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Le misure di contenimento dure resteranno in vigore dal 16 dicembre al 10 gennaio. «Quello che abbiamo fatto dal 2 novembre non ha agito a sufficienza»

di Paolo Valentino

BERLINO – «La pandemia è fuori controllo, la Germania rischia di diventare il caso d’Europa. Siamo 5 minuti prima della mezzanotte». La frase del premier bavarese Markus Soeder coglie bene tutta la drammatica situazione tedesca.

Come abbiamo anticipato ieri, il governo e gli Stati federali hanno deciso l’introduzione di un lockdown duro a partire da mercoledì e fino al 10 gennaio sull’intero territorio nazionale. È stata la cancelliera Angela Merkel a dare l’annuncio al termine di una breve videoconferenza con i sedici premier regionali. «Le misure che avevamo approvato a novembre non hanno ridotto in modo significativo i contagi, c’è un urgente bisogno di agire e lo stiamo facendo», ha spiegato Merkel, che da settimane ormai metteva in guardia da un aumento esponenziale dei casi di Covid.19 e chiedeva una serrata generale.

Venerdì scorso era stato registrato il record con quasi 30 mila nuovi contagi e 600 morti in un solo giorno. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono stati poco più di 20200, con 321 vittime, ma solo perché nel fine settimana vengono effettuati molti meno test. Secondo l’accordo, a partire dal 16 dicembre – oltre a bar, ristoranti, palestre cinema, teatri, musei e bordelli già chiusi dal 2 novembre scorso – chiuderanno anche tutti i negozi non essenziali, fatta eccezione soltanto per farmacie, alimentari e banche. Verranno chiuse anche le scuole e gli asili nido: «Ove possibile i bambini dovranno essere accuditi a casa», ha spiegato la cancelliera. Chiuderanno i battenti anche i parrucchieri e saloni di bellezza e tatuaggi, mentre i ristoranti potranno continuare a garantire il servizio da asporto. (qui tutte le regole)

Ai datori di lavoro viene chiesto di mettere i propri dipendenti in smart working o di interrompere le proprie attività, un’indicazione che non era stata data nella prima ondata della pandemia. Verrà proibito il consumo di alcolici in luoghi pubblici, il che costringerà la chiusura dei chioschi che migliaia di bar e ristoranti hanno tenuto aperti in questi giorni per vendere il tradizionale vin brûlé natalizio. Inoltre, misura molto significativa perché colpisce una tradizione carissima ai tedeschi, viene messa al bando la vendita di fuochi d’artificio per Capodanno. La ragione, ha spiegato Soeder, è che gli ospedali non sarebbero in grado di trattare le migliaia di feriti, molti anche gravi, che ogni anno si registrano la notte di San Silvestro. Gli incontri privati rimarranno ancora limitati a 5 persone appartenenti a non più di 2 nuclei familiari, esclusi i bambini.

Dal 24 al 26 dicembre sarà possibile essere di più, ma soltanto tra parenti stretti di una sola famiglia. Mentre nessun allentamento è previsto per le festività di fine anno. Il governo ha invitato ad astenersi dai viaggi, sia in Germania che all’Estero. In ogni caso gli alberghi rimangono aperti solo per chi viaggia per dimostrabili ragioni di lavoro. Il 4 gennaio una nuova videoconferenza tra Merkel e i premier regionali farà il punto dei risultati e valuterà un eventuale estensione del lockdown duro. Sul piano degli ammortizzatori economici, il responsabile delle Finanze Olaf Scholz, ha annunciato che il governo sosterrà le aziende con un nuovo bazooka da 11,2 miliardi di euro.

Le attività che saranno costrette a chiudere, ha spiegato il ministro, potranno chiedere e ottenere il rimborso fino a un massimo del 90% dei costi fissi, con un tetto di 500 mila euro al mese. «E’ una catastrofe – ha detto Scholz –, la crisi più grave degli ultimi 50 anni. Ma siamo decisi a limitare quanto più possibile i danni per il popolo tedesco». «Mi rendo conto che queste misure avranno conseguenze pesanti sulla vita delle persone – ha detto Merkel -, ma non abbiamo scelta». La cancelliera ha pregato i suoi connazionali, «nei prossimi giorni, di ridurre al minimo tutti i contatti che non sono assolutamente urgenti o necessari».

Già all’inizio della settimana, Merkel in un drammatico intervento al Bundestag, aveva ammesso che il lockdown light varato il 2 novembre tra resistenze e mugugni dei premier regionali (ai quali anche nell’emergenza spetta la competenza esclusiva sulla Sanità) è fallito. La curva non si è appiattita L’incidenza rimane a un livello altissimo: 150 nuovi casi per 100 mila abitanti nell’arco di sette giorni, con punte astronomiche di oltre 400 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti in ben 23 aree del Paese. Nelle terapie intensive ci sono al momento quasi 4400 persone, cioè più pazienti che ad aprile. Mentre il numero dei test positivi ha superato i livelli di marzo: 1,5 su 10. Come si sia giunti a questa situazione non è semplice da capire.

In ottobre Merkel aveva denunciato la crisi dei Gesundheitsaemter, gli Uffici sanitari sparsi in tutto il territorio che sono la prima linea di difesa e che durante la prima ondata avevano fatto un ottimo lavoro di tracciamento e monitoraggio: «Sono sopraffatti, rischiano di non poter seguire più la catena dei contagi», aveva ammonito la cancelliera. Un’altra ragione è l’insufficienza di personale, denunciata da un documentario della Zdf, la seconda rete pubblica, che rende inutile l’ampia disponibilità di terapie intensive. Sembra incredibile, ma pur avendo un alto numero di medici e infermieri rispetto alla popolazione (rispettivamente 4 e 13 per ogni mille abitanti) la Germania sta messa molto peggio nel rapporto con i posti letto: c’è infatti 1 infermiere ogni 10 pazienti, contro i 5 della Svizzera e i 4 dell’Olanda, i 3 della Norvegia. Negli ospedali di Berlino e Brandeburgo intanto il numero di medici e infermieri infettati continua a salire e questo porta alla saturazione delle capacità. È calato anche il numero totale dei test effettuati, che dopo la prima ondata era arrivato a 1,5 milioni la settimana.

Come spiega Die Zeit, citando il RKI, per non sopraffare il sistema la strategia è cambiata e ora vengono testati soprattutto le persone con forti sintomi. Questo probabilmente ha fatto sì che molte persone asintomatiche o con sintomi leggeri siano sfuggite al controllo e ne abbiano a loro volta infettato altre. Quanto all’aumento del numero dei decessi, una possibile e comunque parziale spiegazione è nell’età media dei nuovi contagiati. Mentre nella prima ondata quella tedesca era stata fra le più basse d’Europa, ora la pandemia colpisce soprattutto fra gli anziani: secondo Lothar Wieler, direttore del Robert Koch Institut, nelle case di riposo della Germania si registra attualmente il doppio di contagi rispetto alla primavera. Infine le scuole, che con una decisione molto coraggiosa sono state fin qui tenute aperte. Anche se gli studenti non sono fra i gruppi con la più alta incidenza, Wieler ammette che sono «una parte della nuova ondata».

Sorgente: Merkel: «Lockdown totale in Germania da mercoledì. Le altre misure non hanno funzionato»

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