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Casellati vota con le opposizioni, va in calendario lunedì. “Non è più super partes” protesta Marcucci (Pd). La maggioranza valuta un’assenza strategica per togliere a Salvini un’arma da campagna elettorale

by Gabriella Cerami

Alla fine la presidente del Senato Elisabetta Casellati si schiera e vota con le opposizioni. “Non è più super partes”, grida davanti ai taccuini il capogruppo Pd Andrea Marcucci. Il voto della Giunta delle Autorizzazioni a procedere, su Matteo Salvini indagato per sequestro di 131 migranti a bordo della Gregoretti, sarà dunque il 20 gennaio. Come chiesto dal centrodestra che grazie al voto della seconda carica dello Stato è riuscito a battere la maggioranza nella Giunta per il regolamento. Maggioranza che adesso minaccia di disertare la seduta di lunedì, un’assenza strategica per rinviare la questione a dopo le Regionali.

La senatrice Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle parla di “goffo tentativo” da parte del centrodestra “di offrire le istituzioni più alte della Repubblica, come la Giunta e l’intero Senato, quali palcoscenico per la loro propaganda. Tutto questo viene legittimato, duole dirlo, dalla presidente Casellati che con il suo voto insieme alle opposizioni smette di essere arbitro e indossa la maglia di una delle squadre in campo”.

La mattinata, come del resto gli ultimi giorni, è stata particolarmente tesa e complicata. Si apre con la riunione della Giunta per il regolamento chiamata a decidere sulla data del voto. La proposta viene presentata dalla minoranza attraverso “un quesito manipolatorio”, denuncia la maggioranza che accusa il centrodestra di aver architettato un escamotage per votare il 20 gennaio la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno.

A questo punto è necessario chiarire il vero nocciolo della questione. Sullo sfondo la questione politica con la Lega che chiede il voto immediato, una settimana prima delle elezioni regionali, e con la maggioranza che invece non vuole concedere all’ex titolare del Viminale un’arma da utilizzare in campagna elettorale.

Salvini, in ogni comizio, ripete: “Se lunedì, come pare, perché i numeri ce li hanno a favore, Pd, Renzi e M5S decideranno che devo essere processato, andrò a processo a testa alta e dovranno trovare un tribunale molto grande, perché tanti italiani saranno con me”.

Detto ciò, lo scontro tra maggioranza e opposizione si consuma nelle sedi istituzionali. La Giunta per il regolamento è stata chiamata a decidere se la Giunta per le Autorizzazioni a procedere possa o meno riunirsi lunedì nonostante i lavori del Senato e delle commissioni siano sospesi per concedere ai parlamentari di fare campagna elettorale in vista del voto di domenica 26 gennaio.

Dopo il via libera unanime alla ‘perentorietà’ del termine dei 30 giorni previsti dal regolamento entro i quali la Giunta per le autorizzazioni deve esprimersi sul caso Salvini-Gregoretti, lo scontro tra maggioranza e opposizione si è spostato sul conteggio dei giorni. Da M5S-Pd, Misto e Autonomie, quindi dalla maggioranza, si sottolinea che la deadline scadrebbe oggi e non lunedì, quando sarebbe previsto il voto su Salvini a sant’Ivo alla Sapienza.

La maggioranza punta ad accelerare, anche se sono assenti, perché in missione in Usa, due componenti della maggioranza: Pietro Grasso e Michele Giarrusso. A questo punto, sul tavolo finiscono due le opzioni: l’autorizzazione a procedere si vota oggi o il 20? Nel primo caso, avrebbe vinto il ‘No’ al processo a Salvini per via dell’assenza dei due senatori di maggioranza, togliendo però un’arma elettorale al leader leghista a una settimana dalle regionali, come già si è detto.

Arrivato il momento del voto, la minoranza si schiera per votare il 20 mentre la maggioranza, appellandosi al fatto che i 30 giorni scadono oggi, chiede di votare immediatamente. Ed ecco che il settimo voto, quello della Casellati, in questo caso diventa necessario. Per sette voti e a sei vince il centrodestra.

Ma i colpi di scena non sono finiti: il 20 la maggioranza potrebbe non presentarsi in Giunta per le Autorizzazioni a procedere, ha annunciato il Pd ma ancora la mossa è in fase di studio. Anche perché basta un terzo dei componenti per raggiungere il numero legale e votare, dunque, con solo i voti dell’opposizione la richiesta di autorizzazione a procedere verrebbe respinta. Il fine settimana, e un colloquio tra i vertici dei partiti di maggioranza, sarà determinante.

Sorgente: Gregoretti, la maggioranza potrebbe disertare il voto del 20 su Salvini | L’HuffPost

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