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Il portavoce del commercio Usa, Lighthizer, ha detto che la firma del testo annunciato venerdì sera arriverà presto, dopo aver tradotto e definito i dettagli. La produzione industriale cinese batte il consenso. L’Asia compra la sterlina a mani basse, vende dollari e petrolio. Futures su Wall Street positivi

Venerdì sera Usa e Cina avevano comunicato di aver raggiunto un accordo preliminare, battezzato Fase 1, dopo 17 mesi di dispute commerciali. Secondo quanto spiegato da Washington, i 156 miliardi di dazi che dovevano scattare qualche ora fa sono stati sospesi, mentre è stata dimezzata la tariffa al 7,5% su 120 miliardi di dollari di beni cinesi. In un secondo momento gli americani hanno aggiunto che Pechino si è impegnata ad acquistare 50 miliardi di dollari di prodotti agricoli in un arco temporale non definito.

Ieri sera, però, interpellato dal canale Cbs, il rappresentante commerciale Usa, Robert Lighthizer, ha spiegato che l’accordo quasi raddoppierà l’export degli Stati Uniti in Cina nei prossimi due anni ed è “completamente fatto” nonostante ora sia necessario tradurre e rivedere il testo. Lighthizer, parlando al programma Face the Nation della Cbs, ha detto che ci saranno alcuni “scrub” (aggiustamenti) nel testo, ma l’accordo “è assolutamente fatto”. E’ invece ancora in fase di definizione la data per firmare il testo fra le due parti.

E quindi oggi l’Asia si muove piuttosto dubbiosa, il Nikkei chiude in ribasso dello 0,29%, mentre Hong Kong cede lo 0,38% alle ore 7:30 italiane e Shanghai sale dello 0,3%. L’oro viaggia laterale a 1.481 dollari l’oncia, il petrolio Wti americano cede lo 0,32% a 59,88 dollari il barile. Sul fronte valutario, sale bene l’euro dello 0,17% a 1,1140 trainato da una Brexit certa ma anche dai dubbi degli investitori sull’accordo Usa-Cina, mentre lo yen per ora è in leggera debolezza a 109,39. Per contro, l’Asia compra decisa la sterlina, dopo il risultato delle elezioni venerdì in Gran Bretagna, con il premier uscente Boris Johnson che ha sbancato. La valuta inglese sale dello 0,43% a 1,3386. I T bond Usa, intanto, viaggiano laterali a 12,8355, mentre i futures su Wall Street sono positivi per lo 0,32%.

Ieri sera Lighthizer ha aggiunto che il Dipartimento del commercio Usa prevede che gli acquisti cinesi di beni agricoli aumenteranno da 40 a 50 miliardi di dollari all’anno nei prossimi due anni. Gli Stati Uniti hanno esportato circa 24 miliardi di dollari di prodotti agricoli in Cina nel 2017, l’ultimo anno intero prima che le due maggiori economie mondiali avviassero una guerra tariffaria sui beni reciproci nel luglio 2018.

Intanto la produzione industriale cinese di novembre è aumentata del 6,2% anno su anno, accelerando da un +4,7% registrato ad ottobre e battendo in questo modo il consenso del mercato per un +5%. Si è trattato del ritmo di crescita più veloce dallo scorso giugno, sostenuta da produzione, industria manifatturiera, estrazione mineraria e servizi pubblici. Il tutto aiutato da un forte programma di sostegno economico da parte del governo di Pechino.

Sorgente: L’accordo Usa-Cina non è stato firmato. Asia in rosso – MilanoFinanza.it

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