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Luis Esteban Kyburg è considerato responsabile della morte di 150 persone negli anni della dittatura militare

di DANIELE MASTROGIACOMO

TUTTI sapevano che viveva in Germania. Dal 2012 conduceva una vita normale, alla luce del sole, passeggiando tra le vie di Berlino. Ed è stato proprio qui, nel quartiere di Friedrichshain, che due giornalisti della Bild lo hanno intercettato una settimana fa. «Signor Kyburg», hanno chiesto a quest’uomo alto, gli occhi chiari, lo sguardo ancora fiero. «La giustizia argentina la sta cercando perché deve rispondere di crimini di lesa umanità. Anche la giustizia tedesca ha intenzione di processarla per omicidio. Cosa risponde?». Luis Esteban Kyburg, 72 anni, è rimasto impassibile. Freddo come ai tempi della spietata dittatura che dal 1976 al 1983 trasformò il grande Paese sudamericano in un buco nero che ha inghiottito 30mila giovani e militanti di sinistra, l’ex ufficiale degli incursori della Marina ha sfoggiato un sorriso di circostanza e ha risposto: «Lo so bene. Io sono qui, in attesa. Ma di un eventuale processo della giustizia tedesca non di quella argentina. Aspetto da innocente. Con calma».

Il video e le risposte dell’ex vicecomandante di una famosa unità d’élite della Marina del dittatore Videla sono finiti in Rete. I commenti sui social e gli articoli apparsi sulla stampa, ripresi in Argentina da Pagina12 e rilanciati dal Guardian, erano pieni di sdegno. Ma Esteban Kyburg oggi è cittadino tedesco. La Germania gli ha così garantito una protezione che adesso imbarazza le autorità. La legge è chiara: esclude qualsiasi possibilità di estradizione e sarà complicato, se non impossibile, processarlo per i reati di cui è accusato in Argentina. L’ex responsabile di una delle tante task force create dalla dittatura militare per fare il lavoro sporco, fa parte di una lista che le madri di Plaza de Mayo, oggi nonne, hanno steso all’inizio di questo secolo quando i governi di Kirchner abolirono la cosiddetta “legge dell’obbedienza dovuta” che aveva garantito un’amnistia a gran parte dei responsabili delle torture e delle scomparse dei presunti oppositori perché appunto costretti a obbedire a ordini che venivano dall’alto.

Fiutando l’aria che tirava, l’incursore aveva preso il largo ed era riuscito a riparare in Germania mentre i suoi ex compagni d’armi venivano giudicati e condannati. Da quel momento aveva fatto perdere le tracce. Ma il suo nome era riapparso nel 2017 durante un’udienza a Mar del Plata su una richiesta di arresto presentata da Néstor López Corrales, fratello di Andrés, torturato e ucciso nell’aprile del 1976. Furono gli stessi magistrati a rivelare che l’ex vicecomandante del Gruppo di sommozzatori tattici della Marina di Mar del Plata, unità speciale dell’Armada che agiva come uno squadrone della morte, viveva in Germania. A questa denuncia se ne è poi aggiunta un’altra, ma sono entrambe in attesa di risposta. Altre due denunce, nel 2012 e nel 2015, erano state invece subito bocciate. Kyburg è ritenuto responsabile della morte di almeno 150 giovani uomini e donne arrestati dai militari. Ma come spiega bene Wolfang Kelech, avvocato specialista in diritto internazionale al sito DW.com, «estradarlo sarà impossibile perché l’ex ufficiale adesso ha una doppia cittadinanza, tedesca e argentina».

Sorgente: “Era un torturatore”. L’ex ufficiale argentino scovato a Berlino | Rep

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