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Si comincia venerdì 9, in un tratto nevralgico come i 100 chilometri centrali dell’A14 tra Marche e Abruzzo. E, per i tratti più soggetti a paralisi, sconti ed esenzioni sui pedaggi

di Maurizio Caprino

8′ di lettura

Dimenticate le chiusure dei cantieri autostradali in agosto: i lavori per rimettere in sicurezza molte autostrade italiane dopo decenni di manutenzioni “al risparmio” sono tanto numerosi che non si può chiuderli quasi tutti nella fase più intensa dell’esodo estivo. In compenso, si fa di tutto per chiuderne qualcuno già in luglio: si comincia venerdì 9, in un tratto nevralgico come i 100 chilometri centrali dell’A14 tra Marche e Abruzzo. E, per i tratti più soggetti a paralisi, ecco sconti ed esenzioni sui pedaggi. Ma spesso sono solo per il traffico locale.

Il tutto in un’estate ancora segnata dal Covid, che ha convinto circa l’80% dei vacanzieri a scegliere di muoversi in auto. Insomma, è un po’ una riedizione del caos del 2020. E bisogna farci l’abitudine: in buona parte del Paese, il degrado è tale che i lavori sono destinati a durare per tutto questo decennio o poco meno. Quindi, mettete da parte le recriminazioni sui cantieri che non chiudono mai, un classico dell’Italia che non sapeva del degrado: sono tutti lavori necessari e non rinviabili.

Il quadro generale

Come già nel 2020, i punti più critici sono la Liguria e la parte centrale dell’A14, dove alle carenze delle strutture si aggiungono i flussi di traffico che d’estate sono sempre molto elevati. Ora si aggiunge il nodo di Firenze: i benefici effetti degli ampliamenti sono neutralizzati da problemi nelle gallerie. E il mix restrizioni-traffico potrebbe dare problemi pure sulle autostrade A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo.

Ovviamente resteranno code anche negli altri tratti noti per questo, come l’Autobrennero e l’A4 Torino-Trieste. Ma non saranno aggravati da cantieri e restrizioni per problemi strutturali.

Scarse le possibilità offerte dagli itinerari alternativi. Per esempio, è poco consigliabile scegliere la E45 Orte-Ravenna al posto dell’A1 o dell’A14, perché il suo percorso è costellato da ancor più scambi di carreggiata.

 

In generale, poi, la viabilità ordinaria soffre di un paradosso: in caso di chiusure delle autostrade a pedaggio per problemi strutturali che nascono dalle ispezioni, il traffico viene deviato proprio su statali e provinciali, dove però i controlli sono minori che sulla rete a pagamento e i soldi pubblici per la manutenzione spesso non bastano.

Sorprese sempre possibili

Certo, rispetto al 2020 le ispezioni su ponti, gallerie e barriere si sono moltiplicate e si basano su linee guida ministeriali, quindi si va incontro a meno sorprese. E si sta facendo di tutto per limitare i giorni in cui è disponibile una sola corsia per senso di marcia: lavori prevalentemente notturni con stop nei weekend dove possibile (spesso fermarsi ora significa pregiudicare la forte ripresa del traffico pesante prevista in alcuni tratti da settembre), comunicazioni dei programmi dei cantieri, concertazione con le istituzioni locali.

Ma la rete è quella che è. E basta anche un banale inconveniente sul cantiere – come la rottura di una piattaforma usata per le ispezioni o una perdita di gasolio da un mezzo d’opera – per rinviare una riapertura programmata e causare code lunghe anche più di 10 chilometri: è accaduto in Liguria più di una volta, negli ultimi mesi.

Altre volte accade che le ispezioni evidenzino situazioni impreviste, come accaduto sempre in Liguria sui viadotti Valle Ragone e Costa Rossa, sull’A12 tra Genova e Sestri Levante. Il superispettore del ministero delle Infrastrutture, Placido Migliorino, ha riscontrato eccessive oscillazioni di alcuni piloni durante le frenate dei mezzi pesanti e ha prescritto per questi il divieto di transito, con code alle uscite e caos sulla viabilità ordinaria. Anche per questo, per la sua rete ligure, Autostrade per l’Italia (Aspi) non rende note previsioni mensili, ma solo quotidiane e settimanali.

Ma il problema non è solo ligure: la notte tra l’8 e il 9 luglio l’Italia è stata tagliata in due dall’improvvisa chiusura dell’A1 tra Barberino e Calenzano – con code di 10 chilometri nonostante l’orario notturno – perché non quadravano le verifiche di sicurezza del viadotto Fosso Torraccia. Riapertura provvisoria già il 9 mattina, ma si attendono le prove di carico entre sette giorni per capire se quest’emergenza potrà rientrare.

