0 3 minuti 4 anni

KABUL. La pace in Afghanistan è finita ancora prima di cominciare. Ieri l’aviazione americana ha condotto il primo raid contro militanti talebani, quattro giorni dopo la firma a Doha dell’accordo per il ritiro del truppe statunitensi e la fine della “guerra più lunga”, quasi 19 anni. Gli studenti barbuti, ha spiegato il Pentagono, hanno assaltato un check-point dell’esercito governativo afghano e i cacciabombardieri sono intervenuti «per fermare l’attacco». Il portavoce della forze Usa nel Paese, colonnello Sonny Leggett, ha precisato che gli Stati Uniti «mantengono l’impegno per arrivare alla pace ma difenderanno le forze afghane se necessario: i taleban hanno promesso che avrebbero ridotto la violenza, non aumentato gli attacchi. Chiediamo loro di sospendere queste azioni inutili e mantenere gli impegni».

Il raid è stato il primo in 11 giorni, da quando, prima dell’intesa in Qatar, Washington e i Taleban avevano concordato una settimana di “riduzione della violenza” per spianare la strada al ritiro americano. Ma già da domenica scorsa sono cominciati i problemi. L’accordo di Doha, oltre al ritiro di tutte le forze della Nato entro 14 mesi, prevedeva anche il rilascio di cinquemila prigionieri talebani da parte del governo di Kabul. Il presidente Ashraf Ghani si è però rifiutato di farlo, perché i guerriglieri islamisti non hanno preso impegni sul rispetto della tregua nei confronti delle truppe governative. Lunedì gli studenti barbuti hanno allora annunciato che le «operazioni» riprendevano come sempre. Martedì hanno ucciso cinque poliziotti a un check-point vicino a una miniera di rame. Ieri ci sono stati scontri “in nove province”, compresa quella dell’Helmand, dove gli americani hanno condotto il raid di risposta, con un totale di venti morti, compresi 4 civili.

Un bollettino di guerra che non promette nulla di buono. In realtà Ghani non è per niente convinto dell’accordo fra Usa e taleban. Il loro mediatore capo, Abdul Ghani Baradar, ex braccio destro del Mulah Omar, si è impegnato con Donald Trump a rispettare i patti, a rompere i legami con Al-Qaeda, e a combattere le cellule dell’Isis nel Paese. Ma la dirigenza non ha mai rinunciato all’instaurazione di un emirato islamico, come quello fondato nel 1996 e distrutto dall’intervento americano nel 2001. Ghani è convinto che appena le forze della Nato se ne saranno andate comincerà l’assalto a Kabul. Lo stesso scenario che era seguito al ritiro delle truppe sovietiche nel 1989, con il Mullah Omar che alla fine aveva conquistato la capitale, nel 1996, e fatto impiccare l’ex presidente Mohammad Najibullah.

Sorgente: In Afghanistan Pace già finita, Raid degli Usa contro i taleban: “Basta attacchi” – La Stampa

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20