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Bruxelles. Al centro della polemica c’è una fabbrica in Olanda, la Halix a Leiden, che produce ingredienti essenziali, ma che è sempre in attesa dell’autorizzazione dell’Ema, perché AstraZeneca è in ritardo sulla richiesta di omologazione. La Ue sospetta: lo fa per vendere le dosi alla Gran Bretagna?

Anna Maria Merlo

Sempre più nervosi per le campagne di vaccinazione che non decollano e divisi su come reagire, i 27 ripiegano di nuovo su un Consiglio video, domani e dopo, a causa della ripresa della pandemia. Invitato anche Joe Biden, per affrontare il tema della «futura cooperazione Ue-Usa».

La Commissione, grande accusata per i ritardi, propone di rivedere al rialzo il controllo delle esportazioni di dosi, deciso a gennaio e esteso fino a fine giugno.

Chi punire? Al centro della controversia c’è sempre AstraZeneca e sullo sfondo la Gran Bretagna. La Ue dal 1° febbraio al 9 marzo ha esportato verso Londra 9 milioni di dosi e non ne ha ricevuta nessuna, malgrado gli accordi sulle consegne con la società anglo-svedese. «Non si tratta di bandire l’export – precisa il portavoce della Commissione – ma di essere sicuri che siamo in grado di ricevere i vaccini previsti per la Ue».

Al centro della polemica c’è una fabbrica in Olanda, la Halix a Leiden, che produce ingredienti essenziali per i vaccini, ma che è sempre in attesa dell’autorizzazione dell’Ema, perché AstraZeneca è in ritardo sulla richiesta di omologazione. La Ue sospetta: lo fa per vendere le dosi alla Gran Bretagna? Ne può produrre 5 milioni e ne avrebbe 15 milioni in magazzino.

La tensione è al massimo con la Gran Bretagna, mentre l’accordo commerciale post-Brexit non funziona: Londra è accusata da Bruxelles di mettere in crisi il Good Friday Agreement perché non ha organizzato i controlli sui commerci previsti dall’accordo con la Ue. Il Parlamento europeo ha rimandato a fine aprile la ratifica dell’accordo commerciale Ue-Gran Bretagna, facendo calare la minaccia di un no deal. Ci sono stati contatti tra Boris Johnson e alcuni europei, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Mark Rutte, il primo ministro britannico avrebbe accettato di «condividere» le dosi di AstraZeneca prodotte a Leiden, ma nella Ue insistono sulla «reciprocità» non rispettata. Merkel ripete: abbiamo problemi con AstraZeneca.

La dg della direzione Salute della Commissione, Sandra Gallina, accusa AstraZeneca: produce solo in uno stabilimento su 5, ci sta «creando problemi di reputazione», «intendiamo agire» perché ha consegnato solo un quarto delle dosi concordate. Il vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic ribatte: «Non possiamo far altro che ricorrere alle vie legali».

Un blocco dell’export, che ha il via libera dalla Germania (vista la crisi politica per la Cdu causata dalla campagna vaccinale al rallenti) e che anche Francia e Italia non rifiutano, è invece osteggiata da Spagna, Svezia e Olanda (che però assicura che si piegherà a decisioni Ue sullo stabilimento di Leiden). Ma l’atteggiamento aggressivo della Ue deve punire Pfizer e Moderna, che stanno rispettando gli impegni? Un blocco dell’export irrita Messico, Canada, Australia (che ha già subito il solo e uno unico blocco su 250mila dosi). Macron spera di avere un coniglio nel cappello: tra un mese gli Usa avranno un eccesso di vaccini, perché non realizzare un piano record di consegne agli alleati europei in crisi?

Altri vaccini? Al Consiglio europeo le tensioni con la Russia sono messe sotto il tappeto, troppo complicato discuterne in video. L’Ema sta facendo ispezioni sullo Sputnik V in Russia, dice la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cook, che assicura che non si guarda la nazionalità. E contemporaneamente prosegue l’esame dei vaccini Novavax e Curevac.

Alla ministeriale Nato a Bruxelles, con la partecipazione del segretario di stato Usa, Tony Blinken, si è discusso di Russia e Cina, che sfruttano entrambi la diplomazia vaccinale. I ministri degli Esteri, Sergei Lavrov e Wang Yi presentano un fronte unito contro le sanzioni occidentali – per la prima volta dopo Tienammen contro dirigenti cinesi a causa della repressione degli Uiguri. Dieci europei, tra cui due europarlamentari, sono banditi dalla Cina per rappresaglia. Francia, Germania, Olanda, Danimarca hanno convocato gli ambasciatori cinesi.

Sorgente: La Brexit dei vaccini, l’Ue rivede il blocco dell’export | il manifesto

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