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Manifestanti a Plaza de Bolívar Bogotá durante lo sciopero generale

di Francesco Cecchini

La Colombia è un’eccezione in America Latina; non è mai stata governata da regimi progressisti, né mai il modello economico neoliberista è stato realmente messo in discussione. La lotta armata che ha scosso per 60 il paese non è riuscita a creare un’alternativa al sistema. La protesta di massa del popolo colombiano di giovedì scorso sono un avvertimento al presidente Iván Duque, in crisi di consensi, e a coloro che sostengono il modello capitalista liberale, ma un passo verso un cambio di sistema per risolvere le disuguaglianze.
Lo sciopero nazionale 21 novembre è stato indetto il 2 ottobre dai sindacati Central Unitaria de Trabajadores (CUT),Confederación de Trabajadores de Colombia (CTC), Confederación de Pensionados de Colombia (CPC), Confederación General del Trabajo (CGT), di fronte all’annuncio del governo di presentare almeno due progetti uno nel campo delle pensioni e l’altro di riforma del lavoro, che avrebbero impoverito ulteriormente il popolo colombiano. Lo stesso 2 ottobre l’ex presidente e ora senatore Álvaro Uribe Vélez leader del Centro Democrático, il partito di governo, e capo del presidente Iván Duque, ha presentò al Senato un disegno di legge che contemplava le riforme di sopra.

            Álvaro Uribe Vélez e il suo uomo Iván Duque           
                                                                         Alle centrali sindacali si sono subito dopo unite organizzazioni contadine, indigene, afro-colombiane, di studenti e insegnanti, di pensionati, operatori sanitari, con l'appoggio di intellettuali ed artisti e politici.  Tutti questi sindacati, organizzazioni e movimenti si sono uniti in un Comité del Paro Nacional, Comitato delllo Sciopero Nazionale.

Con l’allargamento del fronte politico-sociale si sono arricchite le ragioni dello sciopero che possono essere sintetizzate in quattro punti.

  1. IL “PAQUETAZO” che tra l’altro propone di abolire di eliminare il fondo pensione statale Colpensiones, aumentare l’età pensionabile e ridurre lo stipendio per i giovani al 75.
    2.ISTRUZIONE. Studenti di università pubbliche e private che si sono mobilitati più volte durante li anno. Chiedono maggiori investimenti nell’istruzione e l’adempimento degli accordi firmati l’anno scorso dopo oltre due mesi di proteste e che includono investimenti per le università di circa 1,3 miliardi di dollari. Gli studenti hanno anche marciato contro la brutalità della polizia nelle proteste, in particolare la squadra antisommossa, e la lotta contro la corruzione in diverse università. Agli studenti si uniscono molti insegnanti.
  2. UCCISIONI di indigeni, leader sociali ed ex guerriglieri manifestanti richiedono anche misure di protezione efficaci per indigeni e leader sociali, bersaglio di un’ondata di omicidi che hanno causato la morte di moltissimi di loro da quando Duque è salito al potere 15 mesi fa. La situazione è particolarmente delicata nel dipartimento di Cauca, un dipartimento situato in una regione montuosa del sud-ovest della Colombia, che vive in una spirale di violenza a causa della presenza di gruppi armati, paramilitari e bande di droga. I leader indigeni hanno sofferto di un’ondata di omicidi. Inoltre, il presidente colombiano ha annunciato il dispiegamento di 2.500 militari nella regione, una misura messa in discussione da alcuni leader indigeni che credono che la militarizzazione non risolva il problema. Secondo organizzazioni sociali, in Colombia ci sono stati più di 400 omicidi, leader sociali, difensori dell’ambiente, attivisti e anche ex guerriglieri delle FARC negli ultimi quattro anni.
  3. PACE. Le organizzazioni dello sciopero chiedono e al governo un maggiore impegno per l’attuazione dell’accordo di pace con le FARC raggiunto nel 2016. In particolare, e in relazione al punto precedente, criticano fortemente ciò che considerano una violazione da parte del governo riguardo al punto 4 dell’accordo che parla della sostituzione graduale e volontaria di colture illecite con altre alternative di sussistenza per le comunità più povere. Questo sta contribuendo alla crisi di insicurezza vissuta dalla popolazione indigena nel paese. Le organizzazioni indigene criticano il fatto che il governo non ha rispettato il punto degli Accordi di pace in merito alla sostituzione di colture illegali nelle popolazioni rurali, indigene e afro. Nell’aprile di quest’anno, Duque ha presentato sei domande alla legge sulla giustizia a la pace, che ha causato un’ondata di critiche e persino proteste di strada. Quella decisione, suggerita da Álvaro Uribe fece dire ai difensori dell’accordo di pace che il presidente Duque, marchiato come sub-presidente permetteva alla pace di morire.
    Il governo ha cercato di degilettimare lo sciopero affermando che ancora non aveva presentato i progetti contestati. Inoltre Uribe e il suo partito Centro Democrático hanno affermato che lo sciopero era parte di una strategia del Foro di San Paolo per destabilizzare il governo dI Duque. Altro argomento e stato quello di agitare la paura per possibili atti di violenza durante le marce per infiltrati che avrebbero cercato di provocare atti vandalici.
    Non riuscendo ad evitarlo, il governo colombiano ha affrontato lo sciopero come se fosse un’insurrezione e non una manifestazione pacifica e ha messo in atto una campagna ingiustificata di intimidazion.
    Dopo 15 mesi di governo, l’immagine del presidente Iván Duque è a terra. Il suo partito è stato sconfitto alle recenti elezioni amministrative e recenti sondaggi mostrano che il 69% dei colombiani disapprovano quello che combina. Ha difficoltà in parlamento a consolidare una maggioranza. Per esempio è stato forzato a far dimettere il suo ministro della difesa, Guillermo Botero, coinvolto nell’omicidio di 8 ragazzini in un bombardamento dell’esercito di un presunto campo delle FARC-EP, Segunda Marquetalia.
    Iván Duque ha criminalizzato la protesta, ordinato misure di sicurezza straordinarie, chiuso i confini terrestri e marittimi, fatto invadere strade e piazze da esercito e polizia, fatto perquisire sedi sindacali e studendesche.
    La CUT ha denunciato che le incursioni erano contro i membri del Congreso de los Pueblos e organizzazioni sociali e sindacali. Sicuramente ve ne sono state 27 a Bogotá (capitale), Cali e Medellín. Partito Comunista e l’Unione Patriottica hanno denunciato incursioni fatte in loro sedi aPalmira, Valle del Cauca. Anche la casa di Teresa Consuelo Cardona, ex candidata alle elezioni locali è stata perquesita.

