0 6 minuti 4 anni

L’appello della capitana della Sea Watch che un anno fa entrò nel porto di Lampedusa forzando i permessi. Oggi il soccorso della Mare Jonio a 43 migranti, tra cui donne e minori, a Nord di Zuara

Non si ferma l’attività delle navi in soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Oggi all’alba la Mare Jonio ha salvato 43 persone, tra cui donne e minori, a circa 40 miglia a Nord di Zuara. “Erano a bordo di un’imbarcazione piena d’acqua e sovraccarica, a rischio di affondare. Adesso sono sani e salvi sulla nostra nave. Benvenuti!”, scrivono dalla ong Mediterranea saving humans in un tweet. Mentre la Ocean Viking, che “è in stand-by tra Malta e Italia da domenica mattina” chiede di poter sbarcare i migranti soccorsi. “Finora, non abbiamo ricevuto risposta dalle autorità marittime alle 2 richieste di un pos per fare sbarcare 118 persone soccorse il 25 giugno”, scrive Sos Mediterranee.

Mediterranea Saving Humans @RescueMed

? Questa mattina alle 6:20 la ha soccorso 43 persone, tra cui donne e minori, a circa 40 miglia a Nord di Zuara. Erano a bordo di un’imbarcazione piena d’acqua e sovraccarica, a rischio di affondare. Adesso sono sani e salvi sulla nostra nave. Benvenuti!

Proprio l’anno scorso, in questo periodo, la capitana della Sea Watch Carola Rackete guidò la nave della ong tedesca dentro il porto di Lampedusa forzando il blocco delle autorità italiane. “L’ex direttore dell’ufficio del PM di Malta ha minacciato un giornalista italiano. Malta è infatti coinvolta in molti affari sporchi, come l’uso di pescherecci maltesi per riportare i rifugiati in Libia dalla zona di ricerca maltese, come esposto da Nello Scavo nei suoi articoli su Avvenire“, scrive Rackete su Twitter a supporto di Scavo, che ha più volte chiesto conto della gestione dei naufraghi dalla Libia al governo dell’isola ricevendo un tweet di risposta da Neville Gafa’, ex direttore dell’ufficio del premier maltese: “Ferma i tuoi sporchi affari o noi fermeremo te”.

Carola Rackete

@CaroRackete

Malta’s former director of PM office threatening Italian journalist.

Malta is in fact involved in a lot of dirty business, like the use of Maltese fishing vessels to return refugees to Libya from Maltese search zone, as exposed by @nelloscavo in L’Avvenire.

361 utenti ne stanno parlando

”Un anno fa, sono entrata nel porto di Lampedusa senza autorizzazione, dopo che il mio equipaggio e io abbiamo salvato 53 persone dal naufragio e dopo che tutta l’Europa ci ha abbandonato per più di due settimane. Il nostro equipaggio ha dovuto farlo come parte della flotta di soccorso civile perché l’Unione europea aveva ritirato tutte le sue navi, pur sapendo che i rifugiati in fuga dalla guerra in corso in Libia stanno tentando l’attraversamento”, ha dichiarato alla Rackete.

L’allora ministro degli Interni Matteo Salvini aveva rifiutato l’ingresso della nave in porto e durante più di due settimane di stallo la situazione a bordo era arrivata allo stremo. Così il 29 giugno 2019 Rackete fece attraccare la nave in porto senza autorizzazione e venne arrestata. A gennaio la Corte Suprema italiana ha stabilito che il suo arresto non era giustificato. ”Il nostro equipaggio doveva essere in mare perché sappiamo che i diritti umani sono universali e il diritto marittimo non si preoccupa dei passaporti: ho pensato che dovevamo essere in mare non solo per effettuare il salvataggio, ma anche come segno di resistenza contro il razzismo strutturale delle autorità europee”, ha aggiunto.

Carola Rackete

@CaroRackete

Some media frame questions about international maritime law as a matter of personal opinion and perspective.

Equally, human rights abuses of @Frontex, like their involvements in pushbacks at sea and land are facts – not opinions – and well documented.

1/x

19 utenti ne stanno parlando
Un anno dopo Rackete rompe il silenzio per lanciare un appello a ”tutti i cittadini dell’Ue” che ”dovrebbero sapere: quelle persone che stanno annegando nel Mediterraneo – almeno 96 morti entro questo mese – non sono vittime di un incidente imprevisto o di un disastro naturale. Annegano perché l’Ue vuole che anneghino, spaventando coloro che potrebbero tentare di attraversare. Annegano perché l’Europa nega loro l’accesso a rotte sicure e non lascia altro che rischiare la vita in mare. E nessuno sarebbe entrato in una simile barca, a meno che non fosse più sicuro della costa!”, ha dichiarato. ”Come cittadini europei, dobbiamo interrompere questa politica! Dobbiamo abbattere la fortezza Europa, creata per far morire i poveri dalle coste del Mediterraneo dove nessuno li vede. Ci deve essere uguaglianza e libertà per tutti, per vivere e muoversi senza paura per la propria vita”, ha proseguito.

