante di Salvini a un congresso. Era il 2017, il partito era la Lega Nord prima che venisse rottamata. Mantovano, parlamentare dal 2006, poi dal 2013 assessore all’Agricoltura della giunta Maroni in Lombardia. Uno dei colonnelli più potenti della Lega in Lombardia. Poi nel 2018 il ritiro dalla politica. «Sono stato vittima come tanti miei sostenitori di purghe staliniane. Ma va bene così, a me la Lega sovranista non mi ha mai interessato. Io sono nordista e antifascista».

È vero che fu Luca Morisi a stilare le liste dei buoni e dei cattivi?
Le ha fatte Salvini, ma Morisi ha avuto un ruolo politico di primo piano. Non era solo un megafono social. I contenuti di questi anni erano i suoi assai più che di Salvini: il trumpismo, il nazionalismo.

Torniamo a Giorgetti. L’ha colpita quel giudizio sui candidati del centrodestra a una settimana dal voto?
No, perché è esattamente quello che pensa Giorgetti. Certo, per uno schivo come lui è tipico lasciarsi andare così, si vede che ormai ha rotto gli ormeggio: ha capito che l’era di Salvini è finita. E lui non ha più paura.

Giorgetti vorrà sfidarlo al congresso? O pensa di fare un nuovo partito federale sul modello della Csu bavarese?
Giancarlo è un secondo naturale, non ha l’indole per fare il leader. La Csu esisteva già, era la Lega Nord, ma l’hanno ammazzata. E Giorgetti al momento di scegliere ha scelto Salvini. Le assicuro che nessuno sta lavorando a una nuova forza nordista. Magari. Credo che ne sarei informato. Forse si stanno pentendo di quello che hanno fatto alla Lega Nord, ma questo è un altro discorso.

Davvero crede che il salvinismo sia finito?
Può sopravvivere, ma la Lega di Salvini è destinata all’irrilevanza. Lo è già sotto il governo Draghi. È un movimento personale destinato a sparire col suo leader. E i segnali ci sono già: con Morisi è caduto uno dei pilastri, lo sbarco al sud è fallito.

Non ci sarà un congresso?
Può darsi che Matteo ne metta in piedi uno con un finto avversario. Ma di certo non sarà Giorgetti. Tutti quelli che rappresentavano un’altra idea di Lega sono stati messi fuori.

Dunque il ministro dello Sviluppo ha fatto tutto questo rumore senza avere un disegno alternativo?
Ha preso atto che il re è nudo. Ha parlato adesso perché se lo poteva permettere. Ce lo vede uno come Giorgetti che fa campagna per Bernardo o per Michetti? Perderebbe di credibilità. E lui è intelligente.

Dunque se il voto alle comunali andrà male non succederà nulla nella Lega?
Qualcuno forse chiederà conto, penso senza grandi risultati. E del resto se cade Salvini vanno a casa tutti. Non escludo che il caso Morisi possa far stringere le truppe intorno al capo.

Su Morisi Salvini ha parlato di processo politico.
Ma figuriamoci. Sulla vicenda personale non mi esprimo, ma la linea politica della Bestia era già morta. Il Covid ha cambiato le priorità degli italiani, la narrazione dell’aggressività non tira più. La gente cerca certezze sulla salute, sull’economia. E infatti il calo dei consensi non deriva dalla vicenda personale di Morisi.

Non c’è più spazio per il sovranismo?
A parte quattro pirla che vanno in tv quella politica non esiste più. I voti rimasti ce li hanno persone come Zaia, Fedriga, quelli che amministrano. Se vai in una fabbrica in Lombardia o Veneto e gli parli di Trump o Le Pen ti prendono a calci.

Però Salvini ha ancora un suo consenso. O crede che la Meloni drenerà altri voti?
Credo che Fdi abbia già preso una fetta consistente di voti in uscita. Salvini può restare ancora un po’ sul 15%, ma senza prospettive. Meno che mai palazzo Chigi. Mi pare che sia entrato in confusione, ma da un po’, non da questa settimana.

E Giorgetti cosa farà?
Di certo ora il suo leader è Draghi. E credo farà di tutto per lasciarlo a palazzo Chigi.

Se Draghi andasse al Colle?
Credo che Giancarlo si senta in pole position per succedergli a palazzo Chigi. Quando lo candida al Quirinale è evidente che pensa alla staffetta.

Salvini accetterebbe?
Lo ha già fatto ministro controvoglia. Non avrebbe la forza di opporsi.

Sorgente: Gianni Fava: «Giorgetti ha preso atto che il re è nudo. Il salvinismo è finito» | il manifesto


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