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L’Europa chiede che l’azienda rispetti il contratto — e propone anche di pubblicarlo; la risposta è stata molto seccata. Il vaccino, intanto, ancora non è stato approvato

La tensione tra Unione europea e aziende produttrici dei vaccini contro il Covid continua a salire.

Nei giorni scorsi ci sono stati due incontri molto tesi, e dagli esiti inconcludenti, tra i rappresentanti dell’Ue e quelli di Astrazeneca — l’azienda farmaceutica basata in Gran Bretagna che ha sviluppato il vaccino in collaborazione con l’università di Oxford.

L’Ue chiede ad AstraZeneca di rispettare i tempi di consegna pattuiti, per consentire agli Stati di programmare le campagne vaccinali. Lo scorso venerdì, AstraZeneca aveva però annunciato una riduzione del 60 per cento delle consegne nel primo trimestre del 2021: un taglio che renderebbe enormemente più complicato, per i Paesi Ue, arrivare rapidamente a una vaccinazione di massa. La commissaria alla salute Stella Kyriakides ha definito «inaccettabile» la posizione dell’azienda.

Nella giornata di oggi è previsto un nuovo incontro, alle 18:30, tra AstraZeneca e il comitato direttivo dell’Unione. L’incontro, secondo quanto affermato dalla vice portavoce capo della Commissione Europea Dana Spinant in conferenza stampa al termine del collegio dei commissari a Bruxelles, era stato cancellato dall’azienda: «La partecipazione» di AstraZeneca alla riunione, avrebbe detto Spinant secondo quanto riportato dall’agenzia AdnKronos, «non è confermata e che non ci sarà». Il ministro della Salute austriaco, citato da Reuters, aveva parlato di uno slittamento a giovedì. Poco più tardi, l’azienda ha però detto — sempre a Reuters — che l’incontro ci sarà, come previsto, nella giornata di oggi. Stando a quanto riportato dall’agenzia Ansa, fonti Ue attribuirebbero la conferma dell’incontro a forti pressioni giunte dall’Unione europea sull’azienda farmaceutica.

La versione di AstraZeneca sul ritardo

Nella giornata di oggi, con una intervista pubblicata su alcuni quotidiani europei, l’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, aveva fornito le sue spiegazioni sul ritardo annunciato alcuni giorni fa dall’azienda.

Secondo Soriot, il gruppo farmaceutico non ha alcun obbligo nei confronti dell’Ue, se non quello di fare «del suo meglio» per fornire le dosi di vaccino anti Covid previste nel contratto. Soriot ha citato il contratto siglato con la Commissione, che l’Ue non ha mai pubblicato, mantenendolo segreto, come tutti gli altri contratti (fatta eccezione per quello con Curevac, reso disponibile in versione con omissis e solo agli eurodeputati, con strette limitazioni), malgrado le ripetute richieste di trasparenza da parte degli eurodeputati e dei giornalisti.

«Ci piacerebbe riuscire a produrre di più», aveva detto Soriot al consorzio Lena, di cui fa parte Repubblica. «A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori» e «all’Italia 2,5 milioni di dosi”.

Soriot ha spiegato che «la produzione del nostro vaccino è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l’altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni, dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti generano più «raccolto», altri meno, come purtroppo accaduto in Europa. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi». Secondo Soriot, «al momento, all’Europa va il 17% della produzione totale del nostro vaccino nonostante gli europei siano il 5% della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo».

La protesta dell’Unione europea

Fonti Ue hanno però negato che questo sia corretto. «Gli sviluppatori dei vaccini hanno obblighi morali e contrattuali, il “massimo sforzo possibile”» citato dall’azienda «non è né accettabile né corretto», ha detto la commissaria alla salute Stella Kyriakides. «Abbiamo firmato un contratto di pre-acquisto per far sì che producessero determinati volumi di vaccini prima dell’autorizzazione dell’Ema. Rigettiamo la logica del “chi arriva prima”, non c’è clausola di priorità nel contratto di pre-acquisto», ha aggiunto.

L’«Unione europea è pronta a pubblicare il contratto con AstraZeneca se la società è d’accordo, ha scritto in un tweet la giornalista di Euronews Shona Murray, citando una fonte Ue. «La fonte aggiunge che si aspetta che l’azienda faccia il massimo possibile per produrre le dosi di vaccini come da accordo», ha aggiunto.

«Se c’è un problema in uno stabilimento in Belgio, per contratto abbiamo capacità in altri stabilimenti in Europa e nel Regno Unito», ha aggiunto una fonte Ue all’agenzia Agi.

Il contratto tra AstraZeneca e l’Ue, chiuso in agosto, prevede invece 400 milioni di dosi ma — come scritto sopra — l’azienda britannico-svedese ha annunciato venerdì un taglio delle consegne del 60% nel primo trimestre.

Nella giornata di martedì, come scritto qui, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto al World Economic Forum di Davos che «l’Ue e altri hanno aiutato con denaro a costruire centri di ricerca e stabilimenti produttivi, l’Europa ha investito miliardi per aiutare a sviluppare i primi vaccini al mondo contro il Covid-19, per creare un vero bene comune. Ora le compagnie devono mantenere la parola: devono onorare i loro obblighi».

L’Ue ha dunque annunciato un «meccanismo per la trasparenza sulle esportazioni dei vaccini». Il registro, ha detto l’Ue, non è un blocco alle esportazioni, ma un meccanismo di controllo simile a quello istituito la scorsa primavera per le mascherine. Il ministro della Salute tedesco Jens Spahn, riferisce il Financial Times, sta facendo pressing su Bruxelles perché costringa le aziende a ottenere un permesso prima di spedire le dosi fuori dall’Ue: «Non si tratta di “prima l’Ue” — ha detto — Ma della giusta quota dell’Europa».

Il vaccino non è ancora stato approvato

Il vaccino di AstraZeneca è già utilizzato in Gran Bretagna. L’Autorità per i farmaci europea — Ema — non ha ancora approvato l’utilizzo del preparato, mentre ha già autorizzato quelli di Pfizer-BionTech e Moderna. L’Ema dovrebbe dare via libera al vaccino di AstraZeneca tra pochi giorni.

Come scritto qui, i dati pubblicati su Lancet avevano dimostrato un’efficacia complessiva del vaccino di AstraZeneca del 70,4% dopo due dosi nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica nelle persone di età compresa tra 18 e 55 anni: in particolare, sono stati registrati 30 casi di Covid-19 con esordio a distanza di almeno 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose nel gruppo dei vaccinati, contro i 101 nel gruppo di controllo.

L’efficacia è stata 62,1% nella coorte che ha ricevuto due dosi complete e 90% nei partecipanti che hanno ricevuto soltanto mezza dose alla prima somministrazione (e una seconda dose piena). Chi si è ammalato non ha accusato sintomi gravi.

La limitazione di questo trial clinico è rappresentata dalla scarsa rappresentazione degli over 70: meno del 4% dei volontari(pochissimi con patologie) mentre la stragrande maggioranza dei partecipanti (l’87,8%) aveva tra i 18 e i 55 anni.

Articolo in aggiornamento…

Sorgente: L’Ue: Astrazeneca, sul vaccino Covid via il segreto sul contratto- Corriere.it

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