Poliziotti perquisiscono

Comunque tutto ciò ma non è riuscito a intimidire il popolo colombiano. Il 21 novembre in uno sciopero generale senza precedenti nella storia recente del paese, la Colombia si è unita all’ondata di malcontento e proteste sociali in America Latina.
Il governo ha informato che allo sciopero hanno partecipato 207.000 persone in tutto il paese. Diogenes Orjuela del CUT ha affermato che le cifre date dal governo sono assolutamente ridicole e detto: “Abbiamo un rapporto di mobilitazione in 1.100 comuni della Colombia. Solo due milioni di persone si sono radunate nelle principali città.”
Il governo oltre a disinformare ha anche represso e cercato di sporcare le manifestazioni in varie parti del paese: a Medellín, Cali, Manizales, Popayán, Santa Marta. A Bogotá, lo squadrone mobile antisommossa si è scagliato contro manifestanti a Plaza Bolivar e all’Università Nazionale, inoltre ha sparato gas lacrimogeni e lanciato granate per bloccare i manifestanti nel nord-ovest della città che cercavano di raggiungere l’aeroporto internazionale. Il 21 novembre 3 persone sono morte e i feriti sono stati centinia.

Poliziotti reprimono

A conclusione dello sciopero nazionale, in una dichiarazione ufficiale il Comité del Paro Nacional, Comitato delllo Sciopero Nazionale ha richiesto un incontro con il presidente, Iván Duque, per discutere le motivazioni della giornata di mobilitazione nel paese. “Il Comitato delllo Sciopero Nazionale richiede immediatamente un incontro con il presidente Iván Duque, per discutere le motivazioni e le ragioni di questo sciopero: contro” il pacchetto “di misure regressive in materia economica, sociale, lavorativa e ambientale, a vita, pace e diritti umani “,
Il Comitato ha inoltre affermato prima dell’incontro: “Chiamiamo tutti i colombiani a essere pronti a sviluppare nuove azioni se il governo nazionale annuncia e prepara le sue riforme regressive.Prima di tutto la Colombia ha vinto in questo storico giorno di mobilitazione.”.

Sorgente: ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLO SCIOPERO GENERALE IN COLOMBIA. | Ancora Fischia il Vento

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