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Martedì il voto dalle 9 alle 18: i rischi per la piattaforma a causa del forte traffico previsto. Dai risultati potrebbe dipendere la nascita del nuovo esecutivo – La presentazione del quesito

Alla fine il giorno del giudizio sarà domani. Dopo giorni di ipotesi, ritardi, rinvii., rumors è arrivato il momento della scelta. I militanti del Movimento dovranno scegliere se proseguire o meno il percorso che porta a un’alleanza di governo con i dem. Il quesito di cui si è parlato a lungo sarà chiaro, netto: «Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?». Sul web gli attivisti continuano a lanciarsi in battibecchi sul da farsi, ma gli intoppi legati alla squadra di governo hanno rallentato anche la consultazione dei militanti, che avrebbe dovuto svolgersi oggi.

«Come da nostri principii e valori fondanti l’ultima parola spetta agli iscritti», si legge nel post pubblicato in tarda serata. I tempi stringono e i passaggi politici rimangono molteplici, anche prima della consultazione. Luigi Di Maio vuole prima discutere con lo stato maggiore pentastellato, poi fare le sue mosse in chiave governativa, con i relativi contatti con i dem. Giuseppe Conte — dopo lo stop domenicale alla trattativa — dovrebbe salire al Colle mercoledì. Ecco perché la finestra di voto individuata è stata quella di martedì.

I militanti — come nel caso dell’accordo siglato con la Lega nel maggio 2018 — potranno consultare la sintesi politica fatta dai due partiti. «Il programma di governo negoziato con il Partito Democratico sarà consultabile online a partire dall’inizio del voto».I Cinque Stelle, al momento, si limitano a rassicurare: «Non ci saranno problemi, gli attivisti avranno il tempo per valutare il quesito e decidere». In realtà, l’orario della votazione è più breve di quelli consueti: dalle 9 alle 18 e — vista l’importanza del voto — c’è il rischio concreto che il sito vada in tilt per l’eccessivo numero di contatti in simultanea.

Il quesito, intanto, fa già discutere. La presenza della parola Pd nel testo sottoposto alla base — secondo alcuni — sarebbe un assist indiretto a Di Maio, vista la storica antipatia dei militanti M5S nei confronti dei dem. Un passo che potrebbe riportare in prima linea il capo politico del Movimento, ma che rischia di affossare sul nascere l’esecutivo giallorosso.

Sorgente: Rousseau, l’ora del referendum: «Sei d’accordo che il M5S faccia un governo, col Pd, presieduto da Conte?»

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