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Prosegue, ormai da una settimana, la rivolta aperta e lo sciopero nazionale contro il governo di ultradestra di Ivan Duque, già costretto a ritirare la contestatissima riforma fiscale in salsa iperliberista che ha provocato una sollevazione popolare lontana dallo spegnersi, la cosiddetta “Legge di Solidarietà Sostenibile”, finalizzato a “rendere le finanze pubbliche sostenibili nel contesto della crisi” e a “mantenere la fiducia degli investitori e dei finanziatori stranieri”.

Nelle strade intanto la repressione è durissima: secondo l’Ong Temblores, a stanotte si registrano 31 omicidi polizieschi, 814 arrestati, 21 ferite oculari, 77 feriti di armi da fuoco, 10 casi di violenze sessuali. Nonostante questo, anche stanotte le città colombiane – epicentro Cali e Bogotà – si sono illuminate di fiamme, quelle delle barricate.

La Sindaca di Bogota’ Claudia Lopez ha chiesto la smilitarizzazione della citta’ dopo che la notte scorsa elicotteri militari hanno attaccato dall’alto i picchetti dei manifestanti occupando dall’alto il Portale Americas e Av Bosa.

Sergio Garcia del Partito Comunista Colombiano lancia un appello per mettere fine al massacro di Cali: “A tutta la comunità internazionale, allarmiamo le conseguenze dell’ordine del regime di Ivan Duque che sta uccidendo i manifestanti in diverse città del paese. Chiamiamo i partiti rivoluzionari del mondo, i governi democratici del continente, le Organizzazioni per i diritti umani a livello internazionale, le Nazioni Unite, che intervengano affinché in Colombia si fermi questo massacro”.

Da Ginevra, l’Ufficio Onu per i diritti umani ha anche denunciato che le forze di sicurezza colombiane hanno esercitato “un uso eccessivo della forza” durante l’ondata di proteste che sta vivendo il Paese e ha chiesto la calma di fronte all’appello per le manifestazioni del prossimo 5 maggio .

L’Alto Consiglio delle Nazioni Unite per la Colombia e l’Unione europea (UE), allo stesso tempo hanno condannato la violenza delle forze di sicurezza colombiane contro i manifestanti che protestavano contro la riforma fiscale già ritirata del governo e ha chiesto che siano assicurati alla giustizia i responsabili della repressione.

Negli Stati Uniti  l’Ufficio di Washington per l’America Latina, WOLA, ha chiesto al governo di Joe Biden e al Congresso degli Stati Uniti di sospendere la vendita di materiali antisommossa alla Colombia.

Il Comitato Nazionale di Sciopero ha indetto per oggi, mercoledi 5 maggio,  una nuova mobilitazione di massa, affermando che “durante i sei giorni di sciopero nazionale le autorità civili, militari e di polizia hanno quotidianamente ridotto le libertà e le garanzie democratiche, lasciando decine di persone morte, centinaia di feriti e imprigionati”. La protesta di domani chiede “libertà e garanzie democratiche, garanzie costituzionali per la mobilitazione e la protesta, la smilitarizzazione delle città, la fine dei massacri e la punizione dei responsabili e lo scioglimento dell’Esmad” (l’Escuadrón Móvil Antidisturbios, lo squadrone mobile antisommosse che è quello che rimane degli squadroni della morte che hanno imperversato nel paese tra il 2000 e il 2016) la violenta forza di sicurezza utilizzata contro le proteste popolari. Si rivendicano anche “la vaccinazione massiccia della popolazione contro il Covid, un reddito di base almeno pari al salario minimo, la difesa della produzione nazionale agricola, industriale, artigianale, contadina, sussidi per le piccole imprese e garanzie di lavoro con diritti, il divieto di irrorazione aerea di prodotti agrochimici a base di glifosato”.

La lotta non è solo nelle strade, ma anche sul web. Il portale dell’esercito colombiano è stato messo fuori uso da Anonymous Colombia, contro “l’opera di repressione delle forze di sicurezza nelle manifestazioni antigovernative”. Già una settimana fa, all’inizio dello sciopero, Anonymous aveva pubblicato gli indirizzi e-mail e le password di 168 membri delle forze armate, denunciando che i vertici militari “diffondono e spaventano la popolazione sostenendo che i guerriglieri uccidono, quando sono gli stessi soldati che assassinano e massacrano i loro connazionali”.

Ascolta la trasmissione con gli interventi di Yaslin Rodriguez professoressa e militante del gruppo di protesta del Municipio di Yumbo,  Fabrizio Burattini sindacalista USB ed esperto di America Latina e l’audio dell’appello di Sergio Garcia del Partito Comunista Colombiano Ascolta o scarica

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Sorgente: COLOMBIA: SETTIMA GIORNATA DI SCIOPERO NAZIONALE. I MANIFESTANTI CHIEDONO LA SMILITARIZZAZIONE DELLE CITTA’ E LO SCIOGLIMENTO DELL’ESMAD – Radio Onda d`Urto

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