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Dopo la caduta dell’ex governatore lombardo Formigoni sono emerse le seconde e terze linee politiche

Un sistema di potere fluido emerge dall’inchiesta “Mensa dei poveri” che ha portato oggi all’arresto dell’ex europarlamentare azzurra Lara Comi per finanziamento illecito, corruzione e truffa aggravata proprio ai danni del Parlamento europeo.

Un sistema che si regge sull’asse Forza Italia-Lega e ha visto calcare la scena una nuova pattuglia di corruttori e faccendieri, di rendite create attingendo copiosamente dai bilanci pubblici e campagne spregiudicate di raccolte fondi (illecite) per i partiti e i suoi esponenti.

Dopo la caduta dell’ex governatore Roberto Formigoni, dominus incontrastato della Regione Lombardia per quasi 20 anni, nel vuoto di potere lasciato libero dalla galassia imprenditoriale di Comunione e Liberazione, si sono affacciate le seconde e terze linee politiche.

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Ecco che intorno al dirigente di Forza Italia di Varese Nino Caianiello, ritenuto al centro di uno strutturato sistema di tangenti, si scoprono nomi e meccanismi. Grazie anche alle persone a lui vicine che hanno, a loro volta, parlato e fatto nomi.

Emblematico uno stralcio degli interrogatori messo a verbale da Alberto Bilardo, ex segretario berlusconiano a Gallarate (paesone a pochi chilometri dall’aeroporto di Malpensa) a sua volta indagato per corruzione e uno degli uomini più vicini al «burattinaio» Nino Caianiello.

«Nella Lega non c’è una persona che prende soldi direttamente, ma c’è una suddivisione degli incarichi ad esempio quando Mascetti prende un incarico poi fa lavorare altri professionisti». Andrea Mascetti, avvocato varesino e consigliere di amministrazione indipendente nel board di Banca Intesa Russia e nel Canton Ticino lo troviamo tra gli amministratori di Intesa San Paolo private bank, è un peso massimo del partito di Salvini e persona di fiducia del potentissimo Giancarlo Giorgetti. Mascetti, estraneo all’inchiesta, è però al centro di un sistema di potere che parte dalla Fondazione Cariplo e arriva fino Ferrovie Nord e Autostrade Lombarde.

Grazie alle rivelazioni di Bilardo ecco che anche il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani viene indagato per turbativa d’asta per una presunta nomina pilotata relativa alla scelta di chi avrebbe redatto il Pgt del Comune.

Sono 71 le persone per le quali la procura di Milano ha chiesto il processo per l’inchiesta Mensa dei poveri che il 7 maggio ha portato agli arresti, tra gli altri, del consigliere regionale Fabio Altitonante, dell’ex consigliere comunale Pietro Tatarella (che si dimise dopo gli arresti). La stessa inchiesta per la quale la Camera dei Deputati ha recentemente negato la richiesta di arresto per il parlamentare azzurro Diego Sozzani. Per lui l’accusa è quella di avere ricevuto 10 mila euro di finanziamento per la campagna elettorale del 2018 dall’imprenditore milanese Daniele D’Alfonso, violando la legge sul finanziamento alla politica e ai partiti.

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Altitonante è accusato di avere ricevuto finanziamenti per 20 mila euro, mentre per l’astro nascente azzurro Tatarella l’accusa per lui è quella di avere ricevuto 90 mila euro in consulenze giudicate “fittizie” da D’Alfonso con l’obiettivo di fargli ottenere appalti ambientali e rapporti stretti con esponenti politici.

Sorgente: Inchiesta “Mensa dei poveri”, ecco il sistema di potere e corruzione – La Stampa

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