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Azionisti irrimediabilmente prigionieri delle condizioni della banca

BARI – «Vedi di venire con una copia pulita che c’ho quella… che c’è un socio che deve vedere il bilancio e quindi portala…». E’ il contenuto di una intercettazione tra due dirigenti della Banca Popolare di Bari, Gianni Milella e Elia Circelli, entrambi indagati e il secondo arrestato ieri con gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini nell’ambito dell’indagine della Procura sul dissesto dell’istituto di credito barese.

Dalle indagini sul dissesto della Banca Popolare di Bari, che ieri ha portato anche all’arresto dell’ex patron della banca Marco Jacobini, del figlio Gianluca, e all’interdizione dell’ex ad Vincenzo De Bustis Figarola, emerge «la volontà del Cda della BpB di escludere del tutto la liquidazione delle azioni in favore dei soci recedenti con fondi propri, lasciandoli irrimediabilmente prigionieri dei loro titoli clamorosamente svalutati». E’ quanto è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare.

Nel provvedimento cautelare si evidenzia che gli stessi azionisti erano prigionieri anche “delle condizioni economiche della Banca Popolare di Bari che, stando alle indicazioni contabili, non sarebbe stata in grado di fare fronte alle richieste di recesso e liquidazione delle azioni se non pregiudicando la stessa stabilità patrimoniale». Tutto ciò accadeva – si evidenzia – «nella piena consapevolezza del Consiglio di Amministrazione» già nel 2016.

«La bufera giudiziaria che ha travolto i vertici della Banca Popolare di Bari apre nuovi fronti di tutela per i risparmiatori coinvolti in questa ennesima vicenda di risparmio tradito». Lo dichiara l’avvocato Emilio Graziuso, responsabile del Coordinamento istituito dalla Confconsumatori e dall’Associazione Nazionale ‘Dalla Parte del Consumatorè che assiste alcuni risparmiatori e azionisti dell’istituto di credito barese, commissariato a dicembre.
Per il legale, i reati contestati dalla Procura, «sono molto importanti ed avranno una notevole ricaduta anche sui processi civili instaurati e da instaurare» nei confronti della banca e, “qualora accertati, confermerebbe la tesi dell’assoluta inconsapevolezza dei risparmiatori, e non certo per loro responsabilità, al momento dell’acquisto dei titoli, circa la situazione economica, sulla solvibilità e solidità della banca e, di conseguenza, in merito all’affidabilità dei titoli, alla natura ed al rischio degli stessi ed al recupero delle somme investite».

Sorgente: Crac Pop Bari: «Vieni con una copia pulita, c’è un socio che deve vedere il bilancio» – La Gazzetta del Mezzogiorno

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