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Il virologo è tornato a parlare della pandemia sul suo sito: «Fate di tutto per non contrarre questa pericolosa malattia. Potreste fare del male a voi, ai vostri cari e alle altre persone, soprattutto quelle più deboli»

«Questa pandemia invece di rendere le persone più sagge, ha purtroppo aumentato l’impazzimento generale». A Roberto Burioni il silenzio stampa va stretto. Poco meno di un mese fa, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva detto di voler stare «in silenzio stampa almeno fino all’autunno. In tv e sui giornali ho detto quello che dovevo. Ora per un po’ non andrò nei media. Piuttosto vorrei scrivere un testo universitario, dedicarmi ai miei studenti: mi sono mancati».

Ora è tornato a parlare della pandemia di coronavirus e dei suoi effetti sul suo sito MedicalFacts. «Molti scienziati hanno sbagliato nei primi mesi dell’epidemia da coronavirus, e anche io sbagliavo quando sostenevo che l’arrivo di un virus pericoloso in assenza di un vaccino efficace avrebbe spento definitivamente la follia antiscientifica degli antivaccinisti, riportando in evidenza l’importanza delle vaccinazioni nel proteggerci dalle malattie. Ebbene, al contrario di quello che speravo, questa pandemia invece di rendere le persone più sagge, ha purtroppo aumentato l’impazzimento generale» ha scritto il virologo.

Poi: «Vi ricordate i “varicella party” degli antivaccinisti? Ora si sta facendo di peggio. In Alabama alcuni studenti hanno messo in piedi una gara davvero originale: hanno organizzato una festa, hanno invitato persone con COVID-19, ognuno ha messo una posta e chi riesce a infettarsi vince tutto il denaro. So cosa state pensando: è impossibile, ed è la stessa cosa che ho pensato io. Invece è vero».

E un consiglio: «Mi raccomando, non seguite questo esempio. L’infezione è pericolosa (per tutti) e rimane sacrosanto il principio che io vi ripeto da anni: con la salute non si scherza. Fate di tutto per non contrarre questa pericolosa malattia. Potreste fare del male a voi, ai vostri cari e alle altre persone, soprattutto quelle più deboli»

 

sorgente: corriere.it

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