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In carcere si avvicinò alle Brigate Rosse. Condannato all’ergastolo, era libero dal 2000

BOLOGNA – “Venni dal Sud con la mia valigia di cartone”. Con questo suo verso in molti ricordano sui social Sante Notarnicola, morto oggi a 82 anni: rapinatore, “bandito”, come lui stesso si definì quando venne arrestato, comunista senza partito, poeta, scrittore, oste del Pratello, la strada dei locali nel centro di Bologna dove la festa più importante è quella del 25 aprile.

Non c’è un’etichetta che basti a descriverlo, lui che nel 1978 fu il primo della lista di tredici nomi indicati dalle Brigate rosse (si avvicinò in carcere) come detenuti da liberare in cambio del rilascio di Aldo Moro. Il sito Contropiano.org racconta che nelle scorse settimane aveva sconfitto il Covid, era tornato a Bologna, diventata negli anni la sua casa. Se n’è andato per complicanze di salute emerse successivamente.

Lascia la moglie Delia mentre i suoi amici del Mutenye, il pub che gestì, sono senza parole per la notizia, volata di bocca in bocca nel pomeriggio. Notarnicola, nato nel 1938 a Castellaneta, in provincia di Taranto, “fra miseria ed emarginazione sociale”, recita la sua biografia, a 13 anni raggiunse la madre a Torino, dove visse in un “quartiere-ghetto”. Militò nella Fgci e nel Pci per poi allontanarsi dal partito inseguendo le “speranze rivoluzionarie”.

Che lo portarono, con Pietro Cavallero, a formare una banda che collezionò una serie di rapine sanguinarie. Nel ‘67 venne arrestato dopo una brevissima latitanza e condannato all’ergastolo per l’ultimo colpo finito nel sangue: la banda assaltò il Banco di Napoli, a Milano. Ci fu una sparatoria con la polizia tra la folla, a terra rimasero quattro morti. In carcere Notarnicola fu protagonista delle rivolte per migliorare le condizioni dei detenuti e in cella studiò, lesse, scrisse. Nel ‘95, in semilibertà, divenne oste, dal duemila era libero.

Nel ’72 pubblicò per Feltrinelli “L’evasione impossibile”. La sua figura ha ispirato il cinema e la musica. Nel film “Banditi a Milano”, di Carlo Lizzani, che racconta la storia della banda Cavellero, è interpretato da Don Backy.  “La nostalgia e la memoria”, uno dei suoi libri, è diventato il titolo di una canzone dell’album “Terra di nessuno” degli Assalti Frontali.

Sorgente: Bologna, è morto Sante Notarnicola, l’oste del Pratello che fece parte della banda Cavallero – la Repubblica

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