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Camera Usa bipartisan condanna il ritiro americano. Sul fronte interno, è scontro fra il presidente Usa e i democratici. Oxfam: 200mila sfollati allo stremo nel nord est

Se la Turchia non siglerà un cessate-il-fuoco in Siria, dovrà aspettarsi nuove sanzioni dagli Stati Uniti. Lo ha detto il ministro del Tesoro americano, Steven Mnuchin. In precedenza Ankara aveva fatto sapere che le sanzioni non fermeranno la propria avanzata nel nord est del Paese mediorientale.

La Camera dei Rappresentanti americana ha condannato a stragrande maggioranza il ritiro americano dalla Siria, che ha aperto la strada all’offensiva di Ankara. Una risoluzione bipartisan, che rappresenta una presa di distanza netta e trasversale dall’iniziativa dell’amministrazine Trump, afferma la propria “contrarietà alla decisione con cui gli Stati Uniti hanno messo fine alle iniziative per impedire le operazioni militari turche contro i curdi nel nord est della Siria”.

La Camera esorta il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, a “cessare immediatamente ogni azione unilaterale”. La risoluzione ha ottenuto 354 voti favorevoli e 60 contrari.

E questo mentre il vice presidente americano Mike Pence si prepara ad incontrare il presidente turco ad Ankara per tentare di mediare un’intesa sul cessate il fuoco.

La diplomazia Usa continua a esercitare un pressing sul presidente turco per convincerlo ad arrestare le sue truppe che ha lanciato nel nord est della Siria contro i curdi. Il 9 ottobre Trump aveva scritto una lettera a Erdogan appena prima dell’offensiva militare turca in Siria.

“Non fare il duro” o “non fare lo scemo”, “lavoriamo a un buon accordo. Tu non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone, e io non voglio essere il responsabile della distruzione dell’economia turca” aveva scritto Trump. Per tutta risposta Erdogan aveva ordinato l’attacco scatenando la reazione americana che ora minaccia pesanti sanzioni contro la Turchia.

Trump a dem, “odio Isis più di voi, ci vediamo a voto”

Sul fronte interno, è scontro fra il presidente Usa e i democratici che erano venuti a parlare di Siria alla Casa Bianca. Durante quell’incontro il Tycoon li ha pesantemente attaccati. “Io odio l’Isis più di voi – ha detto loro – Ci vediamo alle elezioni!”: così Donald Trump ha congedato i leader del Congresso che erano venuti a parlare di Siria alla Casa Bianca, scagliandosi contro i democratici.

Donald J. Trump

@realDonaldTrump

Nancy Pelosi needs help fast! There is either something wrong with her “upstairs,” or she just plain doesn’t like our great Country. She had a total meltdown in the White House today. It was very sad to watch. Pray for her, she is a very sick person!

77.000 utenti ne stanno parlando

E, secondo il racconto dei testimoni, dopo aver offeso la speaker della Camera Nancy Pelosi, definendola “una politica di terz’ordine”, il presidente americano ha insultato anche il suo ex ministro della difesa, James Mattis, che lasciò il Pentagono proprio in disaccordo sul disimpegno Usa dalla Siria: Trump lo ha definito “il generale più sopravvalutato al mondo, uno non abbastanza duro”.

Lo scontro sui social Trum-Pelosi

Il presidente Trump ha alzato poi i toni contro la Speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, che ha approvato l’inchiesta sull’impeachment del miliardario per l’Ucraina-gate. Il presidente ha prima definito la deputata italo-americana “un politico di terza categoria”, durante l’incontro alla Casa Bianca con la delegazione bipartisan dei leader del Congresso sulla Sira, poi ha twittato una sua foto accusandola di aver avuto “un tracollo”.

Donald J. Trump

@realDonaldTrump

The Do Nothing Democrats, Pelosi and Schumer stormed out of the Cabinet Room!

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Pelosi non si è scomposta ed anzi, ha messo la foto del presunto tracollo pubblicata dal presidente come immagine di copertina del suo account Twitter.

Oxfam: 200mila sfollati allo stremo nel nord est

“Con oltre 200mila sfollati, il quadro umanitario nel nord-est della Siria rischia adesso di precipitare”. È l’allarme lanciato oggi dalle 73 organizzazioni umanitarie, tra cui Oxfam, impegnate nella risposta alla crisi siriana, che compongono il ‘Syria International Ngo Regional Forum’ (Sirf). Secondo le stime delle Nazioni Unite, infatti, oltre 400mila persone avranno bisogno di aiuti umanitari immediati nelle prossime settimane.

“Una delle situazioni più gravi – si legge in una nota – si registra nella città di Hasakeh, dove in tre giorni sono arrivate 60mila persone in fuga dal conflitto. Qui la principale stazione idrica è stata gravemente danneggiata dagli scontri, lasciando circa 400mila persone (tra cui 82 mila sfollati dei campi di Al Hol e Areesha), con metà dell’acqua pulita necessaria a soddisfare i propri bisogni”.

“Gli unici rifornimenti idrici disponibili al momento sono infatti erogati da una diga vicina, che oltre a fornire acqua di qualità scadente, esaurirà le proprie riserve nel giro di 10-15 giorni. Esponendo così la popolazione a nuovi focolai di tifo e dissenteria, dopo i diversi casi già registrati lo scorso agosto”.

Sorgente: Usa a Turchia: “Cessate il fuoco in Siria o nuove sanzioni”. Lettera Trump a Erdogan: “Non fare il duro, no a massacro” – Repubblica.it

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