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Attesi i numeri definitivi sugli esuberi. La multinazionale non fa retromarcia sullo spegnimento: via da Taranto a metà gennaio

MILANO – Si tiene oggi nel primo pomeriggio il faccia a faccia tra i sindacati e ArcelorMittal, la multinazionale dell’acciaio che si è aggiudicata l’Ilva dall’amministrazione straordinaria e a distanza di un anno dalla sigla di quel contratto ha annunciato il clamoroso passo indietro dal gruppo siderurgico. Cerimoniere sarà il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che tenterà di tenere vivo il filo di un dialogo di fronte ai passi fermi dell’azienda, che va decisa verso lo spegnimento della produzione.

Piano serrato per la chiusura: a metà gennaio Ilva spenta

La procedura era già stata annunciata ai sindacati martedì sera della scorsa settimana a Taranto e notificata ai sindacati la mattina del giorno successivo, poco prima che i Mittal si recassero al confronto col premier Conte e col governo. Sul tavolo odierno non c’è solo la procedura di restituzione – che i sindacati contestano, tant’è che si sono fatti degli scioperi sia a Taranto che negli altri siti Mittal – ma anche il piano di fermate impianti che la stessa azienda ha comunicato ieri.

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Si parte da metà dicembre con l’altoforno 2, perchè ArcelorMittal ritiene che Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti, non riuscirà a fare i lavori di messa a norma nei tempi fissati dalla magistratura, e non modificati, né ancora soggetti a proroga, per cui lo stesso altoforno 2 verrà nuovamente sequestrato senza facoltà d’uso, portando il numero degli impianti attivi a Taranto da tre a due.

Ma anche per gli altri due altiforni restanti è fissata la fermata, ha fatto sapere ArcelorMittal chiudendo così a ogni possibilità di dialogo. A fine anno per l’altoforno 4 e intorno a metà gennaio per l’altoforno 1. Saranno fermate pure cokerie e centrali termoelettriche. Una fermata così massiccia, che blocca più di mezzo stabilimento, determinerà anche degli esuberi, ma le cifre collegate allo stop non sono state fornite ieri da ArcelorMittal, che si è riservata di farlo oggi nel tavolo al Mise. E oggi al Mise, mentre si svolgerà il confronto sindacati-azienda, ci sarà davanti al ministero un presidio dei delegati sindacali.

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Ancora fermo il ricorso dei commissari per bloccare la multinazionale

Sul piano legale, in risposta ad ArcelorMittal, Ilva in amministrazione straordinaria non ha ancora preso una iniziativa. E’ in fase di completamento di stesura un ricorso cautelare urgente, in base all’articolo 700 del Codice di procedura civile, per stoppare la multinazionale poichè Ilva in as giudica infondato il recesso e sostiene che manchino anche in via ipotetica i presupposti in via di diritto e di fatto. Questo ricorso, però, non è stato ancora depositato al Tribunale di Milano, dove invece è stato depositato l’atto con cui ArcelorMittal chiede alla magistratura di dichiarare la validità delle ragioni del recesso prospettate dalla multinazionale (prima udienza in merito a maggio).

Sul deposito del ricorso cautelare di Ilva, invece, ci sono per ora ipotesi. Potrebbe essere oggi, ma si parla anche di lunedì prossimo. Sempre oggi a Taranto le tre aziende dell’indotto-appalto siderurgico che hanno chiesto l’apertura della procedura di cassa integrazione per mancanza di lavoro da parte del siderurgico, incontrano i sindacati per avviare la discussione.

Sorgente: Ex Ilva, oggi l’incontro al Mise tra ArcelorMittal e sindacati – Repubblica.it

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