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Il Cdm approva l’assestamento di bilancio: per scongiurare la procedura Ue ‘congelati’ 1,5 miliardi da Reddito e Quota 100. Mattarella: “Nessun motivo per aprire infrazione”

Prima la rabbia tra vicepremier, poi la mano tesa. E in mezzo l’approvazione dell’assestamento di bilancio. Il Consiglio dei ministri ha approvato infatti il documento che dovrebbe mettere nero su bianco il tesoretto da portare a Bruxelles per evitare la procedura di infrazione sul debito.

Il rendiconto generale dello Stato mostra saldi in “sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali stabilite con la legge di bilancio 2018” si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi. Il saldo netto da finanziare per la competenza dell’anno, in termini di accertamenti e impegni, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, risulta pari a -19.986 milioni di euro, derivante da entrate finali accertate per 591.612 milioni di euro e da spese finali impegnate per 611.597 milioni di euro; l’avanzo primario si cifra in 49.199 milioni di euro. Entrambi i saldi denotano un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali stabilite con la legge di bilancio 2018.

IL DDL – Il disegno di legge riguardante l’assestamento del bilancio di previsione per il 2019 riporta l’impostazione per missioni, programmi e azioni approvata con Legge 30 dicembre 2018. I dati del provvedimento recepiscono l’effetto del quadro macroeconomico contenuto nel Def e le più recenti informazioni risultanti dal monitoraggio di finanza pubblica. Nel complesso, le entrate finali registrano una diminuzione di circa 1 miliardo di euro, quale risultato della riduzione di 6,7 miliardi delle entrate tributarie e dell’aumento di 5,7 miliardi delle altre entrate. Le spese evidenziano una riduzione netta di circa 2,9 miliardi di euro di competenza e 4,4 miliardi di cassa. L’assestamento del bilancio, in termini di competenza, mostra pertanto un miglioramento di circa 1,9 miliardi di euro del saldo netto da finanziare di competenza e 3,4 miliardi di cassa.

 

REDDITO – Ammontano a 1,5 miliardi i risparmi del Reddito di Cittadinanza e di Quota 100 ‘congelati’ per scongiurare la procedura Ue sui conti: questo, secondo quanto apprende l’AdnKronos, il compromesso raggiunto in Cdm e finalizzato ad evitare l’azione disciplinare della Commissione Ue. Il congelamento dei risparmi di Reddito e Quota 100, così impegnati, è destinato ad un decreto.

IL DECRETO – E il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia Giovanni Tria, ha approvato un decreto legge recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica con il quale, in attesa di procedere al monitoraggio e alla relativa rendicontazione degli oneri derivante dalle misure contenute nel decreto-legge n.4 del 2019 (reddito di cittadinanza e pensioni), si dispone l’accantonamento per un importo pari ad almeno a 1,5 miliardi di euro per l’anno 2019 delle dotazioni di bilancio in termini di competenza e cassa, si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi.

Gli accantonamenti sono disposti, prevalentemente, sulle disponibilità dei Fondi da ripartire che non risultano ancora finalizzate per la gestione. Per consentire alle Amministrazioni centrali dello Stato la necessaria flessibilità è comunque consentita, con decreti del ministro dell’Economia da comunicare alle Camere, su richiesta dei ministri interessati, la possibilità di rimodulare i predetti accantonamenti nell’ambito degli stati di previsione della spesa, garantendo comunque la neutralità degli effetti sui saldi di finanza pubblica.

Inoltre, la legge di assestamento registra maggiori entrate, tra tributarie, contributive e altre entrate correnti in conto capitale per 6.240 milioni di euro, si evince dalle tabelle. Le entrate sono così distribuite: 2.900 mln quelle tributarie, 600 mln le contributive e 2.740 le correnti e in conto capitale, per un totale di circa 6,2 mld. Ammonta poi a 7,6 miliardi di euro il taglio complessivo del deficit 2019 predisposto con la legge di assestamento (6,1 mld) e i risparmi da reddito e quota 100, 1,5 mld.

Nella legge, il governo si impegna al rispetto del target di deficit al 2,04% concordato con la Commissione europea lo scorso dicembre, si apprende ancora da fonti della maggioranza.

Una maggioranza che ha visto però ancora tensione tra vicepremier: una tensione che nasce quando Matteo Salvini scopre l’assenza di Luigi Di Maio in Consiglio dei ministri e per le parole, pronunciate pochi minuti prima che iniziasse il Cdm, del capo politico dei 5 Stelle sulla revoca delle concessioni ad Autostrade e il mancato appoggio della Lega. Ma poco dopo il vicepremier getta acqua sul fuoco: “Nessuna polemica con Di Maio o altri, abbiamo solo tanto lavoro”.

SALVINI – Secondo fonti di governo, il ministro dell’Interno avrebbe lasciato la riunione in anticipo, dopo le dichiarazioni di Di Maio che “lo ho ha attaccato sulla questione Benetton senza poi venire in Consiglio”, hanno spiegato le fonti. Interpellato dall’AdnKronos il leader della Lega ha tagliato corto: dell’assenza di Di Maio “non ne sapevo nulla”. E il ministro dell’Interno ha lasciato in auto Palazzo Chigi nel pomeriggio. Ma fonti M5S hanno fatto sapere che da Di Maio non c’è stato alcun attacco a Salvini e che l’assenza in Consiglio dei ministri era prevista.

REPLICA 5S – L’assenza era stata “comunicata una settimana fa” dicono fonti vicine al vicepremier Di Maio. “Non c’è stato nessun attacco a Matteo Salvini, bensì una richiesta di fare squadra alla Lega sul caso Autostrade, dopo che nei giorni scorsi da esponenti leghisti erano arrivate dichiarazioni pubbliche in disaccordo con la proposta di revoca della concessione. Punto per noi invece fondamentale al fine di fare giustizia verso chi ha perso la vita nella tragedia del ponte Morandi”.

AUTOSTRADE – “Su Autostrade e Benetton, chi ha sbagliato deve pagare, caro e fino in fondo – fa sapere poi il vicepremier Salvini -, ma non devono andarci di mezzo migliaia di lavoratori o di piccoli risparmiatori italiani che non hanno colpe. Come per Ilva e Alitalia, non devono essere i lavoratori a pagare per errori di altri”.

Sorgente: Il tesoretto anti-procedura

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