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La cifra è destinata a 3 milioni di soggetti (soprattutto donne, giovani e disoccupati di lunga durata) e contenuta in un documento che il ministro Orlando presenterà il 7 luglio alle Regioni. Sarà la base per l’avvio della discussione sulla riforma delle politiche attiveFoto Claudio Furlan – LaPresseIl governo comincia a guardare oltre lo sblocco dei licenziamenti del 30 giugno, preparando il terreno per l’attesa riforma delle politiche attive e della formazione. Un tesoretto di quasi 9 miliardi, tra risorse nazionali ed europee del Recovery Plan, sarà destinato – secondo quanto riporta Repubblica – alla riqualificazione professionale di 3 milioni di lavoratori entro il 2025, di cui il 75% donne, under 30, disoccupati di lunga durata e disabili. In pratica, le categorie più fragili e che più hanno sofferto l’impatto della crisi Covid.I numeri sono contenuti in un documento che il ministro del Lavoro Andrea Orlando porterà in discussione con le Regioni per impostare la riforma delle politiche attive, da varare entro l’anno e sempre più urgente per superare la disoccupazione crescente e favorire la ricollocazione occupazionale dei lavoratori dai settori in crisi a quelli in crescita. D’altronde, è lo stesso Draghi a ripetere in ogni occasione l’urgenza di lavorare sulle politiche attive in concomitanza con lo sblocco dei licenziamenti. Lo ha fatto non a caso anche nelle ultime comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo.Il documento preparato da Orlando sarà presentato alle Regioni, che hanno competenza concorrente con lo Stato sulle politiche attive ed esclusiva sulla formazione, in un incontro al momento programmato per il 7 luglio.

Sorgente: Il governo punta quasi 9 miliardi sulla riqualificazione dei lavoratori – Linkiesta.it

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