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PALERMO – Lasciati morire, torturati, violentati, ricattati in un centro di detenzione della polizia libica. È un condensato di orrori, ma soprattutto una tragica conferma di quanto denunciato nei giorni scorsi da un rapporto dell’Onu il racconto di alcuni dei migranti soccorsi e sbarcati a Lampedusa dalla nave Alex della Ong Mediterranea che hanno consentito alla squadra mobile di Agrigento diretta da Giovanni Minardi di avviare l’inchiesta che questa mattina ha portato al fermo di tre persone, altri migranti giunti in Italia con precedenti sbarchi, che erano ancora ospitate nell’hotspot di Messina.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Agrigento e poi passata alla Dda di Palermo che ha firmato il provvedimento di fermo, per la prima volta contesta in Italia il reato di tortura oltre a quelli di sequestro di persona e tratta di esseri umani. “Questo lavoro investigativo – spiega il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio – è suscettibile di ulteriori importanti sviluppi e ha dato conferma delle inumane condizioni di vita all’interno dei cosiddetti capannoni di detenzione libici e la necessità di agire, anche a livello internazionale, per la tutela dei più elementari diritti umani e per la repressione di quei reati che, ogni giorno di più, si configurano come crimini contro l’umanità”.

Sorgente: Migranti torturati, violentati e lasciati morire in un centro di detenzione della polizia in Libia, tre fermi a Messina – Repubblica.it

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