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Il presidente emerito della Consulta critica la scelta di affidare alla consultazione sulla piattaforma M5S la scelta sul sì al nuovo esecutivo: “Si delegittima uno dei momenti più significativi della vita democratica attraverso una procedura di tipo privatistico”

di LIANA MILELLA

ROMA – “Non è incostituzionale in sé, ma mi sembra contro lo spirito della Carta far diventare la piattaforma Rousseau, o un’altra simile, uno strumento per l’esercizio della sovranità”. È netto il giudizio che l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick dà del voto sulla piattaforma di M5S.

Ha letto il quesito? Cosa ne pensa?
“È estremamente fragile costruire la decisione politica sulla ambiguità di una domanda in cui si discuta come essenziale la prevalenza del sì o del no. Già questo dimostra come sia difficile affidare a un censimento di pochi una decisione elettorale che richiede invece ben altre garanzie”.

 

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Ma è costituzionalmente accettabile un voto preventivo al governo sulla piattaforma dei 5S?
“Il problema non è quello generale del contenuto della domanda e della risposta, bensì quello preliminare di metodo, cioè di delegittimare uno dei momenti più significativi della vita democratica attraverso una procedura di carattere privatistico sulla cui controllabilità occorre esprimere un atto di fede”.

La consultazione lede i poteri di Mattarella?
“Non credo proprio. Perché sono certo che il presidente della Repubblica non si lasci influenzare da stimoli esterni, estranei alla logica costituzionale e che non rientrano in alcun modo “nelle forme e nei limiti” previsti dalla Costituzione per l’esercizio della democrazia”.

Quindi una simile consultazione non disturba il normale iter di formazione del governo?
“Tutto può disturbare l’esercizio della democrazia e per questo il momento elettorale e quello di scelta del governo sono circondati da una serie di cautele e di forme rigide. Ma l’uso della piattaforma rimane un’iniziativa di carattere esclusivamente privatistico”.

È il numero chiuso dei possibili votanti, solo gli iscritti, a istillarle queste perplessità?
“È il fatto che siamo di fronte a un qualcosa di completamente estraneo alle indicazioni e alle modalità prescritte dalla Costituzione. Aggiungo prescritte giustamente perché possono far sorgere il dubbio che possa votare con un clic solo un certo tipo di persone, mentre il voto è riconosciuto a tutti come diritto fondamentale di democrazia”.

Se potesse dire sì o no chiunque lei cambierebbe idea?
“Se ciò fosse possibile, se la consultazione fosse gestita e garantita dallo Stato, se presentasse le garanzie che deve avere qualsiasi forma di consultazione elettorale, allora non vi sarebbe problema. Ma in questo caso saremmo di fronte a una futuribile consultazione svolta con modalità elettroniche e non cartacee, come in tanti altri Paesi”.

Scusi, ma M5S usa la piattaforma, in questa occasione come in altre, per sondare il parere dei suoi iscritti, non di tutti gli italiani.
“Sì, certo, ma il risultato di fronte all’opinione pubblica appare quello di un sondaggio a cui partecipano solo pochi eletti  (pardon, elettori) e che si sovrappone a quella prevista dalle nostre leggi. Aggiungo che questa sì può diventare una forma di delegittimazione non solo di metodo, ma del contenuto perché in qualche modo altera l’iter previsto dalla Costituzione per individuare prima la maggioranza (che spetta al Parlamento) e poi il governo (che spetta al presidente della Repubblica)”.

Dica la verità, le sembra una strada populista?
“Peggio, mi sembra tecnocratica”.

Sorgente: Flick: “Far dipendere la nascita del governo dal voto su Rousseau è contro lo spirito della Costituzione” – Repubblica.it

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