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Nessuno disconosce il ruolo decisivo dei nostri militari. Ma per distribuire vaccini non serve la divisa 

di Luca Bottura

Viviamo in un mondo curioso nel quale i social da ore lapidano un critico televisivo per aver criticato un programma che peraltro a me è piaciuto moltissimo. Cioè per aver fatto il proprio lavoro.

E viviamo nello stesso contesto per cui Michela Murgia deve sopportare una cremolata di escrementi virtuali per aver detto in tv che il generale Figliuolo non la rassicura e che (sunteggio, male) meno divise circolano in tempo di pace, meglio è.

Sono d’accordo con Murgia.

Mi correggo: “sono d’accordo” non rende l’idea. Trovo che abbia ragionissima. Ritengo che l’esercito a commissariare lo Stato, beh, meglio di no. Ma se proprio si deve, sarebbe meglio avere l’accortezza di farlo in borghese. Perché Figliuolo non ha dichiarato guerra alla Kamchatka: sta distribuendo vaccini. E siccome svolge un compito da civile, potrebbe vestirsi di conseguenza.

Dice: ma allora ce l’hai coi militari. Dice: ma allora ha ragione la Meloni che lamenta l’odio contro le forze armate. Dice: comunista!

E dice male.

Nessuno disconosce il ruolo decisivo dei nostri militari. Per il lustro che ci procurano all’Estero e per le volte in cui, sempre supplendo in modo emergenziale alle carenze della Repubblica, hanno svolto compiti decisivi nel campo della protezione civile e (questione già meno commestibile) dell’ordine pubblico.

Ma trattasi appunto di una forzatura del sintagma democratico, secondo cui non solo le stellette devono rimanere in un contesto preciso, definito dall’articolo 11 della nostra Costituzione, ma soprattutto non dovrebbero esorbitare dai loro ambiti permeando l’ordinaria amministrazione.

Specie perché di generali altrimenti vocati – Figliuolo è certamente persona buona e giusta – ne abbiamo visti un po’ troppi anche fuori dalle caserme, e nemmeno in tempi così lontani. Siamo una democrazia giovane.

Ciò non significa ovviamente che Figliuolo messo a distribuire punture sia un attentato alla democrazia. Ma che possa farlo senza il sottofondo della Pearl Harbour informativa, beh, non sarebbe mica male. Cioè: nulla contro la cavalcata delle Valchirie, ma sarebbe bene abbassarle un filo il volume.

Specie perché manco è sicuro che Figliuolo lo sia, un militare. Numeri alla mano, parrebbe più Arcuri che, per non farsi riconoscere, s’è infilato un costume carnascialesco.

Sorgente: Perché Michela Murgia ha ragione sul generale Figliuolo – L’Espresso

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