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Chiavari – Quarantotto ospiti in struttura, otto ricoverati all’ospedale di Sestri Levante (non in rianimazione) e tredici morti dallo scorso 10 aprile. Sono i numeri dell’ermergenza coronavirus che ha travolto l’Istituto Torriglia di Chiavari. Ventitré su trenta gli operatori in malattia, ma le defezioni (dopo l’sos lanciato dal presidente, Arnaldo Monteverde, e dal sindaco, Marco Di Capua) sono state tamponate dalla protezione civile con l’invio di un medico e di quattro infermieri (due dovrebbero arrivare oggi o domani); assunti nuovi operatori socio assistenziali e sostituito il personale di cucina con il servizio esterno di “Cir food”.

«Nessuno di noi si sta risparmiando – dichiara il direttore sanitario dello storico ricovero di via Preli, Cecilia Gallo – Una pandemia di queste proporzioni, così insidiosa e imprevedibile, fa emergere le fragilità umane: non tutti se la sentono di stare in prima linea. Non possiamo biasimarli, ma abbiamo i presidi di autoprotezione necessari per lavorare in condizioni di sicurezza. La carenza improvvisa di personale in un frangente così critico – aggiunge – ci ha messi ulteriormente in difficoltà, ma siamo riusciti a far fronte alla situazione e attendiamo l’arrivo dei sanitari dell’esercito. Il nuovo personale si è integrato e lavora al meglio. Non tutti i nostri ospiti sono risultati positivi al tampone, però, in via precauzionale, li consideriamo tutti contagiati». Gallo si batte per salvare i suoi assistiti, ma, al termine dell’ennesima giornata segnata dai lutti (quattro nell’arco di poche ore) non nasconde lo scoramento.

«In oltre vent’anni di professione medica non mi sono mai trovata di fronte a una situazione simile», confessa.Del commissariamento, chiesto da Alisa, non si hanno notizie. Al Comune e alla Asl 4 non sono arrivate comunicazioni circa la paventata nomina di un supervisore. Regione e Azienda ligure sanitaria, probabilmente, hanno deciso di soprassedere. Intanto, si susseguono gesti di solidarietà da parte di aziende private che omaggiano la casa di riposo offrendo materiale per la protezione individuale di ospiti e personale.Ai camici e alle tute già donate dalle aziende di Carasco “Faci”, “Spiga Nord” e “A-Esse” e alle mascherine regalate dalla Croce Rossa di Gattorna, ieri si è aggiunta “Seacsub” di San Colombano Certenoli.

«Grazie all’interessamento di Martino Musso, nostro fornitore dei servizi di pulizia – spiega Monteverde – “Seacsub” ha consegnato gratuitamente venti mascheroni di protezione. Questi gesti di solidarietà, congiuntamente agli sforzi compiuti dalla nostra direzione sanitaria e dal nostro personale, sostenuti da Asl 4 e protezione civile, ci aiutano a superare la criticità dovuta al contagio da Covid-19».

Sorgente: Istituto Torriglia di Chiavari, la casa di riposo in trincea: «Mai visto nulla di simile» – Il Secolo XIX

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