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L’annuncio ufficiale dall’account della Famiglia Reale

di Luigi Ippolito

Dal nostro corrispondente
LONDRA — Sempre un passo indietro: per tutta la sua vita. Questo è stato il destino di Filippo, consorte di Elisabetta, morto nella mattinata di oggi, «serenamente», all’età di 99 anni: compagno della regina Elisabetta, ma non suo pari.

Un ruolo che il duca di Edimburgo – quello il suo titolo – ha sempre interpretato con rispetto e dignità: ma anche con la libertà concessa a chi non portava il peso della corona sul capo.

Principe delle gaffe, per certi versi, se si ricordano tutte le sue uscite sopra e fuori le righe: che poi gaffe non erano, ma piuttosto la maniera di esternare l’inevitabile insofferenza per le costrizioni cui veniva sottoposto. Ma anche principe modernizzatore, artefice nel corso dei decenni di molte aperture della monarchia britannica.

Un animo tormentato, al fondo, dietro la maschera di giullare che talvolta indossava, specie nella tarda età. Perché la sua famiglia aveva sofferto: e lui con essa.

Nipote del re di Grecia, aveva visto la monarchia ellenica rovesciata dalla rivoluzione; sua madre, la principessa Alice, aveva trascorso l’esistenza tra crisi mistiche e ricoveri in manicomio; sua sorella era morta in un incidente aereo e lui aveva dovuto presenziare ai funerali, appena sedicenne.

Già, la famiglia di Filippo: un po’ danesi e un po’ tedeschi, tutte le sue sorelle sposarono nobili germanici e finirono, chi più chi meno, compromesse col nazismo.

Ma l’influenza più grande su di lui la esercitò lo zio, Louis Mountbatten, nipote della regina Vittoria e ultimo viceré d’India: che lo considerò sempre alla stregua di un figlio, lo volle con sé in Inghilterra e fece in modo di propiziarne il matrimonio con Elisabetta, erede al trono britannico e lontana cugina di Filippo.

Con l’incoronazione della moglie, lui entra nel cono d’ombra: e deve perfino rinunciare a dare il proprio cognome, Mountbatten, ai suoi figli. Ma è lui che ha l’idea di mostrare in televisione la cerimonia solenne: aprendo così per la prima volta la monarchia allo sguardo dei sudditi.

Così come sarà sua, più tardi, l’iniziativa di chiedere alla Bbc di produrre un documentario sulla famiglia reale, con l’obiettivo — non tanto riuscito — di apparire persone in qualche modo normali.

Spirito irrequieto, quello di Filippo: che trovava sfogo nelle imprese fisiche e sportive. Da giovane si era distinto nel servizio in Marina e poi era diventato un provetto pilota di aerei. Ed è su suo impulso che nasce il programma chiamato «Duke of Edimburgh Award»: sulla scorta del quale fino a oggi schiere di giovani britannici hanno passato e passano settimane nei boschi e sulle montagne, per forgiare il corpo e il carattere.

Sarà anche per questo che Filippo non ha mai avuto un rapporto facile col figlio Carlo, la cui indole di timido intellettuale contrastava con l’esuberanza del padre: che gli ha imposto una educazione severa che poco gli si addiceva. Per non parlare dell’interferenza nella vita privata: Filippo si mise di traverso alla relazione di Carlo con Camilla Shand e spinse il figlio verso la vergine aristocratica Diana (anche se poi Carlo ha finito per sposare Camilla e la condurrà un giorno al trono).

Così come Filippo mal sopportava Sarah Ferguson, la moglie del principe Andrea: fra i due scorreva una ricambiata antipatia. Perché il duca non ha mai visto di buon occhio l’arrivo nella famiglia reale di queste donzelle di incerta fortuna e grandi ambizioni: da cui l’ostilità e il sospetto nei confronti di Meghan Markle.

Negli ultimi anni Filippo aveva assunto un po’ il ruolo di «guardiano» della famiglia reale: ed è anche a causa del suo pensionamento, tre anni fa, che si spiega quell’aria di «liberi tutti» che ha portato scompiglio a corte negli ultimi tempi. Era venuta a mancare la barra.

Filippo si era ormai ritirato dalla vita pubblica, anche se non aveva rinunciato alle sue passioni e ai sui vezzi: come quello di guidare l’auto da solo, alla sua veneranda età, fino a essere coinvolto, due anni fa, in un pauroso incidente stradale.

La sua scomparsa lascia sicuramente un vuoto nella monarchia che non è possibile colmare facilmente. Mancheranno al pubblico le sue uscite imbarazzanti, con le quali riusciva a irritare i dignitari stranieri. Mancherà alla regina la solida spalla su cui appoggiarsi nei momenti difficili. Mancherà a tutti un gentiluomo dei tempi andati.

 

Articolo in aggiornamento…

Sorgente: È morto il principe Filippo di Edimburgo: aveva 99 anni

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