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Il presidente palestinese: “Non passerò alla storia come il leader che ha venduto Gerusalemme”. Pronto un piano alternativo da presentare all’Onu

Il CAIRO – Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, intervenendo alla riunione straordinaria convocata dalla Lega Araba al Cairo, ha annunciato “la rottura di tutte le relazioni della Palestina con Israele e Stati Uniti”, in seguito alla presentazione del Piano di Trump per la pace in Medio Oriente. Il documento era stato presentato a Washington il 28 gennaio.

Abu Mazen ha annunciato anche la sospensione di tutti gli accordi. “Non accetterò l’annessione di Gerusalemme e non voglio passare alla storia come colui che ha venduto Gerusalemme”, ha affermato il leader palestinese, aggiungendo che l’Autorità nazionale palestinese, “non accetterà mai gli Usa come unico mediatore al tavolo dei negoziati con Israele”.

“Israele non è la patria solo degli ebrei, ma anche dei musulmani e dei cristiani”, ha inoltre affermato Abu Mazen. Anche se gli Stati Uniti con la cartina proposta a Washington, “hanno dato agli israeliani oltre il 90 per cento delle terre palestinesi”, il leader palestinese continua a “credere nella pace”, ha spiegato, sulla base di quanto scritto nella “Iniziativa di pace araba” e nelle “risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Secondo i media arabi, l’Autorità nazionale palestinese si prepara a presentare all’Onu in piano di pace alternativo rispetto a quello di Trump.

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Il Piano di Trump per il Medio Oriente

Il 28 gennaio a Washington il presidente americano Donald Trump insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva presentato “il piano del secolo” in 80 pagine che si basa su Gerusalemme come capitale “unita” dello Stato di Israele. Il documento, presentato dal consigliere e genero di Trump Jared Kushner, si basa sulla creazione di uno Stato palestinese che avrà una capitale nell’area di Gerusalemme Est (nel quartiere di Abu Dis) e che sarà sostenuto da 50 miliardi di dollari di investimenti da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati.

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Netanyahu, che il 2 marzo affronterà le urne per la terza volta in un anno, ottiene il riconoscimento della sovranità israeliana sulla valle del Giordano. Le diverse porzioni di Stato palestinese saranno unite da “strade, ponti e tunnel”. Il documento prevede quindi due Stati, uno israeliano e uno palestinese, ma quest’ultimo con diverse limitazioni: non potrà avere un esercito e non controllerà i suoi confini esterni e il suo spazio aereo. Inoltre in Cisgiordania diversi insediamenti legali diventeranno Stato di Israele, con Netanyahu che potrebbe annettere subito il 30% del territorio.

“Gerusalemme non è in vendita”, aveva immediatamente commentato Abu Mazen; mentre Hamas aveva parlato di “discorso aggressivo che creerà molta rabbia”. Opposizioni al piano sono arrivate anche dai leader turchi e iraniani. A sostegno del piano a Washington c’erano invece gli ambasciatori di Oman, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, e Arabia Saudita.

Sorgente: Palestina, dopo il Piano di Trump, Abu Mazen annuncia: “Interrompiamo le relazioni con Israele e gli Usa” – la Repubblica

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