Senza contare che su vari tratti, soprattutto in Sicilia, ci sono situazioni finite sul tavolo delle Procure, dopo le preoccupate segnalazioni di Migliorino. I pm finora non hanno preso provvedimenti, ma in questa situazione può bastare anche un episodio di poco conto a suscitare allarme, portando a una chiusura precauzionale di ore o giorni.

I rimedi in campo

Così il 30 giugno, davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha potuto solo ammettere che «il sistema autostradale e stradale è in grave difficoltà» e che ora si sta cercando di «dare soluzioni concrete, ma in un quadro di ritardo complessivo di vari soggetti» (il suo stesso ministero e i gestori, un motivo in più per il quale è difficile che lo Stato decida di punire questi ultimi con penalità significative per le inerzie degli scorsi decenni).

Di fatto, le «soluzioni concrete» sono pochine. Una sta nell’uso di speciali macchine che spostano rapidamente i blocchi di barriera new jersey provvisoria che divide le corsie aperte al traffico nei due sensi di marcia: in pochi minuti, si cambia la configurazione per adeguarsi al traffico, dando due corsie nella direzione più affollata. Ma queste macchine funzionano solo sulle autostrade più vecchie, i cui viadotti consistono di fatto in un unico impalcato su cui si ricavano due carreggiate divise dal solo spartifraffico (come il Ponte Morandi crollato a Genova), mentre normalmente ci sono due impalcati autonomi separati dal vuoto. Così questa soluzione è adottata solo in pochi casi, come sul tratto montuoso finale dell’A6 Torino-Savona.

Negli altri casi si conducono analisi per simulare quando e dove saranno le code più critiche. Quasi sempre, vengono individuate dove il traffico in una direzione può transitare su una sola corsia. A quel punto, si valuta se c’è lo spazio fisico per ricavarne un’altra, sia pure ristretta (cosa che costringe a rallentare fino a formare code, ma consente di accorciarle).

Come mai si può trovare una sola corsia anche quando ci sarebbe lo spazio per averne due? Questione di norme: quelle sui cantieri stradali impongono comunque una larghezza minima della parte aperta al transito e si può derogare solo temporaneamente, in caso di emergenza (per esempio, quando c’è un incidente). Così si può decidere di usare questa possibilità quando la coda si allunga molto, per poi tornare su una sola quando si accorcia entro limiti più tollerabili e riaprire su due quando la situazione peggiora di nuovo.

Un’altalena che si è vista tra giugno e l’inizio di luglio sul tormentato tratto Porto Sant’Elpidio-Pescara Nord dell’A14. Si può replicare ovunque il ministero e la Polizia stradale concordino che si può ricorrere alla norma di emergenza (e se ne prendano la responsabilità), anche grazie alla presenza di pattuglie per il tempo necessario a rendere più tollerabili i disagi.

Le riaperture

Sull’A14 da venerdì 9 luglio non è necessario ricorrere a questa soluzione: si conta di poter disporre sempre di due corsie, perché i lavori più urgenti finiscono (si riprenderà a settembre). Nello stesso giorno terminano le corsie uniche in galleria sull’A23 Udine-Tarvisio (nella «Lago Nord», tra Gemona e Carnia) e sull’A12 (tratto Sestri Levante-La Spezia) nelle zone di Deiva e Carrodano in direzione sud.

Il 16 luglio tocca a quattro cantieri sull’A6 in direzione nord, nel tratto Savona-Ceva.

Il 23 luglio si sbloccano un altro pezzo dell’A12 (viadotto Ferriere tra Deiva e Carrodano) e l’A5 Torino Aosta, tra Nus e Chatillon, dove la sostituzione delle barriere laterali sul viadotto Garin sta creando problemi nei controesodi domenicali.

A fine luglio è la volta di uno scambio di carreggiata al chilometro 80 (ponte Scolo Novegale) dell’A13 Bologna-Padova, di due dei 10 cantieri del tratto di A6 Ceva-Savona in direzione sud (degli otto che resteranno in agosto, solo due saranno rimuovibili nei weekend), degli scambi di carreggiata sull’A10 tratto Savona-Ventimiglia e della chiusura al chilometro 92 dell’A12 presso Ceparana (La Spezia) e delle gallerie dell’A30 Santa Maria a Castello e Oscato, nel Salernitano (qui comunque i disagi sono attutiti dal fatto che l’autostrada è a tre corsie, per cui ne sono garantire sempre due per senso di marcia).

In generale, si nota che non di rado la rimozione di un cantiere (o comunque l’apertura di una seconda corsia) avviene su tratti dove comunque ci sono anche altre turbative, per cui si rivela un sollievo limitato.

I cantieri che restano

Ci sono poi molti cantieri che resteranno attivi anche in agosto. Sono quindi prevedibili varie criticità, ma non sempre sarà così. Anzi, a volte si sceglie di concentrare le attività proprio ad agosto, perché ci si trova in grandi aree urbane che si svuotano per le vacanze. È il caso di Milano, dove si sta lavorando alla quarta corsia dinamica dell’A4 sul tratto Viale Certosa-Sesto San Giovanni.

