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Sono 97 i morti sul lavoro in Lombardia dall’inizio dell’anno. Storie, volti, drammi di donne e uomini, giovani o avviati verso la pensione, usciti di casa il mattino e mai più tornati. I sindacati: più sicurezza e controlli, la Regione chiede aiuto al governo

di Stefania Chiale

Di lavoro si muore. Ancora, e nella regione più ricca d’Italia. I numeri sono tornati a crescere, in un conteggio dalla premessa necessaria: ci sono nomi, età, professioni che arrivano ai lettori e provano a rendere momentanea giustizia a chi perde la vita per mancanza di sicurezza, formazione, prevenzione, controllo. E ce ne sono altri che rimangono nel silenzio, pur allungando la lista. Nella maggior parte dei casi non restano che brevi notizie di un lungo elenco che, da gennaio ad agosto di quest’anno, sfiora già quota 100.

Abbiamo per questo cercato di dare un volto alle vittime: l’ultima due giorni fa, l’operaio Davide Misto, morto a 39 anni incastrato tra due rulli all’O.R.S.A. di Gorla Minore. Origini pugliesi, cuore tarantino, padre di un adolescente di 14 anni e di una bimba di 3. La prima il 3 gennaio, l’agricoltore Luciano Bulgarelli, schiacciato a 60 anni sotto il trattore che stava guidando nella sua azienda agricola a Pegognaga, nel Mantovano. In mezzo, uomini e donne, giovani e lavoratori a un passo dalla pensione. Vite lavorative appena intraprese, come quelle di Lorenzo, Gabriele, Alessandro, Daniele, Mattia e Marco (tutti morti sotto i trent’anni) o quasi concluse, come quelle di Dario, Enrico, Amos, Ciro e Luigi (over 60).

Da gennaio a luglio di quest’anno l’Inail ha registrato 88 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, a cui si devono sommare i nove morti del mese di agosto registrati dalle Ats regionali. «La Lombardia — ha sottolineato Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia con delega alla salute e sicurezza sul lavoro — è la sola regione del Nord Italia, insieme alla provincia autonoma di Bolzano, che rileva un dato infortunistico con esito mortale in aumento rispetto allo stesso periodo del 2018, quando le denunce all’Inail furono 83». Il fenomeno è tornato a crescere per la prima volta negli ultimi due anni, dopo oltre un decennio di costante calo. A fine 2018 le morti sul lavoro sono state 186, contro le 151 del 2017 e le 136 del 2016.

I sindacati denunciano l’insufficiente sistema di sicurezza, a cui contribuisce la riduzione dei medici del lavoro e dei tecnici della prevenzione. E chiedono un impegno straordinario alla Regione, che chiarisce di aver investito in due anni 16 milioni di euro in tema di sicurezza e di aver permesso l’assunzione lo scorso anno di 39 tecnici della prevenzione. Su questo punto la Lombardia chiama in causa Roma: «Il governo non può rimanere indifferente, servono deroghe ai vincoli di spesa sulle assunzioni di personale specializzato, imposti centralmente», spiega l’assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera. Che aggiunge: «A fronte di questa nostra costante e ripetuta richiesta, finora da Roma hanno alzato le spalle».

Sorgente: In Lombardia 97 morti sul lavoro: «Strage che va fermata subito»

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