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La nomina della commissione di 7 saggi per lo Statuto raffredda la situazione e frena quella che sembrava una scissione imminente. E i sostenitori della pace esultano. Ma al momento l’ex premier resta in silenzio

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La prima reazione alla mossa di Beppe Grillo nel suo duello a distanza con Giuseppe Conte non può essere registrata dalle agenzie di stampa: è un enorme sospiro di sollievo del corpaccione di deputati e senatori, ministri e sottosegretari. Il primo effetto, infatti, è che la scissione per il momento non c’è e soprattutto non c’è il momento di dover decidere tra il garante e l’ex premier, un incubo che per alcuni è vissuto come le pene dell’inferno. Il tentativo di mediazione di Grillo è stato accompagnato da poche righe in cui Conte non viene mai citato. Anche per questo si può parlare di una tregua e non di un armistizio. L’ex premier, convinto dai più alti dirigenti del Movimento che stanno lavorando come pacificatori (da Luigi Di Maio a Roberto Fico), ha frenato la sua corsa verso il maniglione antipanico dell’uscita di sicurezza. E dall’altra parte il fondatore-garante-papà ha affidato le modifiche dello statuto a una sorta di commissione di 7 saggi, nella quale spiccano figure anche molto vicine a Conte, come il ministro Stefano Patuanelli o il capogruppo al Senato Ettore Licheri o ancora “l’eterno reggente” Vito Crimi. Resta da capire come Conte riuscirà a recuperare il rapporto personale con Grillo, visto che il garante rimarrà lì dov’è. E quale saranno le sue intenzioni se le modifiche alle carte statutarie su cui ha lavorato per 4 mesi davvero stravolgeranno il suo progetto (quello che, ha detto, non può restare nel cassetto). “Tempi brevissimi” ha chiesto Grillo: è in questo periodo, non quantificato, che i 7 esponenti di alto rango del M5s dovranno trovare l’equilibrio tra le richieste di Grillo sulla sua figura di garante e quelle di Conte di rinnovamento, peraltro come gli era stato chiesto a marzo.

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Di sicuro i primi a canticchiare vittoria, oggi, sono quelli che si sono appellati – con tutte le parole a disposizione – all’unità e alla rappacificazione. Sembravano visionari – loro, non Grillo! – quando mercoledì sera, dopo il video di Grillo e la risposta per strada di Conte, parlavano di un barlume di speranza, di uno spiraglio di luce. Ce n’erano di tutte le osservanze, anche se nei 5 Stelle è sempre difficile parlare di correnti. E oggi ci credono ancora di più. Luigi Gallo, presidente di commissione, tra i più attivi per rivendicare un ruolo per i gruppi parlamentari: “Credo e spingerò fino alla fine affinché Conte e Grillo possano arrivare ad un accordo. Credo ancora che il miracolo sia possibile”. Carlo Sibilia, sottosegretario, aggiunge che è “molto positiva la svolta di queste ore” e che “restando uniti il risultato è assicurato e non può che essere positivo”. Francesco Berti, deputato, twitta: “Unire, non dividere: non abbiamo bisogno di nuovi partiti o di scissioni, ma di spirito di comunità”.

Ora si apre il weekend in cui il comitato dei 7 proverà a muovere le prime pedine: in mano hanno la sorte della forza politica che rappresenta ancora il gruppo di maggioranza relativa in Parlamento. E però resta da capire l’umore di Conte che il Corriere descrive “dispiaciuto, amareggiato, ferito” dalle parole dell’ex ministro Vincenzo Spadafora (che aveva detto in sostanza che l’ex premier era stato bravo a Palazzo Chigi ma non lo vedeva certo come leader di partito). Più sul concreto la mossa di Grillo ha cambiato le prospettive. Ci sarà da capire solo quante cicatrici rimarranno e quanto peseranno sul futuro, anche immediato.

Sorgente: Caos M5s, il weekend di tregua dopo la mossa di Grillo. Sospiro di sollievo degli eletti: “Si può trovare l’intesa, il miracolo è possibile” – Il Fatto Quotidiano

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