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Non solo la diffusione del coronavirus che non accenna a fermarsi, in Italia la situazione si è aggravata per le rivolte nelle carceri, dove i detenuti protestano per i rischi di contagio e contro le misure del governo, che ha imposto restrizioni su visite parentali e colloqui.

Nell’Italia afflitta dall’emergenza coronavirus, si è aggiunta un’altra tegola legata in qualche modo al Covid-19: le rivolte nelle carceri.

A Modena a seguito degli scontri e delle rivolte, sono rimasti uccisi 6 detenuti, un’altra protesta di detenuti è scoppiata all’Ucciardone di Palermo, dove è stato necessario persino l’intervento dell’Esercito per riportare l’ordine. Proteste anche al San Vittore di Milano, dove detenuti si sono arrampicati sul tetto del penitenziario. Grave la situazione a Foggia, dopo lo scoppio di una rivolta questa mattina. Ci sono cordoni di forze dell’ordine ma alcuni sarebbero evasi, secondo alcune notizie, si sarebbero impossessati anche di auto per scappare. Gli altri sono riusciti a prendere il controllo del carcere.

I detenuti chiedono indulto e amnistia a seguito della diffusione del coronavirus, che ha portato di nuovo alla ribalta l’annoso problema del sovraffollamento delle carceri: proprio nella struttura penitenziaria del capoluogo di provincia pugliese, attualmente ci sono 608 detenuti, numero al di sopra della capienza ottimale che sarebbe di 365.

Rivolta in carcere San Vittore a Milano
© AP PHOTO / ANTONIO CALANNI

La rabbia dei detenuti è scoppiata anche per l’insofferenza di fronte alle nuove misure draconiane prese dal governo per contenere la diffusione del coronavirus: nel Dpcm sono previste restrizioni su visite parentali e colloqui con i detenuti nelle strutture penitenziarie.

L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto su Facebook commentando la situazione di caos. Ha invocato il “pugno di ferro.

“Evasione drammatica al carcere di Foggia, negozi chiusi e panico nelle strade, interviene l’Esercito. Rivolte dei detenuti, evasioni, morti e feriti in diverse carceri italiane. Occorre il pugno di ferro, subito: chiusura di tutte le celle, sospensione di uscite e passeggiate, e chi sbaglia paga doppio. Il mio abbraccio alle donne e agli uomini della Penitenziaria che, spesso lasciati soli, rischiano la vita per proteggere noi e la Legge”.

Proseguendo l’intervento, Salvini ha ribadito la sua solidarietà agli uomini in divisa, intimando allo stesso tempo di non provare “a spalancare i cancelli delle galere.”

“Detenuti morti, altri ricoverati: a Modena è successo quello che temevo mesi fa, quando (era il 25 gennaio) avevo sollevato pubblicamente la situazione drammatica di alcune carceri italiane. In particolare, a Modena denunciavo sovraffollamento e massiccia presenza di reclusi con problemi mentali. Una bomba a orologeria che purtroppo è esplosa con conseguenze drammatiche. Il ministro Bonafede non ha mai risposto agli allarmi, e ora si è diffusa la rivolta dei detenuti in tutto il Paese. Solidarietà alla Polizia Penitenziaria e grazie alle donne e agli uomini in divisa: molti di loro sono rientrati in servizio per aiutare i colleghi in un momento drammatico. Nessuno provi a spalancare i cancelli delle galere con la scusa delle rivolte”.

Sorgente: Salvini dice no alle scarcerazioni per l’emergenza coronavirus: “occorre il pugno di ferro” – Sputnik Italia


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