Ma in un’altra area urbana anche agosto sarà un mese difficile: è quella di Firenze, dove ci sono problemi in otto gallerie del vecchio tracciato dell’A1, cui da qualche anno è stato affiancato uno nuovo per un totale attuale di quattro carreggiate. Abbastanza per smaltire il traffico, ma i lavori urgenti che si sono in corso costringono chi fa alcuni spostamenti locali (lo svincolo di Firenze Impruneta resta parzialmente chiuso) a convergere sull’importante uscita di Firenze Sud, che può arrivare alla paralisi. Si conta di finire antro il 31 agosto.

Possibili problemi anche nelle gallerie dell’A9 a Como, dove sono in corso ispezioni approfondite con scambi di carreggiata, e sull’A1 nel Basso Lodigiano (ex svincolo di Piacenza Nord) per manutenzione straordinaria del viadotto Canale Ancona.

Altri lavori andranno avanti anche ad agosto ma senza che sia previsto un particolare impatto sulla viabilità: è il caso dell’A21 Torino-Piacenza-Brescia, dove si conta di mettere a disposizione sempre due corsie, pur ristrette.

In altri casi, come quello dell’A15 Parma-La Spezia, si cerca di attenuare l’impatto mantenendo i cantieri solo nei giorni feriali.

Al Sud, problemi in vari punti dell’A16 Napoli-Canosa per la sostituzione delle barriere (dopo la strage del viadotto Acqualonga il 28 luglio 2013, cui sono seguiti anni di braccio di ferro della precedente dirigenza di Aspi con la Procura di Avellino) e manutenzioni delle gallerie Scampitella e Vallesaccarda.

In Sicilia, si procede a corsia unica per buona parte del tratto messinese di A18 e A20, cosa che provoca forti disagi in coincidenza con gli sbarchi dai traghetti. Su quelle stesse autostrade ci sono poi vari altri tratti – meno trafficati – a corsia unica: sono stati scoperti vari problemi a viadotti, gallerie, barriere e asfalti e il gestore (Cas) non ha studiato soluzioni provvisorie prospettate dal ministero, limitandosi a prove di carico su alcuni viadotti e indagini con georadar in alcune gallerie.

Sconti ed esenzioni sui pedaggi

In questo quadro, Aspi ha deciso da giugno uno sconto del 50% sull’A14 tra Fermo-Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto, tra Val Vibrata e Roseto e tra Atri-Pineto e Pescara Nord. Con la sospensione dei cantieri impattanti, lo sconto dovrebbe confluire nel sistema che partirà entro fine luglio su tutta la rete Aspi: pedaggio ridotto solo per chi deve subire tempi di percorrenza sensibilmente superiori alla media e usa la app Free to X.

Attenzione, perché in contemporanea c’è il lancio promozionale del Telepass Pay X (formula di pagamento di vari servizi oltre ai pedaggi), che è assonante e quindi può essere confuso con Free to X, ma è ben diverso: prevede il pagamento di un canone e garantisce il 50% di rimborso del pedaggio solo in caso di incidenti.

Nelle altre aree più critiche (Liguria e nodo di Firenze), Aspi riconosce esenzione dai pedaggi o sconti del 50%, ma solo al traffico locale.

In Liguria, sul sistema A7-A10-A26, c’è la gratuità su buona parte delle tratte Aspi, ma bisogna che l’entrata e l’uscita dall’autostrada avvengano tra i caselli di Ovada, Masone, Albisola, Celle Ligure, Varazze, Arenzano, Genova Prà, Genova Pegli, Genova Aeroporto, Genova Ovest, Genova Bolzaneto e Genova Est. Sconto del 50% del pedaggio dovuto tra i caselli di Genova Est, Genova Nervi, Recco e Rapallo, riconosciuto non solo a chi entra ed esce in quest’area, ma anche a chi proviene o è diretto ai caselli dell’A7 da Vignole Borbera e dell’A12 da Sestri Levante.

In Toscana, esenzione totale sull’A1 per chi percorre solo queste tratte: Firenze Scandicci-Firenze Impruneta, Villa Costanza-Firenze Impruneta, Firenze Impruneta-Firenze Sud. Esenzione anche:

– sul tratto Firenze Impruneta-Firenze Scandicci per chi è entrato a Chiusi, Valdichiana, Monte San Savino, Arezzo, Valdarno, Incisa e Firenze Sud ed esce a Scandicci;

– sul tratto Firenze Impruneta-Villa Costanza per chi è entrato a Chiusi, Valdichiana, Monte San Savino, Arezzo, Valdarno, Incisa e Firenze Sud ed esce a Villa Costanza.

Sorgente: Autostrade, tutti i cantieri sulle vie delle vacanze: poche tratte riaprono in luglio – Il Sole 24 ORE

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