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Potrebbe stravincere le elezioni domani mattina. Ma sfugge. Perché? (Al mare con la Isoardi)

di Giuseppe Turani |

 

È inutile girarci tanto intorno: il dittatore è già qui con noi.

Di quello che dice Conte mi importa meno di zero. Conte sarebbe il presidente del Consiglio in carica. Tria deve decidere: o taglia le tasse o se ne va. Le taglieremo da soli. L’assassino dei carabinieri a Roma farà i lavori forzati a vita.

Insomma, manda tutti a quel paese, emette sentenze, all’Antimafia lo hanno convocato tre mesi fa, e non si è mai fatto vedere. In Parlamento non ci va. Sui suoi traffici moscoviti (e dei suoi portaborse) non parla, ma ogni giorno salta fuori che non poteva non sapere.

Ma se ne sbatte allegramente. Si comporta già come il vero padrone del paese. Il dittatore, appunto.

Con un’ombra pesante. Perché non si decide a mandare in crisi il governo, a fare nuove elezioni e a salire infine le scale di Palazzo Chigi? La risposta che alcuni danno è semplice e diretta: non lo fa perché non può, perché qualcuno gli ha detto che deve stare buono e calmo. Se si agita troppo, esce dell’altro.

Ma chi lo minaccia e lo tiene sotto ricatto? I russi, gli americani, i servizi segreti francesi o israeliani.

Non abbiamo una risposta, ovviamente. La situazione, però, è abbastanza anomala. Tutti i sondaggi dicono che il paese è suo, ha già vinto, basta che si abbassi un po’ e lo raccolga. Ma lui rifiuta di fare il gesto definitivo.

La domanda finale, per la quale non abbiamo una risposta, è molto semplice: abbiamo ancora un ministro dell’Interno o è già il ministro dell’Interno di altri?


Sorgente: Il dittatore – Uomini & Business


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