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di Emanuele Di Nicola

Via il riferimento nel Dl Semplificazioni come chiedevano i sindacati. Sul subappalto partirà un confronto tecnico, ma il premier Draghi tiene il punto sul blocco dei licenziamenti fino a fine giugno. Landini: “Una decisione che non ci convince domani saremo in piazza”

Nel decreto semplificazioni scompare la logica del massimo ribasso. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, uscendo da Palazzo Chigi dopo l’incontro tra il premier Draghi e Cgil, Cisl e Uil. “Siamo stati convocati per discutere del decreto semplificazioni – esordisce -: dentro il decreto non c’è più alcun riferimento alle gare al massimo ribasso. Questo lo consideriamo un fatto positivo, è quello che chiedevamo: è sotto gli occhi di tutti ciò che il massimo ribasso ha determinato nel Paese, i danni che ha recato ai lavoratori, alla qualità delle opere e favorendo l’ingresso della malavita organizzata”:

Sull’altra grande questione, ovvero il subappalto, spiega Landini: “Partirà stasera un confronto tecnico nel dettaglio per vedere se anche su questa materia è possibile trovare una soluzione. Il criterio fondamentale deve essere la tutela dei lavoratori in subappalto: chiediamo una responsabilità in solido dell’appaltatore, per fare in modo che i diritti, le tutele, i trattamenti economici e normativi siano gli stessi garantiti ai dipendenti dell’azienda centrale. Insomma, chi fa lo stesso lavoro deve avere gli stessi diritti e stesse tutele“.

Questo lo si fa applicando i contratti nazionali e le norme sulla sicurezza, prosegue il segretario: “Bisogna fare in modo che l’applicazione dei contratti non sia un elemento che determina il bando di gara. Va poi affrontato il tema delle stazioni appaltanti: occorre ridurle e qualificarle. Bisogna fare assunzioni direttamente dentro le stazioni appaltanti con lo scopo di qualificarle, così come negli uffici comunali e regionali. Sulla seconda parte il nostro giudizio verrà espresso dopo il confronto tecnico. Ci è stato detto è che questo approfondimento servirà poi per portare la proposta in Consiglio dei ministri. Lo verificheremo”.

In ogni caso, auspica Maurizio Landini, “il confronto potrà proseguire, per la sua importanza e delicatezza, nel periodo in cui dovrà entrare in vigore la nuova norma. Dobbiamo ragionare sulla governance: ci è stato comunicato che anche i sindacati saranno coinvolti nella cabina di regia di Palazzo Chigi. Nei giorni scorsi abbiamo presentato una nostra proposta strutturata, ora serve un confronto anche con i singoli ministri”.

La chiamata dei sindacati è stata importante, per il leader della Cgil, anche se è arrivata in ritardo. “Su tutte le riforme previste dal Pnrr per il governo deve diventare una regola: fare prima un confronto e una trattativa con i sindacati, pur senza mettere veti. Il mondo del lavoro deve esprimere il suo parere. L’abbiamo detto nell’incontro, su questo non abbiamo avuto risposte”.

Resta l’annoso problema del blocco dei licenziamenti, confermato solo fino al 30 giugno. Così Landini: “La mediazione trovata sul blocco dei licenziamenti è insufficiente, non ci convince: abbiamo chiesto di tornare sul tema, loro hanno preso atto, il problema è aperto”. In definitiva, facendo un bilancio dell’incontro, “consideriamo importante ciò che è avvenuto oggi, ma non deve essere eccezionale: deve diventare la norma confrontarsi prima di prendere le decisioni. Intanto è importante che il massimo ribasso sia stato tolto dal tavolo, perché va messa al centro la tutela dei lavoratori. Tra l’altro – conclude – questo è un tema irrisolto perché tutti i giorni continuano a morire persone nei luoghi di lavoro, la questione va affrontata con molta più forza”. Anche per questo domani (28 maggio) Cgil, Cisl e Uil vanno in piazza a Roma per dire basta.

Sorgente: Massimo ribasso, il governo fa dietrofront – Collettiva

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