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Il tema del debito pubblico non entra mai al centro del dibattito politico. Eppure è una vera e propria zavorra per l’Italia, che ancora una volta vede la Spagna promossa nonostante l’ingovernabilità. E i Btp rendono più dei Bonos

di Roberta Castellarin

Il tema del debito pubblico non entra mai al centro del dibattito politico. Eppure è una vera e propria zavorra per l’Italia, che ancora una volta vede la Spagna promossa nonostante l’ingovernabilità. Intanto i rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona trattano in lieve calo, mentre continuano ad arrivare segnali di un rallentamento dell’economia. Sono risultati, infatti, in calo gli indici Pmi europei diffusi oggi. I cali “hanno riguardato tutti Paesi e i settori”, fanno notare gli analisti di Morgan Stanley, sottolineando che il dato composito dell’area euro “si mantiene appena sopra quota 50, un segnale che l’economia potrebbe essere vicina a uno stallo” o a una contrazione. Gli esperti sottolineano come “data l’elevata esposizione dell’Eurozona al ciclo economico globale e alle tensioni commerciali, il nuovo calo degli ordini per l’export e’ un segnale negativo, insieme a un ulteriore contagio della debolezza sulla domanda interna”.

Nel frattempo i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli a 10 anni trattano a 0,28%, dopo che S&P Global Ratings ha alzato la valutazione sul credito ad “A” da “A-“, con outlook stabile. L’aggiornamento riflette la crescita economica equilibrata del paese e il miglioramento della situazione di bilancia, osserva l’agenzia di rating, che prevede che, nonostante l’impasse politico, la crescita del Pil dovrebbe continuare a superare quella della media della zona euro nel periodo 2019-2022.

“L’aggiornamento riflette una crescita economica equilibrata e un bilancio in miglioramento. Il Paese ha fatto progressi nel settore pubblico e privato e il ripristino della competitività dell’economia ha portato a un significativo riequilibrio verso la domanda esterna, evidenziato da un consistente surplus delle partite correnti dal 2013”, hanno spiegato dall’agenzia di rating. “L’economia spagnola è, a nostro avviso, in una posizione migliore per resistere ai rischi esterni, come una Brexit senza accordo o un rallentamento della crescita nella zona euro”, hanno poi spiegato dall’agenzia di rating, evidenziando come, “in questo contesto, la posizione monetaria accomodante della Bce aiuti ad assorbire gli shock economici”.

Da S&P hanno poi evidenziato che “al prossimo governo potrebbe mancare la maggioranza parlamentare e che un esecutivo di minoranza troverebbe difficile introdurre ulteriori elementi strutturali che rafforzino la resilienza delle finanze pubbliche contro potenziali shock economici o attuare ulteriori riforme del mercato del lavoro”. Tuttavia, “i principali partiti politici sostengono l’adesione ai quadri economici e di bilancio dell’Eurozona”.

“L’azione di rating di S&P sulla Spagna è stata migliore di quanto ci aspettassimo. Questo è un altro segno che, dal punto di vista del mercato, Madrid continua a convergere gradualmente con i Paesi semi-core”, afferma Joao Almeida di Morgan Stanley. “Mentre la crescita spagnola sta iniziando a rallentare e ci sono rischi di qualche slittamento fiscale, si prevede che il debito pubblico continuerà a diminuire. Riteniamo che il calo dei costi di finanziamento, aiutato da Qe, sia un grosso compenso in questa fase”, aggiunge l’esperto evidenziando come “a nostro avviso, la decisione di rating mostra anche che le conseguenze dell’attuale impasse politica siano finora relativamente limitate”.

Tuttavia, “il rischio è che a un certo punto si verifichi un impatto negativo se l’incertezza di governo non dovesse diminuire. Se lo stallo politico dovesse continuare, i mercati potrebbero iniziare a preoccuparsi maggiormente delle prospettive a medio termine della Spagna”, conclude l’analista.

Certo nell’analizzare i rendimenti dei titoli di Stato della Periferia lo sguardo non può che spostarsi anche sull’Italia, che ancora paga un forte premio per il rischio nonostante un nuovo governo pro Europa che dovrebbe rassicurare i mercati. Infatti lo spread sul decennale tra Btp e Bund ha aperto poco mosso a 141,9. Eppure l’Italia è una delle maggiori economie europee. Fanno proprio un confronto con le due realtà, quella di Roma e di Madrid, gli economisti di Bank of America Merrill Lynch in uno studio dedicato all’economia della zona euro.

Il capitolo decidato all’Italia sottolinea come il panorama politico nel Paese sia in continua evoluzione. “Solo pochi giorni fa, abbiamo segnalato la nascita del nuovo governo italiano, sostenuto da una coalizione tra il Movimento 5 Stelle (M5S), il Partito Democratico (PD) e il piccolo partito di sinistra Liberi e Uguali (LeU). Tuttavia, già questa settimana, questo non è più valido. Infatti, un gruppo di (circa 26) deputati e (circa 14) senatori hanno deciso di lasciare il PD e unirsi al nuovo partito centrista, il cosiddetto “Italia Viva”, lanciato dall’ex premier Matteo Renzi. Si noti che il nuovo governo ha vinto il voto di fiducia con una maggioranza di 343 alla Camera (la soglia è 316) e 169 al senato (la soglia è 161); ne consegue che Viva Italia è ora fondamentale per preservare la maggioranza”, si legge nell’analisi di BofA che continua: “Pensiamo che la creazione di questo partito scheggia aumenti significativamente il potere contrattuale di Renzi all’interno del governo di coalizione; ma aumenta anche i rischi di una rottura del governo. Anche se non riteniamo che questo sia un rischio imminente, rafforza la nostra opinione che i sondaggi e le considerazioni politiche siano probabilmente i fattori chiave dell’azione politica futura”.

Sulla Spagna gli esperti di BofA fanno i conti: quattro elezioni in quattro anni. ” In assenza di una sorpresa dell’ultimo minuto la Spagna si dirigerà alle elezioni del 10 novembre. Ribadiamo con forza il nostro messaggio della scorsa settimana: gli investitori a breve termine non dovrebbero preoccuparsi troppo delle elezioni. I sondaggi indicano che nuove elezioni non cambierebbero molto la situazione generale. Ma rimaniamo preoccupati a medio termine. Date le sfide in sospeso che l’economia spagnola deve affrontare, è necessario un forte consenso sulle riforme e sulle politiche (probabilmente almeno tre parti) indipendentemente da chi è a capo del governo. La maggiore polarizzazione tra le parti rende questo ancora più difficile, e mentre gli investitori sono felici di ignorare alcuni di questi problemi con banche centrali molto favorevoli, riemergeranno nel medio periodo”, avvertono gli esperti di BofA

Sorgente: Spagna promossa nonostante l’impasse politica, mentre sull’Italia pesa il debito – MilanoFinanza.it

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