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Il governo riapre il dossier Ilva: allo studio il ritorno dello Stato

di Michelangelo Borrillo

Da una parte un «dossier che stiamo per chiudere» (parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su Facebook), dall’altra una trattativa che è sostanzialmente ferma da un mese, da quando il governo si è concentrato su Autostrade. E ancora, da una parte «l’interlocuzione in corso con l’Europa per la transizione ad idrogeno» (dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco), dall’altra i sindacati che si sentono tagliati fuori da qualunque trattativa, che sia sugli esuberi — problema imminente — o sulla trasformazione dell’area a caldo, con l’idrogeno appunto — un’idea del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli — caldeggiata dal governatore pugliese (in campagna elettorale) Michele Emiliano e dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Nel mezzo c’è il futuro dell’ex Ilva, dei suoi operai e dell’acciaio in Italia.

La preoccupazione dei sindacati

Che preoccupa i sindacati. Per la leader della Fiom Francesca Re David «il modo di agire del governo è insopportabile: sindacato e lavoratori sono totalmente tagliati fuori e le notizie le sappiamo dai giornali». Quanto al passaggio all’idrogeno, il segretario generale della Uilm Rocco Palombella chiede a Patuanelli se «oltre ad aver cestinato il piano industriale del settembre 2018, ha gettato via anche quello dell’intesa governo-Arcelor del marzo scorso». Il dossier Ilva che Conte adesso vuole chiudere, in effetti, era già stato archiviato nel settembre 2018 da Luigi Di Maio, nella doppia veste di ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, se non fosse stato rimesso in discussione, dallo stesso Movimento 5 Stelle, nel novembre del 2019 con la cancellazione dell’immunità penale per l’affittuario o acquirente del principale polo siderurgico italiano, nella fattispecie il colosso mondiale dell’acciaio, i franco-indiani di ArcelorMittal. Il colpo di spugna sullo scudo penale ha costretto a una nuova lunga trattativa, culminata con l’accordo dello scorso 4 marzo, in prossimità del lockdown.

Il nuovo piano

Ma proprio il Covid-19 e la conseguente crisi economica — che ha investito in maniera decisa l’industria dell’auto, grande cliente della siderurgia — ha cambiato, per ArcelorMittal, le carte in tavola, tanto che lo scorso 5 giugno è stato presentato un nuovo piano industriale che prevede la riduzione dell’organico a 7.400 dipendenti (da 10.700) con 3.300 esuberi che diventano 5mila con i 1.700 cassintegrati dell’Ilva in amministrazione straordinaria. In questa incertezza, comunque, una scadenza è già fissata: il prossimo 30 novembre, data entro la quale il colosso franco-indiano potrà decidere di rimanere in Italia, passando da affittuario a proprietario dell’ex Ilva, o andar via, pagando una penale di 500 milioni che in tanti, invece, considerano come una sorta di via d’uscita per ArcelorMittal, visto che in Italia nel 2019, primo anno di gestione , le perdite stimhttps://www.corriere.it/economia/aziende/19_novembre_22/ex-ilva-2019-arcelormittal-perdera-700-milioni-19-giorno-bfe41708-0d39-11ea-a4ca-70fa95996bd0.shtmlate sono di circa 700 milioni. Nell’unica sua uscita pubblica — a Porta a Porta di Bruno Vespa, lo scorso 17 giugno — l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli ha però sottolineato che «è intenzione di ArcelorMittal rispettare gli accordi del settembre 2018 che prevedono che Arcelor acquisti gli impianti oggi in affitto».

La ripresa delle trattative

E nel mese passato da allora, al quartier generale di ArcelorMittal Italia non hanno cambiato idea. Pronti a investire, con lo Stato, alla luce del nuovo accordo che prevede l’ingresso di un investitore istituzionale, Invitalia. Non si sa ancora se in maggioranza o meno nel capitale dell’ex Ilva (in ogni caso il partner industriale resterà ArcelorMittal). Anche per questo la trattativa — che vede in prima fila Mef e Mise — da lunedì ripartirà in maniera serrata. Lungo i due filoni in cui si era incanalata: da una parte il coinvolgimento del pubblico (rappresentato da Domenico Arcuri, ad di Invitalia e da Francesco Caio, consulente del governo) nel siderurgico; dall’altra la trattativa sul rispetto del contratto che investe, oltre ad ArcelorMittal, i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, ancora proprietaria degli impianti, che aspettano il pagamento dell’ultimo canone e di capire se — e quando — l’affitto si tramuterà in cessione.

 

Sorgente: corriere.it

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