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19 April 2024
0 5 minuti 5 anni

Nella notte tra mercoledì e giovedì, informa il ministero della Difesa di Ankara, è proseguita l’avanzata di terra a est del fiume Eufrate: al momento si contano almeno 15 morti. I curdi rendono noto di aver subito attacchi anche dai miliziani affiliati all’Isis. Trump motiva il ritiro delle truppe con la mancanza di supporto curdo durante la Seconda Guerra Mondiale: “Ciò detto, ci piacciono i curdi”. Iniziativa bipartisan in Senato per sanzoni ad Erdogan

Prima i raid aerei, poi l’avanzata con le truppe di terra. La Turchia penetra nel nord della Siria dopo l’offensiva militare, lanciata giovedì. Sono 181 gli obiettivi curdi nel Nord-est del Paese, informa il ministero della Difesa di Ankara, colpiti dagli oltre 5mila soldati delle forze armate nel corso dell’operazione Fonte di pace. Al momento, si contano almeno 15 morti, molti dei quali civili.

“I nostri eroici commando – ha commentato la Difesa turca su Twitter – che stanno partecipando all’Operazione continuano ad avanzare a est del fiume Eufrate nel nord della Siria”. Mentre fonti curde-siriane, vicine all’amministrazione autonoma curda, assicurano all’Ansa, che specifica l’impossibilità di verificare in maniera indipendente le informazioni, che nelle scorse ore miliziani affiliati all’Isis hanno attaccato le forze dell’Ypg nella zona in cui la Turchia ha lanciato i raid. Le stesse fonti hanno detto alla tv panaraba al Arabiya di aver ucciso 5 soldati turchi negli scontri.

Intanto negli Stati Uniti non si spengono le polemiche per il sostanziale via libera fornito da Donald Trump all’operazione ordinata da Recep Tayyip Erdogan grazie al ritiro delle truppe americane dal fronte settentrionale della Siria. Il presidente statunitense, difendendo la sua decisione, ha spiegato: “Come qualcuno ha scritto oggi in un articolo – ha spiegato – non ci hanno aiutato nella Seconda guerra mondiale, non ci hanno aiutato in Normandia, per esempio”.

I curdi, ha aggiunto Trump, “sono lì per aiutarci con la loro terra, e questa è una cosa diversa”, sottolineando che “abbiamo speso enormi somme per aiutare i curdi in termini di munizioni, armi, denaro, retribuzione. Ciò detto, ci piacciono i curdi”. Il tycoon ha assicurato, in ogni caso, che le forze americane hanno preso in custodia due combattenti britannici dell’Isis, soprannominati ‘The Beatles’, e li hanno trasferiti in Iraq. Secondo quanto riferito, i due, Alexanda Kotey e El Shafee Elsheikh, facevano parte di una cellula britannica estremamente violenta composta da quattro uomini che avrebbero rapito e torturato stranieri, fra cui alcuni giornalisti.

Ma perfino dentro il partito repubblicano le mosse di Trump non vengono lette in maniera univoca. Un’iniziativa bipartisan lanciata dal senatore repubblicano Lindsey Graham e dal democratico Chris Van Hollen vuole spingere il Senato a valutare di imporre sanzioni contro la Turchia e il presidente Erdogan nel caso in cui le forze armate di Ankara non si ritirassero dalla Siria: previsto il congelamento dei beni di Erdogan, del suo vice presidente Fuat Oktay e del ministro della Difesa turco Hulusi Akar. Oltre a sanzioni nei confronti delle entità che hanno rapporti commerciali con le forze armate turche o con compagnie petrolifere e del gas che collaborano con l’esercito di Ankara. “Mentre l’amministrazione si rifiuta di agire contro la Turchia, mi aspetto un forte sostegno bipartisan” alla proposta, ha scritto Graham su Twitter.

Sorgente: Siria, Turchia: “Colpiti 181 obiettivi, avanziamo verso nord”. Trump: “Il ritiro delle nostre truppe? Curdi non ci aiutarono in Normandia” – Il Fatto Quotidiano

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