”Fino a quando ciò non diventerà realtà, il salvataggio in mare civile continuerà ad essere come i vigili del fuoco volontari che tentano di spegnere gli incendi intenzionalmente in fiamme dagli incendiari dell’Ue e del più ampio Nord del mondo. E nonostante la Corte Suprema italiana abbia convalidato la mia decisione di entrare nel porto e portare le persone in sicurezza in conformità con il diritto marittimo, la criminalizzazione del salvataggio in mare continua; nel mio caso e nelle indagini su altri che agiscono in solidarietà con le persone in movimento”, ha continuato l’attivista.

Migranti, Carola Rackete all’Europa: “Dove eravate quando ho chiesto aiuto?

Inoltre i Paesi europei stanno sfruttando la crisi causata dal coronavirus per ”mettere da parte i diritti umani e per smettere di rispettare la legge del mare”. ”Devo sottolineare ancora una volta che, nonostante sia al potere la nuova coalizione del governo italiano, nulla di fondamentale è cambiato all’interno dell’Ue e alle frontiere esterne dell’Ue. Se c’è stato un cambiamento, le cose sono peggiorate durante l’ultimo anno”, ha proseguito l’attivista. ”Malta, in primo luogo, ma anche altri stati europei, tra cui la Germania, stanno usando la pandemia di coronavirus come scusa per abbandonare i diritti umani e per smettere di rispettare la legge del mare. Nel fine settimana di Pasqua, nonostante la loro posizione fosse nota alle autorità dell’Ue, i naufraghi sono stati lasciati alla deriva per giorni nella zona di salvataggio maltese, prima di essere intercettati da una “nave della flotta fantasma” privata che il governo maltese aveva assunto per riportare illegalmente i 51 sopravvissuti e 5 corpi in Libia. Altri sette erano già annegati. Da allora si sa poco di ulteriori casi simili, perché gli occhi civili in mare sono indesiderati. Diversi stati europei, tra cui Spagna, Malta, Italia, Paesi Bassi e Germania, continuano a ostacolare il salvataggio e il monitoraggio delle missioni in mare e in volo”, ha affermato.

rep

Spiegando la sua decisione di non rilasciare interviste un anno dopo il suo approdo a Lampedusa, Rackete afferma che ”questa storia, tuttavia, non dovrebbe riguardare affatto me. Questo è il motivo per cui non voglio essere io a parlare. L’inquadramento persistente di me e di altri volontari di salvataggio nel Mediterraneo come eroi è una narrazione profondamente problematica. Rimuove i riflettori dalle persone che abbiamo salvato e crea erroneamente l’illusione che alcune persone siano uniche o diverse. Ma come la maggior parte degli europei, noi – in quanto membri dell’equipaggio di Sea Watch 3 – siamo soprattutto una cosa: dei privilegiati. Ciò non significa che non affrontiamo alcun problema nella vita. Significa che nel mio caso, come donna bianca, non ho avuto paura per un secondo che la polizia potesse uccidermi durante l’arresto o dopo in cella come invece è successo a molti neri, anche in Germania. Ed è per questo che dobbiamo agire”, ha spiegato.

rep


”Se ci sono eroi in quella storia, sono le persone che abbiamo incontrato in mare e che sono sopravvissute molto più che attraversare il mare in una barca indegna. Non è necessario che una persona bianca salga sul palco come una presunta “voce dei senza voce””, ha spiegato. ”Le persone che salviamo potrebbero aver perso molte cose nella loro vita, ma non hanno perso la propria voce e sono gli esperti delle proprie esperienze. Se vogliamo superare il razzismo strutturale, dovremmo iniziare ascoltandoli. Questo è il motivo per cui non farò interviste per l’anniversario della missione Sea Watch 3 dell’anno scorso. Invece, chiedo a tutti di ascoltare coloro che l’Europa preferirebbe far affogare piuttosto che permettere di raggiungere le sue coste”, ha concluso.

Nel frattempo il nuovo aereo della Sea Watch decolla oggi per la sua prima missione. Mentre “Moonbird” si ferma per manutenzione, “Seabird”, spiega la ong tedesca, “permette di continuare a individuare imbarcazioni in pericolo, prestare assistenza nei soccorsi e documentare violazioni di diritti umani nel Mediterraneo”.

Intanto gli sbarchi proseguono anche in Sardegna. Sfiora il centinaio da ieri sera il numero di migranti algerini, fra i quali una donna, arrivati sulle coste Sud-occidentali dell’isola. Durante la notte gli sbarchi non si sono fermati: un nuovo gruppo di 13 persone è stato avvistato in mattinata. Le condizioni meteomarine favorevole e un vento debole da sud favoriscono le partenze dall’Algeria e la breve traversata fino alla Sardegna. Ieri a Porto Pino, sulla spiaggia di Sant’Anna Arresi (Sud Sardegna), sono stati intercettati due gruppi, uno di 19, l’altro di 8 persone, fra le quali una donna. Poi altri sei algerini sono stati trovati a Teulada, 12 a Cala Cipolla, 10 in località Sa Colonia, 14 a Sant’Antioco e stamattina altri 14 sulla spiaggia di Chia (Domusdemaria), dove sono stati accolti in uno stabilimento balneare. Tutti sono destinati al centro di prima accoglienza di Monastir (Cagliari) per le procedure di identificazione e le visite mediche.

Sorgente: Immigrazione, Rackete: “Ue sfrutta la crisi e dimentica diritti umani”. Solidarietà a Nello Scavo minacciato – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20