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L’ultimo motivo di attrito: due leggi a favore della biodiversità violano la sovranità italiana sul proprio territorio. Di Maio protesta formalmente: “Forte disappunto”

Riguarda due misure di protezione del sito naturale del Monte Bianco adottate dalla prefettura dell’Alta Savoia il primo ottobre scorso il “forte disappunto” italiano espresso formalmente, su istruzione del ministro Luigi Di Maio, dall’ambasciata di Parigi alle autorità francesi. Il progetto era stato annunciato già il 13 febbraio dal presidente francese Emmanuel Macron, durante la visita del ghiacciaio Mer de glace.

Si tratta di nuovi provvedimenti – in francese Aphn (arrêtés de protection habitats naturels) – create dal ministero per la Transizione ecologica e che mirano a “proteggere in modo specifico habitat naturali in quanto tali, indipendentemente dalla presenza di specie protette da misure normative”. Un modo per “garantire una protezione efficace di alcuni ambienti rari che fino ad oggi non hanno beneficiato di uno strumento legislativo adeguato”.

Il perimetro dell’area protetta sul massiccio del Monte Bianco copre una superficie di 3mila 175 ettari e crea due zone: una centrale (pari all’80 per cento del totale) riservata alla pratica dell’alpinismo e dello scialpinismo, l’altra “di transizione”, accessibile a tutti, escursionisti ma anche semplici turisti. Ma proprio nell’area centrale rientra anche la zona del ghiacciaio del Gigante, dove si trovano il rifugio Torino e la stazione ‘Punta Helbronner’ della funivia Skyway, che parte da Courmayeur. Un territorio che l’Italia considera proprio.

Le misure francesi hanno l’obiettivo di evitare le “derive osservate”, come “l’atterraggio di un aereo” e di “un centinaio di parapendisti” sulla cima del Monte Bianco, ma anche l'”installazione di una Jacuzzi” e “l’ascensione da parte di persone non equipaggiate in modo sufficiente o mal preparate”.

Secondo l’Italia la linea di confine del Monte Bianco – e più in generale del massiccio – passa sullo spartiacque, mentre per la Francia sul Monte Bianco di Courmayeur, con il Monte Bianco interamente nel proprio territorio. Nel giugno 2019 un’ordinanza dei comuni francesi di Chamonix e Saint-Gervais aveva fatto divampare la polemica, dato che aveva esteso nell’area contesa tra i due Stati il divieto di atterraggio in parapendio su un perimetro di 600 metri attorno alla cima del Monte Bianco.

A fine 2017 Google maps aveva rivisto i confini dell’area (che prima rispecchiavano la cartografia francese), delineando con linee tratteggiate la zona contesa. Alcuni mesi prima c’era stata una riunione tra le autorità dei due Stati durante la quale si era deciso che nessuno avrebbe intrapreso iniziative unilaterali in quelle aree.

Il 4 settembre 2015 era scoppiato un ‘caso’ diplomatico quando il sindaco di Chamonix (Francia) aveva fatto bloccare con una transenna e dei lucchetti – poi rimossi da ignoti – l’accesso al ghiacciaio del Gigante, dal rifugio Torino, sotto la stazione di arrivo della funivia italiana Skyway, considerandolo nel proprio territorio.

L’Italia fa riferimento al Trattato fra Regno di Sardegna e Impero francese (Torino, 24 marzo 1860) e alla Convenzione di delimitazione tra Sardegna e Francia (Torino, 7 marzo 1861) in esecuzione dello stesso trattato. La cartografia francese invece sposta il confine sul versante sud del massiccio per un’area di 82 ettari, rifacendosi a quelli sanciti con l’armistizio di Cherasco del 1796 dopo la prima campagna Napoleonica in Italia ed entrati – dopo una decisione unilaterale francese – sulle carte ufficiali a partire dal 1865.

Sorgente: Monte Bianco, cresce la tensione tra Italia e Francia: Macron vuole la vetta – la Repubblica

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