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Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ritiene che l’Iran sia dietro l’attacco a due petroliere giapponesi nel Golfo di Oman. Crede che Teheran voglia porre fine alla “campagna di massima pressione di successo” delle sanzioni di Washington. Siamo di fronte ad un nuovo pretesto per una nuova guerra da parte degli Stati Uniti?

Senza scomodare Esopo e la favola del lupo e dell’agnello, ormai è noto come gli USA oltre a cercarlo, quando non lo trovano, creano il pretesto di nuove guerre. Poche settimane fa il sabotaggio delle petroliere nei porti degli Emirati Arabi Uniti, oggi, l’attacco a due navi cargo giapponesi nel Golfo di Oman, proprio nel momento in cui Washington ha aumentato la sua presenza navale e aerea nella regione.

L’arrivo di cacciatorpediniere e bombardieri vari nella regione sembrano confermare l’intenzione degli USA quella di voler tutelare i suoi interessi nella regione dall’Iran ma essere allo stesso tempo difensore dei suoi alleati, Arabia Saudita in primis.

Ormai, come avvenuto per gli attacchi chimici in Siria, il passo è breve per scatenare un attacco che, in questo caso, avrebbe conseguenze devastanti in termini di vite umane, e anche dal punto di vista economico con il prezzo del petrolio che potrebbe salire alle stelle.

Nel momento in cui gli USA, attraverso i sedicenti ‘caschi bianchi’, stabilirono che l’esercito siriano aveva usato armi chimiche, senza alcuna verifica sul campo, fecero in pochi giorni partire l’attacco con decine di missili cruise contro la Siria, in collaborazione con Francia e Gran Bretagna.

Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo poche ore fa ha dichiarato che, analizzando il tipo di armi usate e la sofisticazione degli attacchi, gli Stati Uniti sono giunti alla conclusione che l’Iran è responsabile degli attacchi a due petroliere nel Golfo di Oman.

Durante una conferenza a Washington, Pompeo ha spiegato che gli attacchi fanno parte di una “campagna” di “tensione crescente” da parte dell’Iran e una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali.

Trump: “Né gli Stati Uniti né l’Iran sono pronti a raggiungere un accordo”

Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ritenuto che è “troppo presto per pensare” di raggiungere un accordo con l’Iran.

Ciò è stato espresso nel suo account Twitter in seguito ad un incontro tenutosi oggi a Teheran tra il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il capo supremo del paese persiano, l’Ayatollah Ali Khamenei.

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