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Il recupero di 7 miliardi di evasione, obietta il quotidiano, rischia di diventare un accanimento antisociale, secondo l’ex ministro socialista

La lotta all’evasione? “È una lotta lunga, difficile, faticosa”. In un’intervista a Libero Quotidiano, il già pluriministro socialista delle Finanze e del Lavoro Rino Formica ricorda che “a suo tempo avevamo sempre cercato di agire su due fronti: su quello della deterrenza, certo, ma anche sul buon rapporto con il contribuente” puntando al tempo stesso alla “trasparenza “ ma anche “all’introduzione dello statuto del contribuente”. Perché, avverte Formica, in materia fiscale “uno dei problemi è lavorare molto sul ristabilimento di una fiducia tra lo Stato e il cittadino”.

Formica spiega che tra l’80 e il ’92, quando vi fu una presenza per la prima volta dei ministri socialisti al ministero delle Finanze, “la nostra preoccupazione fu sempre quella di stabilire un giusto rapporto con il contribuente”, tanto che lo slogan oggi usato anche dallo stesso premier Conte “pagare meno per pagare tutti”, ricorda Formica, è uno slogan “che fu lanciato da noi in quegli anni”. Però, aggiunge l’ex titolare socialista delle Finanze, “tutta la materia fiscale deve essere regolata in sede europea perché il fenomeno della delocalizzazione da parte dei grandi contribuenti o da parte delle imprese più robuste, di scegliere cioè il luogo più comodo dove pagare le tasse all’interno dell’Europa pone un’ulteriore questione”. Ovvero? Che oggi “il sovranismo è un danno per il Paese anche dal punto di vista fiscale”.

Ma anche il recupero di 7 miliardi di evasione, obietta il quotidiano, rischia di diventare un accanimento antisociale. Come ovviare? Secondo Formica “sii tratta di vedere nel tessuto economico questo prelievo come avviene, dove avviene, di che qualità è”, perché “se è incentivo alla delocalizzazione dei forti, questo prelievo finirà col gravare sulla parte più debole del Paese, non sulla parte più forte. Perché chi potrà permetterselo, delocalizzerà”.

Nell’intervista Formica, a proposito del taglio dei parlamentari votato ieri dalla Camera e del risparmio economico che ne deriverebbe, sottolinea che “il giusto rapporto tra eletto ed elettori, un parlamentare ogni 80 mila votanti. Con questa normativa si arriva a un eletto ogni 160 mila elettori” e pertanto risulta “paradossale che da una parte si decide la riduzione dei parlamentari mentre dall’altra si chiede un allargamento della platea elettorale, portando gli elettori dai 18 ai 16 anni”. È un’idea che “confligge con l’impostazione che avevano trovato i costituenti”.

Infine, l’ex ministro socialista chiosa: quanto al Pd, “ha pagato il prezzo del biglietto della lotteria che gli ha fatto vincere la partecipazione al governo”. Anche se “lo ha pagato dopo aver vinto la lotteria”…

Sorgente: “La lotta all’evasione fiscale sarà lunga e faticosa”, dice Rino Formica

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