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L’investment bank ha aggiornato il suo target fissato a gennaio a 1.400 dollari l’oncia. Per gli esperti la corsa del metallo giallo è giustificata dall’impostazione espansiva emersa dall’ultima riunione della Fed con l’economia Usa vista in rallentamento per le tensioni geo-politiche. A tre mesi la previsione è di 1.450 e a fine anno di 1.500 | La corsa dell’oro non è destinata a fermarsi

di Paola Valentini

Citi alza il prezzo obiettivo dell’oro da 1.400, fissato a gennaio scorso, a 1.450 a tre mesi sulle attese di un atteggiamento espansivo che la Fed avrà anche nel suo meeting di luglio, dopo quello di questa settimana in cui la banca centrale Usa ha dato indicazioni su possibili tagli dei tassi d’interesse nelle prossime settimane.

Anche il presidente della Bce, Mario Draghi, nei giorni scorsi, ha rilanciato una strategia di espansione monetaria viste le condizioni economiche globali alle prese con un ciclo in rallentamento. Nel frattempo pure la Banca centrale del Giappone e quella dell’Inghilterra, nei rispettivi incontri, si sono tenute ben lontane dall’annunciare misure aggressive.

“Con le Banche centrali che sono tornate ad allentare la politica monetaria, a partire da Fed e Bce, e con il dollaro e l’economia Usa che potrebbero aver raggiunto il picco per via di rischi politici elevati, abbiamo aggiornato le nostre previsioni, già positive, sul prezzo dell’oro”, afferma Aakash Doshi, analista di Citi che ha pubblicato oggi un report sul metallo giallo dopo che, questa settimana, proprio a seguito del meeting di Fed e del forum della Bce a Sintra, è balzato toccando questa mattina i 1.400 dollari, ai massimi dal 2013.

Lo scorso anno aveva avuto un periodo di debolezza scendendo in estate sotto quota 1.200. Successivamente il metallo prezioso ha ricominciato a riprendersi ma è rimasto sempre, fino a un mese fa, sotto quota 1.300. Poi a inizio maggio, quando tra Usa e Cina sono ripartite le tensioni commerciali in atto, è scattato il suo recupero per poi accelerare la corsa in concomitanza con le dichiarazioni espansive di Fed e Bce e con l’accentuarsi dei rischi di conflitti internazionali, da ultimo quello sfiorato tra Usa e Iran dopo l’abbattimento ieri da parte del Paese mediorientale di un drone della marina militare americana che sorvolava il golfo di Hormuz.

Secondo Doshi, nello scenario favorevole il prezzo dell’oro potrebbe salire anche a 1.500 dollari per fine anno e fino a 1.600 dollari da qui a 12 mesi nel caso le attese sulle azioni di politica monetaria saranno ancora più prudenti e i tassi reali Usa scendessero in territorio negativo. “Il G20 di fine giugno resta un fattore di rischio per l’oro dato che le previsioni propendono per una riduzione temporanea delle tensioni tra usa e Cina, , ma crediamo che non si arriverà a un accordo definitivo sul commercio, quindi il mercato continuerà a essere dominato dalla volatilità e dalle preoccupazioni per la crescita globale”, spiega l’esperto di Citi.

E questa situazione, abbinata all’indebolimento degli Usa, ha spinto la Fed nella riunione di mercoledì a un tono accomodante e questo è un elemento favorevole per l’oro, oltre a rappresentare un potenziale cambiamento di regime per il metallo tramite il canale dei tassi e del dollaro”, aggiunge Doshi, “il crollo dei tassi reali e nominali Usa dalla fine del terzo trimestre 2018 può continuare a sostenere il prezzo dell’oro riducendo il costo opportunità di detenere il metallo e anche indebolendo il dollaro”.

Infatti dopo le indicazioni della Fed, i rendimenti dei Treasury Usa a dieci anni trattano in forte calo all’1,997%, sui minimi dal 2016, fattore che indica come l’economia rimanga intrappolata in una morsa di crescita debole e tasso d’inflazione in rallentamento. A fare da supporto è anche “la domanda di beni rifugio degli investitori che vogliono proteggere i portafogli di ribassi dei mercati azionari”, prosegue Doshi, “storicamente il prezzo dell’oro tende a brillare durante le correzioni di mercato, come accaduto a dicembre 2018 che è stato l’esempio più recente di questa dinamica”. Senza dimenticare anche i forti acquisti che da mesi stanno portando avanti alcune banche centrali, secondo i resoconti del World Gold Council.

Sorgente: Citi vede l’oro fino a 1.600 dollari – MilanoFinanza.it

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